Dal 12 giugno venti allievi di diverse nazionalità si incontreranno al Montevergini, sotto la guida dell'associazione culturale Babel Crew, per un progetto rivolto a chiunque abbia vissuto la condizione di migrante. Riadattato un testo di Sartre del 1946 che, secondo l'ideatore Giuseppe Provinzano, «sembra scritto in piena epoca Donald Trump»
Amunì, al via i laboratori per futura Compagnia dei Migranti «Col teatro per avvicinarci al di là delle distanze percorse»
Un laboratorio teatrale che inizierà il 12 giugno al Teatro Montevergini per concludersi il 23 e che vedrà, al termine del percorso, la nascita di una Compagnia dei Migranti. Si tratta di Amunì, vincitore del bando MigrArti ’17 del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo (MiBACT): un progetto di formazione per le arti sceniche e i mestieri dello spettacolo dal vivo rivolto a chiunque abbia vissuto la condizione di migrante. Al laboratorio parteciperanno 20 allievi di diverse nazionalità. «Non ci rivolgiamo al migrante secondo la concezione mainstream – spiega Giuseppe Provinzano, teatrante e ideatore del progetto -, il nostro concept di progetto indica chiunque si sia sentito almeno una volta nella vita migrante. Tutti siamo accomunati dalla parola amunì: quella spinta che ti porta a partire, a lasciare la tua città, il tuo paese, la tua famiglia per una meta qualunque essa sia, con condizioni culturali ed economiche diverse. Il progetto, attraverso questa riflessione, vuole fare esplodere il concetto di migrante».
Curato dall’associazione culturale Babel Crew insieme a Per Esempio, Moltivolti, Teatro Biondo, Centro Astalli, The Factory, CSF_cooperazione senza frontiere e PYC-Palermo Youth Center, il laboratorio porterà alla messa in scena dello spettacolo La putain respecteuse (La puttana rispettosa) di Jean-Paul Sartre. «È stato scritto nel 1946 ma è un testo molto adatto al periodo contemporaneo, a leggerlo sembrerebbe che Sartre l’abbia scritto in piena era Donald Trump – spiega Provinzano -. Lo sto riadattando, mettendo ad esempio un coro che nel testo non compare. C’è un incipit, un mero fatto di cronaca che dà il via all’azione, molto da tragedia greca e in cui si riflette proprio sulla percezione della migrazione». Fino al 25 giugno si accettano le candidature per partecipare agli altri tre laboratori previsti dal progetto e incentrati sulla scenografia, sull’organizzazione e sulla comunicazione. I partecipanti lavoreranno al fianco dello staff di Babel Crew contribuendo alla realizzazione e alla promozione dello spettacolo, che debutterà a fine luglio. Le candidature devono essere inviate all’indirizzo amuni.babelcrew@gmail.com entro le 23:59 del 25 giugno 2017. I candidati devono allegare alla domanda un curriculum e una lettera di motivazione, all’interno della quale dovranno declinare a proprio modo il concept del progetto.
«Non sceglieremo a priori che tipo di compagnia sarà – dice l’artista – e al momento non sappiamo neanche che tipo di spettacolo faremo, potrebbe essere narrazione o danza, nel gruppo di lavoro che abbiamo costituito ci sono formatori in qualunque campo. Non sappiamo nemmeno se reciteremo in palermitano, in arabo, in francese, in inglese. Ci si potrà approcciare al teatro in maniera professionale, per darsi un’opportunità, che è anche culturale e di confronto». La prima open call era scaduta il 30 maggio, ed è stata prorogata al 7 giugno. Dopo il laboratorio il gruppo si stringerà per iniziare a luglio la prima vera produzione della Compagnia dei Migranti. «Noi speriamo che la compagnia vada oltre il bando, che vada avanti come lo autodetermineremo noi. C’è un riferimento letterario, Josè Saramago e il libro Viaggio in Portogallo, dove lo scrittore elenca i tipi di viaggiatore ma trova i punti di connessione. Allo stesso modo anche noi vogliamo rintracciare una radice comune nei cosiddetti migranti, per avvicinarci al di là delle distanze che abbiamo percorso».