di Gabriele Bonafede
Nel 279 AC, Pirro re dellEpiro sconfisse i romani ad Ascoli Satriano. Perdendo però così tanti uomini, dei migliori, da fargli dire la frase giunta sino a noi: Unaltra vittoria così e sarò perduto. Da allora, da più di 2000 anni, in Italia diciamo una vittoria di Pirro, laddove essa sia costata troppo e possa essere considerata come una vittoria tattica ma come una sconfitta strategica.
Oggi la cancelliera tedesca Angela Merkel si trova nella stessa situazione, sia in Europa sia in Germania.
In Europa, la sua vittoria politica è costata molto, troppo. Per piacere agli elettori tedeschi ha imposto una cura da cavallo alle economie malate dei paesi deboli dellUE. Antibiotici a tempesta sono stati somministrati alle economie di Grecia, Spagna, Italia, Portogallo, etc., sotto forma di tagli draconiani alle spese pubbliche e private. Nessuna vitamina è stata somministrata al contempo e i pazienti stanno morendo tutti. Chi in coma, chi alla bombola dossigeno, chi ha già chiamato larciprete per la benedizione finale.
La Merkel si trova quindi a guidare unEuropa ridotta a mal partito dove la disoccupazione e la disperazione hanno raggiunto livelli paragonabili solo a quelli della Grande Depressione degli anni 30. Anni bui, soprattutto per la Germania che oggi è unisola felice con il disastro intorno.
In Germania la vittoria di Pirro della Merkel è ancora più tangibile. Il suo partito ha raggiunto un livello mai visto prima di Adenauer, vero. I suoi generali e tutta la stampa europea e mondiale hanno cantato questa grande ed epica vittoria. Ma è stata ottenuta a caro, carissimo prezzo: con la sconfitta cocente dellalleato fondamentale della Merkel per formare un governo, e cioè i liberali dellFDP che non sono nemmeno riusciti a entrare in parlamento.
I morti e i feriti dell’FDP, sotto forma di parlamentari “trombati” si contano a decine. Nessuno si è salvato, nessuno è entrato in parlamento.
Adesso la Merkel, pur avendo un numero enorme di parlamentari del proprio partito (la CDU/CSU, ossia il corrispondente della nostra democrazia cristiana) non può formare un governo di maggioranza se non chiedendo alla SPD (i socialdemocratici, simili al nostro PD) di entrare a farne parte.
Ma la SPD si sta facendo i conti bene. Lultima volta che è stata attratta in questa trappola, proprio dalla Merkel, ha pagato molto. E ancora oggi la SPD si lecca le ferite dovute a quella presenza nella grande coalizione di alcuni anni fa, che fece andare in caduta libera il proprio consenso.
Già allindomani delle elezioni le dichiarazioni dei leader della SPD cominciano a dare non pochi grattacapi alla Merkel. Il segretario della SPD Sigmar Gabriel ha dichiarato che Non cè alcun automatismo per una grande coalizione. Ha rincarato la dose il candidato premier Peer Steinbrück, grande coalizione? La SPD suggerisce a se stessa si no.
Potrebbero essere prime schermaglie di trattative, a fronte di una Merkel che ha già dichiarato davere chiesto a Sigmar Gabriel la disponibilità a formare un governo. Ricevendo lovvia e umiliante risposta daspettare.
E se prendiamo alla lettera le parole degli esponenti del partito di centrosinistra tedesco, si profila una situazione quanto meno imbarazzante per Angela Merkel: ha vinto le lezioni ma non può formare il governo. Bellaffare.
Va anche considerato che i tedeschi pesano molto le parole e guardano con orrore al doversi contraddire su quanto già dichiarato. Dunque, se le parole di Peer Steinbrück saranno confermate, la SPD potrebbe effettivamente rifiutare dentrare nel governo. Difficilmente entreranno nel governo i Verdi, alle prese anche loro con rese dei conti e discussioni interne. E va da se che la Linke (la sinistra estrema) non farà mai parte di un governo con la CSU/CDU.
Si potrebbe dunque aprire una lunga crisi di governo allindomani delle elezioni o, quantomeno, tempi di formazione del governo molto lunghi, soprattutto per gli standard della tanto efficiente Germania…
Aver vinto perdendo il sostegno fondamentale dei liberali in parlamento fa della Merkel una vera e propria regina dEpiro.
Ed essendo già la regina duna Europa ridotta più o meno come lesercito di Pirro dopo la battaglia di Ascoli Satriano, il titolo le si addice particolarmente.
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