Il movimento formato dai primi cittadini si appresta a misurarsi per la prima volta con il voto. Rappresenterà la lista del candidato Micari e metterà insieme soggetti di diversa estrazione politica: possibile la presenza di Fabio Venezia e Angelo Cambiano, distinti per la battaglia per la legalità. Ma l'elenco si allunga
Arcipelago Sicilia, i candidati nella lista dei sindaci Orlando mette insieme amministratori e delusi dal Pd
Sarà presente in tutte le province della Sicilia e punta a superare la doppia cifra. Il movimento dei sindaci, capitanati da Leoluca Orlando, fa sul serio. Un progetto che parte da lontano, dall’impegno di tanti amministratori negli ultimi anni per difendere risorse e servizi degli enti locali, e che adesso si appresta per la prima volta a misurarsi con un appuntamento elettorale: il 5 novembre sulla scheda per le Regionali, i cittadini troveranno una lista con nome Arcipelago Sicilia. «Un nome – spiega Antonio Rini, sindaco di Ventimiglia e vicinissimo a Orlando – che vuole dare un messaggio preciso: ci saranno candidati di diversa estrazione, perché siamo accomunati da un’idea, non da un ideale».
In lista nel Palermitano dovrebbero trovare spazio diversi amministratori locali: oltre allo stesso Rini, anche l’exl sindaco di Gangi, Giuseppe Ferrarello, (molto popolare sul territorio delle Madonie), quello di Prizzi, Luigi Vallone, insieme al derby nel capoluogo tra l’ex consigliere comunale, Aurelio Scavone, e l’inquilino di sala delle Lapidi, Fabrizio Ferrara. Ma anche chi sembra non trovare posto nel Pd potrebbe invece gareggiare nel movimento dei sindaci: è il caso di Pino Apprendi, deputato regionale spesso critico con il partito a trazione renziana. Il derby tra palermitani potrebbe arricchirsi anche dalla presenza dell’uscente Totò Lentini, che proprio a Meridionews ha affidato i suoi mal di pancia legati ai rapporti tesi col primo inquilino di villa Niscemi.
A Catania sembra vicino l’accordo con Alessandro Porto, consigliere comunale della maggioranza di Enzo Bianco, ed ex Mpa. Ma anche Marzo Forzese deve ancora sciogliere le riserve su quale sarà la sua collocazione: dovrebbe rimanere nell’ambito del centrosinistra e in questo caso è aperto il dialogo con il movimento di Orlando. Anche se l’interlocuzione sotto traccia con l’Udc di Cesa resta in piedi.
A Messina l’uomo forte è il presidente dell’Ars, Giovanni Ardizzone. Anche se voci di corridoio sussurrano che potrebbero esserci sorprese. Il nodo, infatti, dalle parti dello Stretto sembrerebbe legato alla scelta dell’alfaniano deputato uscente Nino Germanà. Se alla fine dovesse optare anche lui per una fuoriuscita da Alternativa Popolare per tentare la corsa tra le truppe di Musumeci, c’è chi non esclude che il presidente dell’Assemblea Regionale possa valutare un ritorno nella lista dei moderati (Ap e Centristi). In quel caso si verificherebbe un problema non da poco per Orlando, la cui lista ne uscirebbe fortemente indebolita nel Messinese. In ogni caso, a concorrere dalle parti dello Stretto dovrebbero essere anche Nino Bartolotta, ex assessore alle Infrastrutture nella prima giunta Crocetta, insieme ai sindaci di Terme Vigliatore e San Piero Patti, Bartolo Cipriano e Salvino Fiore. Mentre Renato Accorinti, che però precisa di volersi tenere piuttosto defilato dalle cronache della campagna elettorale, dovrebbe piazzare un suo fedelissimo.
Un nome diventato simbolo di legalità correrà, molto probabilmente, in provincia di Enna: si tratta di Fabio Venezia, sindaco di Troina, in prima linea contro la mafia dei pascoli dei Nebrodi, dove ha sottratto centinaia di ettari di terreni alle famiglie mafiose. Venezia, eletto primo cittadino nel Pd, non troverebbe posto nella lista dei Dem, dove invece sarà presente il deputato uscente Mario Alloro. L’opposto, insomma, di Paolo Amenta, già sindaco di Canicattini Bagni e numero due di Orlando dentro l’Anci Sicilia, che tenterà la corsa verso uno scranno a palazzo dei Normanni tra le fila del Pd. Altro nome venuto alla ribalta per aver difeso semplicemente la legge è Angelo Cambiano, ex sindaco di Licata recentemente sfiduciato. È quasi certo che correrà nella coalizione di centrosinistra a sostegno di Fabrizio Micari e non è escluso che anche lui faccia parte di Arcipelago Sicilia. Nel Trapanese sarebbe un altro uomo forte del Pd a spostarsi nel movimento di Orlando: il deputato Paolo Ruggirello, ex Articolo 4. Nel Ragusano ci dovrebbe essere il primo cittadino di Scicli, Enzo Giannone.
«Abbiamo cento sindaci in tutta la Sicilia che sosterranno la nostra lista», sono le stime che circolano nel quartier generale palermitano di Orlando. Previsioni forse troppo rosee, ma è vero che molti primi cittadini di centri importanti, come Ruvolo a Caltanissetta e Firretto ad Agrigento, non potendosi candidare, stanno garantendo un appoggio esterno. «Siamo persone diverse ma accomunate da problemi reali- spiega il sindaco Rini – enti locali finora sono state solo due parole, non una categoria, quindi è stato facile per la Regione tagliare le risorse, e così facendo smantellare servizi per i cittadini. Possiamo anche pensarla diversamente su tematiche nazionali, ma noi sindaci sappiamo di cosa ha bisogno il territorio».
Il puzzle delle liste resta, insomma, il tema principale per la politica siciliana e certamente la farà da padrone nei prossimi 20 giorni. Soltanto la composizione di liste realmente competitive potrà risultare determinante per l’esito delle urne. La campagna elettorale deve ancora iniziare, anche se in versione light. Per entrare nel vivo bisognerà attendere la presentazione delle liste, il prossimo 5 ottobre. E sperare, come già accaduto in passato, che qualche candidato non si ritrovi inserito in due liste, magari anche in schieramenti diversi.