Anfiteatro romano, presentata ricostruzione 3d Ibam-Cnr: «Servirà a turismo, Comune e scuole»

«Rendere visibile l’invisibile». Il progetto di ricostruzione tridimensionale dell’anfiteatro romano di piazza Stesicoro nasce nel 2014 con queste parole. Appartengono a Daniele Malfitana – direttore dell’istituto per i beni archeologici e monumentali (Ibam) del Centro nazionale di ricerca (Cnr) – e manifestano intenzioni simili a quelle che nel 1748 spinsero Ignazio Paternò Castello, principe di Biscari, ad avviare i primi scavi per riportare alla luce quella che fu la terza arena dell’impero romano per grandezza. Grazie alle nuove tecnologie di digitalizzazione grafica, 267 anni dopo, il progetto è stato completato dall’Ibam e presentato al Comune di Catania.

Parte del risultato di otto mesi di lavoro è un filmato di circa cinque minuti che mostra non solo la struttura originale dell’anfiteatro, ma anche la sua funzione sociale nel contesto romano. «Non si tratta di una ricostruzione disneyana ma scientifica. Fondata su rilievi geologici, architettonici, storici e culturali – dice Malfitana, che anticipa – Entro l’anno sarà completata la piattaforma informativa che raccoglierà tutti i dati del patrimonio culturale di Catania». Realizzata attraverso la tecnologia Gis, assocerà le immagini alle informazioni da leggere, e sarà disponibile su internet. Uno strumento utile per il turismo – «per fare conoscere il patrimonio monumentale nascosto della città» – ma anche per la pubblica amministrazione – «che, prima di aprire cantieri, potrà verificare la presenza di reperti archeologici nel sottosuolo» – e alle scuole – «per creare dei meccanismi virtuosi di inclusione sociale, attraverso la conoscenza del proprio territorio».

Il lavoro è stato finanziato con i 20 milioni stanziati dal ministero dell’Istruzione per il
progetto Smart cities. «Il video non sarà subito caricato sul web (dove si trova già il trailer, che su YouTube è stato visto oltre 30mila volte, ndr) – spiega Malfitana – Ma sarà disponibile al Living lab». La struttura in via Manzoni presa in affitto dalla famiglia Tregua da parte del Comune di Catania – non senza polemiche – e affidata all’Ibam per farne una sala multimediale. «Il lab offre al visitatore la possibilità di immergersi meglio nel contesto virtuale che ricostruisce la città del passato e quindi aiuta l’apprendimento». Entro la fine dell’anno sarà pronto anche il tour virtuale dell’anfiteatro, «che permetterà di visitare attraverso uno schermo le zone meno conosciute o inaccessibili, come i sotterranei». La struttura romana – sulla quale poggiano non senza conseguenze la chiesa di San Biagio e il cortile di villa Cerami – è chiusa in più punti per ragioni di sicurezza. Di recente sono stati stanziati cinque milioni di euro per dei lavori di recupero che dovrebbero essere completati entro il 2020.

Ultimato il progetto sull’anfiteatro, «realizzeremo la ricostruzione grafica tridimensionale anche delle
terme Achilleane e del Teatro greco romano – anticipa il direttore dell’Ibam – Poi ci dedicheremo ad altri progetti». Come le terme di Santa Venera al pozzo. Alla presentazione interviene anche Livio Gigliuto, consulente comunale per il marketing territoriale: «Rilancerà la città come meta turistica ma anche di studio archeologico». Assente invece il sindaco Enzo Bianco. «Le scosse di terremoto che hanno interessato il Catanese hanno reso necessaria la sua presenza altrove per attivare tutte le procedure di emergenza», spiega l’assessore all’Urbanistica Salvo Di Salvo, che fa le veci del primo cittadino. Ad aspettarlo fuori da palazzo degli Elefanti c’era anche MeridioNews, che avrebbe voluto chiedere a Bianco chiarimenti sull’intercettazione tra lui e Mario Ciancio che i carabinieri ricollegano all’affare Pua


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