Anche Catania ha il suo Street Parade

Niente a che vedere con la famosissima sorella Berlinese che attira ogni anno centinaia di migliaia di giovani per le strade della metropoli tedesca. Lo Street Parade catanese, svoltosi tra le vie del centro e lo spiazzo della Plaia sabato scorso, ha attratto pochi appassionati del genere. Gente che, e si vedeva dalle magliette indossate, di raeve ne ha visti parecchi. Mancava il numero perché mancava la gente comune, e perché convincere i catanesi a mescolarsi con gli appassionati dei raeve è cosa difficile.

L’organizzazione è stata ottima e le attrezzature hanno lasciato a bocca aperta, per la potenza con cui trasmettevano la musica. Ma Catania non ha partecipato in massa: vuoi per la scarsa promozione dell’evento, vuoi per il solito scetticismo dei catanesi, molti dei quali guardavano incuriositi e spesso anche un po’ disgustati il corteo di giovani partito dalla Villa Bellini e che ha attraversato la via Etnea per poi arrivare a piazza Alcalà. Tutti dietro i tre camion armati di tutto punto, con casse potentissime e gruppi elettrogeni pronti a garantire ore e ore di musica di fila. Senza fermarsi. Così come i ragazzi dietro la carovana, chi ballava House, chi Techno e chi si accontentava della Drum & Bass.

La festa è poi continuata nello spiazzale dell’ingresso della Plaia, dove i 3 camion si sono definitvamente fermati, ed è andata avanti fino alle prime ore del mattino. Alcuni stremati sono addirittura arrivati a sdraiarsi a terra per recuperare le forze, altri imperterriti invece hanno continuato a ballare come degli ossessi nonostante avessero seguito il corteo fin dalla sua partenza alla villa Bellini, insensibili alla fatica.

Un po’ mediocri i dj, che hanno sbagliato passaggi elementari, complice forse la regia in movimento. Ma soprattutto ha pesato l’assenza di trasgressione, quella trasgressione che ha reso famosa la street parade di Berlino e Bologna. Nessun atto estremo. Nessun inno all’amore libero. Niente di niente. Solo qualche centinaio di ragazzi che muovevano le teste come dei forsennati con l’unico obiettivo di ballare fino all’indomani mattina.

Corposo il corpo di polizia che ha garantito la sicurezza del raeve itinerante, bloccando il traffico quando serviva e senza mai far pesare la propria presenza.

Forse lo Street Parade catanese merita un po’ di rodaggio per poter raggiungere i livelli che tutti gli organizzatori sperano. Insomma, bisogna attendere che il raeve itinerante diventi una tradizione anche a Catania, la città dalle idee sempre innovative.

Andrea Deioma

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