Area Didattica: questa sconosciuta

Spesso nelle ultime assemblee o negli articoli di questo giornale avrete sentito parlare di Area Didattica. Proviamo a spiegarvi brevemente di cosa si tratta.

Intanto, nonostante l’importanza di questo consiglio, non esiste un regolamento a se stante, ma le sue funzioni sono definite dal regolamento di facoltà.

Il Consiglio di Area Didattica è composto da una rappresentanza di docenti e studenti e si occupa di tutti i problemi che riguardano l’offerta dei corsi di laurea: in particolare vigila affinché la qualità e la regolarità dei corsi sia garantita.   

Il Consiglio di Area Didattica lavora in stretto contatto con il Consiglio di Facoltà, a cui propone ogni iniziativa utile a migliorare l’organizzazione della didattica e può intervenire sui regolamenti dei corsi, ad esempio può contestare il numero di crediti assegnati a una data materia o può chiedere la modifica dei piani di studio qualora manchino materie ritenute indispensabili o al contrario materie “superflue”.

Il 29 Gennaio la professoressa Laudani è stata eletta presidente dell’Area Didattica (nell’occasione sono stati eletti anche altri rappresentanti tra i professori) ma mancano ancora i rappresentanti degli studenti per cui servono elezioni a parte, che secondo indiscrezioni saranno indette a breve dal preside.

A voler essere precisi i rappresentanti degli studenti ci sono, ma il fatto che la loro elezione risalga a diversi anni fa, in congiunzione con mancate elezioni successive, fa si che questi siano teoricamente decaduti, ma praticamente ancora in carica fino a nuove elezioni. Risultato: i rappresentanti sono già laureati o comunque lontani dalla nostra facoltà.

Cosa vuol dire non avere rappresentanza di studenti in area didattica? Semplicemente che gli studenti non hanno un mezzo efficace per poter agire su ciò che studiano: che sia esporre i propri problemi nelle modalità degli esami o le proprie idee su cosa sia necessario potenziare in materia di didattica, alla fine il parere degli studenti rischia di passare inascoltato.

E questo non può che essere un ostacolo per una facoltà che vuole e deve crescere e migliorare.


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