Racconti personali che restituiscono il contesto della città tra immagine, scrittura e accompagnamento sonoro: al via il progetto di storytelling del fotografo Livio Catalano e dello psicoterapeuta Massiliamo Curatolo. «L'idea è di fare incontrare i singoli a partire dalla messa in condivisione delle proprie vite»
AQcciacunti, le storie di Palermo tra volti e musica «Le persone chiedono soltanto di essere ascoltate»
C’è Baldo, che a detta di molti fa il caffè più buono della città nonostante sia un barista atipico: lo trovi sommerso dalle tazzine, usa i guanti ed è piuttosto silenzioso ma quando si decide a parlare sgancia sagaci battute. C’è Mauro, che a 55 anni ha le inquietudini di un adolescente: dipinge, si occupa di gioco d’azzardo per gli adolescenti, ha lasciato il suo lavoro di assistente sociale in una comunità per tossicodipendenti per aprire un bed and breakfast. C’è Andrea, che si aggira tra i locali della movida col suo karaoke itinerante: punta le comitive, mette musica ad alto volume e comunica attraverso registrazioni vocali, e se all’inizio ti spiazza quasi sempre finisce per divertirti.
Sono solo alcune delle storie raccolte da Aqcciacunti, il progetto di storytelling messo su dal fotografo Livio Catalano e dallo psicoterapeuta Massimiliano Curatolo. Aqcciacunti è un gioco di parole che, proprio cogliendo lo spunto dato dal significato originario dell’espressione, raccoglie nell’omonimo sito racconti in cui immagine, testo scritto e accompagnamento sonoro si uniscono per provare a dare un ritratto quanto più ampio. Un’idea nata una sera dalla chiacchierata tra due amici, dalla voglia di ascolto che di questi tempi appare quasi una chimera, dalla scelta di puntare sulla scoperta che ogni singolo incontro può portare nelle esistenze di ciascuno di noi. Le vite degli altri, insomma, che magari arricchiscono anche la nostra.
«La finalità del progetto – spiega Massimo – è di fare incontrare le persone, i singoli, a partire dalla messa in condivisione della propria vita. Vogliamo raccogliere le storie quotidiane, il nostro obiettivo è incontrare la gente per strada e di creare interesse verso le altre storie». Il punto di partenza è Palermo e il suo mosaico di volti, odori, culture. I due autori sono partiti da chi avevano a fianco per poi chiedere a chiunque ne senta l’esigenza di raccontare la propria storia. Con le richieste che aumentano di numero. «Sono molte le persone che ci contattano – continua Massimo – soprattutto i giovani, magari timidamente, chiedono di essere ascoltati. Nei loro racconti spesso ci sono percorsi di vita, episodi che hanno cambiato gli scenari, aspettative e richieste».
Dopo la pausa estiva Aqcciacunti riprenderà a settembre. «Siamo ancora nella fase pilota. Ad oggi abbiamo voluto testare il progetto – dice Livio – e stiamo valutando la risposta del pubblico. Abbiamo ancora una quarantina di storie da caricare sul sito. Inoltre ci piacerebbe sviluppare alcune storie e ci piacerebbe anche sviluppare il progetto in altre direzioni, ma preferiamo al momento mantenere le bocche cucite per scaramanzia». E se gli chiede quale storia in particolare lo abbia particolarmente colpito, Livio non ha dubbi: «Una che metteremo a breve nel sito – sorride -. E’ la storia di un maestro di teatro che viene dal Perù, una persona che vive nel centro storico della città a Palermo: ci ha ospitato a casa, ci siamo confrontati sulle differenze culturali, è una storia ci ha arricchito molto sia al momento che a distanza di tempo».