Il passaggio della gestione del servizio idrico di 33 comuni all'azienda in house del Comune di Palermo prevede che quest'ultima si faccia carico soltanto di 118 lavoratori su 181. Incerto il futuro del resto del bacino. Il sindacato: «Non abbiamo ricevuto nessuna convocazione per discutere la vertenza»
Aps, domani il licenziamento di 81 lavoratori Cisl: «Silenzio dall’Amap, sit-in in Prefettura»
«C’è il silenzio assoluto da parte dell’azienda, a questo punto ci aspettiamo la revoca dell’assemblea dei soci inizialmente prevista per mercoledì». A parlare è Rosalia Arcuri, segretario aziendale Femca Cisl in Amap, che esterna la grande preoccupazione per il futuro di 81 lavoratori Aps. Per loro, infatti, si profila il rischio concreto di trovarsi, tra due giorni, senza lavoro. Con il fallimento di Aps e il passaggio della gestione del servizio idrico di 33 comuni del Palermitano ad Amap, è previsto che quest’ultima si faccia carico dei lavoratori della Acque potabili siciliane. Ma non di tutti: soltanto 118 su 199. I sindacati stanno cercando di trovare una soluzione per la parte restante del bacino, una trattativa che, però, a detta degli organismi di rappresentanza, fatica a trovare sponde in Amap. «Il servizio affidato era esteso a 52 comuni», avevano scritto in una nota congiunta il segretario regionale Femca Cisl Franco Parisi e Rosalia Arcuri. «Si è data la possibilità a molte amministrazioni locali di riprenderne la gestione senza far transitare il personale che operava in quegli enti locali, così come previsto dalla normativa nazionale e regionale sul servizio idrico».
L’ultimo incontro per discutere la vertenza risale a mercoledì scorso, il 25 maggio, sempre in Prefettura. «Al tavolo si erano seduti azienda e sindacati, senza trovare la quadra», spiega Arcuri. «Per questo era stato tutto rinviato a mercoledì. A due giorni dalla data prevista e a uno dal licenziamento degli 81 lavoratori rimasti fuori, però, non c’è ancora stata nessuna convocazione. A questo punto è lecito pensare che sia stato tutto annullato».
Una circostanza le cui motivazioni restano oscure, a detta della Cisl, che accusa l’assemblea dei soci: «Ci aspettavamo di essere chiamati per proposte in deroga, accordi anche solo parziali», dice ancora Arcuri. «Non riusciamo a capire quali siano le difficoltà, quelle normative e quelle sostanziali. Serve un maggiore coinvolgimento di tutti i soggetti interessati alle sorti del servizio idrico, non possono decidere soltanto l’Amap e il sindaco di Palermo».
A questo punto si profilano altre giornate calde sul fronte della protesta: «Ribadiamo che riteniamo indispensabile mantenere i livelli occupazionali e quindi il posto di lavoro per tutti i 199 lavoratori, è necessario improntare la gestione del servizio non solo su meri criteri di economicità ma anche e soprattutto di efficacia ed efficienza. Stiamo reiterando la richiesta di convocare una conferenza di servizio in Prefettura», conclude Arcuri, «ma se in queste ore continueremo a non avere notizie, insieme ai lavoratori licenziati faremo un sit in proprio in in via Cavour».