Torna la rassegna del Fitzcarraldo. Fino a Marzo ogni giovedì, si accenderà, polveroso e chiaro, il proiettore del cine Lumiere, unico fascio di luce nel buio più pesto del mondo, quello dei divoratori di pellicole
Appuntamento al buio: il cinema che (non) scompare
Questo rigurgito di niente indifferenziato, questa palazzinopoli, questa voragine di strade bucate, questo giardino di vergini suicide che è la nostra beneamata città ci piace poche volte. Ci piace quando sogniamo laltrove da qui e da adesso, dentro le foto di un viaggiatore o fra le mani di un missionario; ci piace la rara volta che un ragazzo attacca il suo strumento a un amplificatore o che un alto uomo di colore buca il canestro del campetto di via Schininà e gioisce. E poi ci piace il giovedì, quando si accende, polveroso e chiaro, il proiettore del cine Lumiere, unico fascio di luce nel buio più pesto del mondo, quello dei divoratori di pellicole.
Appuntamento al buio , la rassegna curata dal cineclub Fitzcarraldo, per fortuna è tornato (ed è affollato).
Buono il programma, che intrattiene il pubblico già dal 18 dicembre, e convincenti le prime visioni: Gli acchiappafilm, La banda e La famiglia Savage, rispettivamente le storie di due giovani che smagnetizzano un intero negozio di videocassette per rigirarne i film, lo smarrimento nello stato di Israele di una banda musicale egiziana, la vicenda di due fratelli costretti a badare al padre anziano. Trama a parte, le pellicole, franco-israeliana nel caso de La banda e americana negli altri due, sono risultate apprezzabili tanto per le atmosfere create (Gli acchiappafilm ), quanto per i silenzi (La banda) e i dialoghi (tutte e tre le pellicole), oltre che per la regìa. Una menzione a parte merita il film che ha aperto la rassegna, Parada, di Marco Pontecorvo, figlio del più noto Gillo. Parada ha messo in scena la storia vera del clown Miloud che, a Bucarest, ha cercato di dare una vita dignitosa ai bambini di strada. La stessa sera del 18 dicembre è stata inaugurata la mostra fotografica di Franca Schininà, ospite della sala Melies fino al 19 febbraio, data di conclusione della rassegna per la sezione cinema del presente: in programma, i film Sonetaula, la storia di un ragazzo-pastore sardo, Interview, in cui un reporter di guerra è retrocesso ad articolista delle soap, La zona, sulle differenze tra quartieri a Città del Messico, e The hurt locker, ambientato nellIraq delle mine antiuomo.
Dal 26 febbraio, avrà il via la sezione dedicata al cinema dautore con cinque film di Cassavetes: Una moglie (1974), Ombre (1959), La sera della prima (1977), Lassassinio di un allibratore cinese (1978), Mariti (1970).
Sarà, dunque, luce fino a marzo, sperando che non ci aspetti il crepuscolo da aprile a giugno.