Ammortizzatori in deroga, non ci sono fondi La Cisl: «A Catania 457 domande bloccate»

Mancano i fondi regionali per gli ammortizzatori sociali in deroga. Nell’ufficio provinciale del Lavoro di Catania, da gennaio 2012, su 600 domande di lavoratori, solo 143 sono state accolte. La Cisl Catania ha protestato con un sit in davanti la prefettura ieri mattina, chiedendo provvedimenti immediati alla Regione Sicilia. «Al presidente Rosario Crocetta chiediamo i fondi per sbloccare le 457 pratiche dei lavoratori catanesi inevase, per le quali servirebbero 40 milioni di euro», ha dichiarato il segretario territoriale Cisl Giuseppe Foresta. Una situazione particolarmente grave per i sindacalisti, in quanto «la cassa integrazione in deroga tutela la maggioranza dei lavoratori, di aziende di tutti i settori con meno di 50 dipendenti, che non possono usufruire della cassa integrazione ordinaria, erogando l’80 per cento dello stipendio», come precisa Rosanna Rotolo, membro della segreteria provinciale del sindacato. Per Rotolo, quella della cassa integrazione in deroga è «una misura fondamentale in periodo di crisi, introdotta nel 2008 e sempre più utilizzata, ma che le Regioni devono finanziare per il 40 per cento, garantendo anche dei corsi di formazione ai lavoratori, anche questi non effettuati per via della crisi del settore alla Regione». Sotto la pioggia, insieme ai sindacalisti, un cinquantina di lavoratori che hanno atteso dalle nove e mezzo per circa tre ore, ottenendo un incontro con il viceprefetto Annamaria Polimeni, al quale è stato consegnato un documento di riassunto della situazione della mobilità in Sicilia nel 2012.

«Il viceprefetto è stato molto gentile, ci ha detto che parlerà della questione con Regione e governo nazionale, ma qui è la politica che si deve muovere», ha riferito Salvatore Faro, Rsu dei lavoratori ex Cesame, presente all’incontro. «Da inizio anno quasi duecento lavoratori ex Cesame non hanno ricevuto nessun contributo», ha spiegato Faro che ha usufruito dal 2005 al 2008, e poi dal 2008 al 2011, della cassa integrazione ordinaria. E che adesso avrebbe diritto a quella  in deroga, come già riconosciuto a molti suoi colleghi. «Solo per chi ha presentato la domanda a gennaio la pratica è andata avanti, da febbraio in poi tutto è fermo: non vogliamo un sussidio per cullarci e non fare nulla, ma qui si tratta di dignità», ha concluso. Una situazione che non riguarda solo gli ex dipendenti della ditta catanese, come spiega Rosanna Rotolo. Se i fondi della cassa integrazione in deroga fossero presenti, «situazioni come quelle di Antenna Sicilia, con 28 lavoratori licenziati, sarebbero state meno drammatiche. Adesso si ritroveranno senza ammortizzatori sociali, come tutti gli altri lavoratori di aziende di tutti i settori», ha concluso la sindacalista.

«Avevamo già protestato il 25 settembre, senza ottenere nessun miglioramento della situazione», ha spiegato Foresta. «Le pratiche solitamente vengono approvate per periodi annuali – ha continunato il sindacalista -. Il 31 dicembre scadranno anche quelle già approvate e finanziate di 143 lavoratori, ma speriamo in uno sblocco della situazione perché ulteriori 60 milioni dovrebbero arrivare dal governo nazionale». Se l’esito dell’incontro fosse nuovamente negativo, hanno annunciato di voler «organizzare una grande manifestazione, magari unitaria, ma stavolta da tenere sotto la presidenza della Regione a Palermo».


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Cassa integrazione in deroga: 600 lavoratori nella sola provincia di Catania hanno fatto domanda per accedervi, ma solo in 143 l'hanno ottenuta. Una situazione denunciata ieri dalla Cisl Catania, con un sit in davanti la prefettura. «Manca il 40 per cento dei fondi sulla mobilità in deroga che deve mettere la Regione», spiegano i sindacalisti, ricevuti dal viceprefetto insieme ai lavoratori, tra cui molti ex Cesame

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