Appello della Cisl all’Ars: “Con il mutuo da 1 miliardo si paghino le pmi siciliane”

Davvero non c’è modo di evitare il mutuo da un miliardo di euro, che indebiterebbe ulteriormente i siciliani per i prossimi 30 anni, per pagare i debiti della P.A con le imprese? Se è così, e resta da dimostrare, allora  questi soldi siano destinati alle pmi siciliane, che vantano crediti per almeno 5 miliardi di euro e che sono in agonia.  In questo modo, almeno,  si ridarebbe un po’ di ossigeno al sistema produttivo dell’Isola, e non a quello di altre regioni. In questo modo, il sacrificio chiesto ai siciliani,  in termini di Irpef e Irap, almeno avrebbe un senso.
Questo il pensiero di Maurizio Bernava, segretario siciliano della Cisl, che lancia un appello al Governo e all’Ars, dove martedì prossimo approderà il controverso ddl sui pagamenti dei crediti che le imprese vantano nei confronti della P.A.

“Le imprese creditrici vanno pagate altrimenti rischiano il fallimento – dice Bernava -ma bisogna dare priorità ai mini-crediti, alle piccole imprese che sono in sofferenza”.

Per il segretario della Cisl “mettere come garanzia del mutuo da un miliardo il mantenimento dei livelli massimi di addizionale Irpef e Irap, è un sacrificio enorme che si chiede ai cittadini e alle imprese siciliane”. Quindi, si cominci dalle imprese siciliane, “a partire da quelle piccole e artigianali”.

“Ricordo che già quest’anno  le addizionali dovevano essere ridotte per via del rientro dal deficit sanitario e invece il governo le ha mantenute agli stessi livelli. Se si sceglie la strada del sacrificio, bisogna avere il coraggio di investire” e promuovere crescita”.

Bernava, che oggi, insieme con le altre parti sociali, incontrerà il Governo siciliano, chiederà un provvedimento unico che oltre al mutuo, preveda altre misure: “Assieme al mutuo da un miliardo per i pagamenti dei debiti della pubblica amministrazione nei confronti delle imprese siciliane,  deve comprendere norme per lo sviluppo, come un piano straordinario per l’edilizia scolastica e la messa a norma degli edifici pubblici. E il finanziamento della cassa integrazione straordinaria in deroga, vincolandola al solo sistema produttivo”.

La partita sul disegno di legge che prevede un nuovo mutuo da un miliardo di euro a carico della Regione, a Sala d’Ercole, la settimana prossima. 

L’opposizione promette ferro e fuoco. Per Vincenzo Figuccia (FI), ad esempio, si tratta di un vero e proprio “suicidio” :

‘Il ddl 500- dice-  prevede che la Regione, una volta ottenuto il mutuo, debba restituire alle banche 33 milioni di euro il primo anno, e rate da 50 milioni di euro per i successivi 28 anni. Tutto questo non significa risanare l’economia, aiutare i tanti artigiani e piccoli imprenditori che attendono i pagamenti pubblici per ripartire, ma indebitare ulteriormente un tessuto produttivo e sociale martoriato. A guadagnare sarebbero solamente le banche che porterebbero a casa centinaia di milioni di euro di interessi”.

Per il parlamentare quindi,  il provvedimento non va trattato in aula, prima che sia prodotta “immediata ed adeguata documentazione a supporto”.

Ovvero, si può sapere a chi andranno questi soldi? E’ vero che sono già stati destinati a grandi imprese nazionali e internazionali?

Il Governo avrebbe fornito un elenco di aziende che dovrebbero essere pagate dalla Regione. Ma, questo elenco non è stato reso pubblico. Perché, visto che le ‘rate’ del mutuo (circa 2 miliardi di euro: un miliardo di sorte capitale e un miliardo circa di interessi) le pagherebbero le famiglie e  le imprese siciliane?

E, ancora,  come mai i parlamentari grillini dell’Ars non hanno ancora reso pubblici tutti i documenti di questo mutuo?  Possibile che vogliano fare da stampella al Governo Crocetta, come hanno fatto con la riforma delle Province, anche con un provvedimento così controverso?

Vedremo cosa succederà sul ring di Sala d’Ercole.

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Davvero non c'è modo di evitare il mutuo da un miliardo di euro, che indebiterebbe ulteriormente i siciliani per i prossimi 30 anni, per pagare i debiti della p. A con le imprese? se è così, e resta da dimostrare, allora  questi soldi siano destinati alle pmi siciliane, che vantano crediti per almeno 5 miliardi di euro e che sono in agonia. In questo modo, almeno,  si ridarebbe un po' di ossigeno al sistema produttivo dell'isola, e non a quello di altre regioni. In questo modo, il sacrificio chiesto ai siciliani,  in termini di irpef e irap, almeno avrebbe un senso.

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