Anche Toni Scilla saluta Grande Sud. Laddio al partito di Gianfranco Miccichè, da parte dellex parlamentare regionale trapanese, dovrebbe essere ufficializzato domani mattina nel corso di una conferenza stampa che lo stesso Scilla terrà al Cine Teatro Rivoli di Mazara del Vallo, la sua città. (soto, a destra, Toni Scilla)
Perché Scilla – che, peraltro, è il coordinatore di Grande Sud a Trapani – lascia il Partito di Miccichè? Semplice: perché il Partito di Miccichè glielha combinata per la seconda volta. In pratica, Scilla avrebbe dovuto essere uno dei naturali candidati alle elezioni politiche nazionali. Invece Miccichè, detto in soldoni, gli ha preferito Mario Ferrara.
Per Scilla si è trattato di uno schiaffo che gli ha aperto gli occhi. Oggi lex parlamentare regionale ha finalmente capito che i vertici di Grande Sud non lo hanno trattato bene. Anzi. Scilla, alle ultime elezioni regionali, ha preso 8 mila voti circa. Un grande risultato. Ha praticamente raddoppiato i voti rispetto alla sua elezione del 2008. E questo nonostante lo spaventoso aumento dellastensionismo registrato alle ultime elezioni regionali.
Nonostante il grande risultato elettorale ottenuto nel suo collegio – Trapani – alle ultime elezioni regionali, Scilla non è risultato eletto a Sala dErcole. Questo perché i vertici di Grande Sud, allultimo momento, gli hanno fatto lo sgambetto. Per dirla in breve, grazie al ritiro, allultimo momento, di un candidato, il seggio che avrebbe dovuto essere di Scilla se lè pappato il partito dei Siciliani di Raffaele Lombardo.
Forte del grande consenso che gode nella sua provincia, Scilla ha aspettato le elezioni nazionali. Forse perché cera limpegno di Grande Sud a candidarlo. Ma Miccichè, una volta siglato laccordo con Berlusconi, ha tutelato i suoi amici, grazie a una legge elettorale – il Porcellum – che serve proprio a questo: consentire ai capi dei Partiti di portare a Roma i propri camerieri, meglio se senza voti. (a sinistra, Gianfranco Miccichè e Raffaele Lombardo)
Scilla non è il primo dirigente di Grande Sud che lascia il Partito. E già andato via Michele Cimino, parlamentare regionale uscente. Lo ha seguito a ruota Titti Bufardeci, altro politico sacrificato alle scorse elezioni regionali. Anche Bufardeci, pur avendo ottenuto quasi 8 mila voti di preferenza, non è risultato eletto allArs.
Inevitabile epilogo di una linea politica sbagliata: ovvero la candidatura alla presidenza della Regione, dello stesso Miccichè: candidatura, sponsorizzata dal Partito dei Siciliani di Raffaele Lombardo che è servita soltanto, alla fine, per non fare eleggere Nello Musumeci e per fare eleggere Rosario Crocetta.
Oggi, anche per una questione di coerenza, Bufardeci si rifiuta di rientrale nel Pdl come hanno fatto Miccichè e Lombardo che, senza vergogna, dopo aver sputato veleno per quattro anni sul Pdl, sono andati a pietire i posti in lista da Berlusconi. Il quale, alla fine, ha riammesso Miccichè e Lombardo nella grande casa del Pdl.
Il Cavaliere lha fatto per i voti? In parte sì. In parte anche perché, in fondo, Berlusconi, Miccichè e Lombardo sono fatti della stessa pasta.
Un altro che è andato via è il giovane Edy Tamaio, appena eletto all’Ars. Mentre un quarto personaggio politico ha fregato Miccichè per ben due volte. Si tratta di Riccardo Savona (foto a destra). Il quale, alle ultime elezioni regionali, ha preteso e ottenuto la candidatura nella lista di Grande Sud, perché temeva – e aveva ragione – che se si fosse candidato nella sua lista fai da te (Movimento popolare siciliano) non sarebbe mai stato eletto perché mai e poi mai avrebbe superato lo sbarramento del 5 per cento.
Savona, dopo essere’salito’ sul ‘taxi’ di Grande Sud e, naturalmente, dopo essere stato eletto è passato con il presidente Rosario Crocetta. Insomma: invece di farsi fregare da Miccichè e da Lombardo li ha fregati.
Ora anche Toni Scilla lascia Grande Sud. Per chi voterà lex parlamentare regionale trapanese? La domanda non è oziosa. La sensazione è che il centrodestra siciliano, che già di pezzi, in questa campagna elettorale, ne ha persi tanti (Cimino, Bufardeci, Tamaio e Savona, che voteranno tutti per il centrosinistra), si accinge a dire addio a un altro bel pacchetto di voti.
Un altro capolavoro di Gianfranco Miccichè che, alla fine, di acqua al centrosinistra siciliano ne sta portando tanta
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