Anche in Sicilia un’amministrazione pubblica al servizio del cittadino? Magari!

La raccolta dei rifiuti in Sicilia? Nella stragrande maggioranza dei casi è pessima. E costosissima. La gestione dell’acqua? In alcuni casi va, in altri meno. In ogni caso, è gestita da privati. La gestione delle autostrade nella nostra Isola? Un disastro totale. La gestione delle strisce blu, ovvero i parcheggi a pagamento, per esempio, a Palermo? Ce ne sono troppi, più di quelli consentiti dalla legge.

Sono tanti gli abusi e le vessazioni che la pubblica amministrazione infligge ai cittadini. Che fare per combattere queste ingiustizie? Ci si può rivolgere alle associazioni dei consumatori. Che non sempre danno risposte concrete.

Un’idea diversa potrebbe essere quella di una legge. Magari regionale, visto che la Sicilia è una Regione Autonoma. Ci provano i deputati del gruppo parlamentare della Lista Musumeci (primo firmatario Gino Ioppolo), che hanno presentato un disegno di legge per introdurre in Sicilia le procedure “per rilevare la qualità, percepita dai cittadini, dei servizi erogati dalla pubblica amministrazione”.

In base a questa proposta le amministrazioni regionali, le autonomie locali, le Aziende sanitarie provinciali, le Aziende ospedaliere e tutti gli enti sottoposti a vigilanza e controllo da parte della Regione Siciliana, se il disegno di legge diventerà legge, dovrebbero disporre “idonei sistemi di verifica e di valutazione della qualità ed efficacia, percepita dai cittadini, dei servizi prestati”.

“Nel predisporre questi sistemi per verificare la qualità ed l’efficacia dei servizi prestati – si legge in un comunicato della Lista Musumeci – si prevede l’adozione di criteri per la corretta e tempestiva pubblicizzazione dei servizi erogati; la periodicità delle rilevazioni; l’adozione di idonee misure atte a garantire la partecipazione degli utenti alle procedure di valutazione; l’applicazione di specifici parametri e strumenti di misurazione della qualità dei servizi percepita; la pubblicizzazione, con mezzi idonei, dei risultati delle rilevazioni; le modalità attraverso cui si definiscono e, conseguentemente, si applicano le nuove strategie di intervento ed i programmi di miglioramento dei servizi, in correlazione con i risultati delle rilevazioni effettuate; la creazione di specifiche competenze professionali necessarie alla progettazione e alla gestione delle rilevazioni”.

“La partecipazione dei cittadini per valutare la qualità e l’efficacia dei servizi prestati – sottolineano i deputati del Gruppo Lista Musumeci – è, oggi, un’esigenza largamente riconosciuta.
La misurazione del grado di soddisfazione degli utenti o, in altri termini, del grado della qualità percepita, deve servire ad ascoltare e a comprendere a fondo i bisogni che il cittadino esprime, a porre attenzione costante al suo giudizio, a sviluppare e a migliorare la capacità di dialogo e di relazione tra chi eroga il servizio e chi lo riceve. Consente, inoltre, alle amministrazioni, di uscire dalla propria autoreferenzialità, aiutandole a conoscere e a comprendere i bisogni dei destinatari ultimi delle proprie attività e a programmare, di conseguenza, sia le politiche pubbliche che il sistema di erogazione dei servizi”.

L’idea è bella. E ci auguriamo che l’Ars approvi una legge che affronti tali argomenti. Ma siamo pessimisti. Si trattarebbe di far diventare un po’ più civile l’amministrazione pubblica siciliana. Una scommessa un po’ ‘forte’ per Sala d’Ercole…

 


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