Lotta alla mafia, carenze di organico e di strutture, sovraffollamento della popolazione carceraria. Tanti i problemi da affrontare secondo Paola Severino, titolare del dicastero di grazia e giustizia che ha scelto la città etnea per tenere il tradizionale discorso inaugurale
Anno giudiziario, il Ministro a Catania «Risolveremo la situazione di viale Africa»
«Approviamo la soluzione proposta dal sindaco, ovvero un progetto di finanza per realizzare una cittadella della giustizia a Librino, quale soluzione al problema dello stabile di viale Africa non più recuperabile». Il presidente della corte d’Appello di Catania, Alfio Scuto, nel corso della cerimonia di inaugurazione dell’anno giudiziario 2012, dedica poche ma significative parole al punto più complesso dell’amministrazione giudiziaria cittadina, ovvero l’ex palazzo delle Poste di viale Africa. L’atmosfera è formale nel palazzo di Giustizia di Catania, alla presenza del ministro della Giustizia Paola Severino e delle autorità cittadine, con il sindaco Raffaele Stancelli, il presidente della provincia Giuseppe Castiglione e molti altri volti noti della politica catanese in prima fila. Il ministro Severino dichiara: «Mi assumo l’impegno di individuare delle soluzioni al grave problema di edilizia giudiziaria nella città di Catania, anche con l’aiuto dell’amministrazione comunale». Poche parole, ma che fanno eco, nella sterminata sala, a quelle del presidente Scuto, dopo aver fatto l’elenco degli annosi problemi della giustizia italiana.
Gravi carenze, dalle quali Catania non è esente, sono la mancanza di personale e la mole di lavoro arretrato, definito «un formidabile macigno» dal consigliere del Csm Mariano Sciacca, intervenuto subito dopo il presidente Scuto, che ricorda come si rischi «l’esplosione della situazione, soprattutto al sud». Segue il discorso del ministro Severino, lungo quindici pagine. «Perché sono a Catania oggi? Perché è una Corte dal prestigio giudiziario elevato, conquistato sul campo», ha esordito il ministro. Nel suo discorso cenni significativi alla piaga del sovraffollamento delle carceri «sul cui si valuta la civiltà di un popolo». Un problema che appesantisce anche il carico dei magistrati con richieste di revisioni della pena. Altra carenza è la mancanza d’organico nella procura di Catania, con «nove sostituti vacanti su un organico di 46». Un problema particolarmente grave «dato il ruolo nella lotta alla criminalità organizzata», come ricorda lo stesso ministro Severino, che si concede due variazioni sul testo del discorso ringraziando pubblicamente il nuovo Procuratore di Catania Giovanni Salvi e il presidente di Confindustria Sicilia Ivan Lo Bello «per il suo ruolo nella lotta alla mafia nelle imprese».
Molto atteso il discorso del presidente dell’ordine degli avvocati di Catania Maurizio Magnano di San Lio, che ha letto un documento nel quale ha esposto otto punti contro la riforma degli ordini professionali. Unico avvocato presente, Magnano di San Lio abbandona la sala subito dopo il discorso, e sulla situazione dell’edilizia giudiziaria catanese dichiara «conosciamo benissimo i problemi, ma la soluzione a questi non può essere una riorganizzazione imposta con autorità, ci vuole concertazione». Il nodo centrale a Catania è quello della riorganizzazione degli spazi, insufficienti ad ospitare gli uffici giudiziari. «La riorganizzazione è il problema che sta in testa ad ogni azione riformatrice, e ora dobbiamo affrontarla per contingenti motivi economici», ricordava il presidente di corte d’Appello di Catania Alfio Scuto nel discorso inaugurale, indicando come simbolo della situazione i problemi della prima sezione del tribunale del Lavoro di Catania, ubicata in una sede inadeguata in via Guardia della Carvana. Scuto, oltre alla proposta del sindaco di Catania Raffaele Stancanelli sul «progetto di finanza per la cittadella della giustizia», ricorda che a breve verranno fatti numerosi accorpamenti di uffici e sedi distaccate dei tribunali. Tra queste la riorganizzazione degli uffici dei giudici di Pace, e la riduzione d’organico in molti tribunali periferici.
Fuori dal palazzo, mentre un gruppo di giovani avvocati protestava contro i tagli al tribunale di Modica distribuendo cioccolata tipica, Ivan Lo Bello s’è detto «onorato della citazione del ministro» e rispondendo alle domande dei giornalisti, ha confermato che Confindustria depositerà alla procura una denuncia sulle infiltrazioni mafiose nelle proteste dei Forconi. «Basti ricordare che pochi metri dietro Richichi a Palermo c’era Enzo Ercolano» ha ricordato il numero uno di Confindustria. Presenti all’esterno del tribunale anche i Radicali che con un piccolo presidio hanno chiesto un’amnistia per risolvere il problema del sovraffollamento. E proprio al termine dei lavori il ministro Severino si è recato in visita straordinaria al carcere di piazza Lanza. «Un carcere che ha bisogno di interventi immediati», ha dichiarato il ministro, che ha anche confermato la costruzione di un nuovo carcere in città.