«La nostra è una lista civica che non ha simboli di partito ma rivendica con orgoglio una politica che non lascia indietro nessuno e il nostro candidato sindaco è Leoluca Orlando». Così Luigi Carollo, portavoce tra gli ideatori del Palermo Pride, spiega ai cantieri culturali della Zisa i cardini del programma
Amministrative, la lista Sinistra Comune per Orlando «No al ritorno della destra, ha massacrato la città»
Parità di genere, diritti, ecologia, lavoro, casa. Questo il progetto politico di Sinistra Comune. «La nostra è una lista civica che non ha simboli di partito ma rivendica con orgoglio una politica che non lascia indietro nessuno e il nostro candidato sindaco è Leoluca Orlando». Così Luigi Carollo, portavoce del soggetto politico e tra gli ideatori del Palermo Pride, spiega ai cantieri culturali della Zisa i cardini del programma di Sinistra Comune. «Questa amministrazione è stata un’anomalia – aggiunge – anche a livello europeo per le sue politiche di accoglienza. Il nostro obiettivo? Arginare quella destra che ha massacrato Palermo solo pochi anni fa e che non è sparita ma si è nascosta come azionista di maggioranza di un altro candidato sindaco».
Non nomina mai il candidato Ferrandelli, ma il riferimento è a questo «convitato di pietra» che torna a sfidare Orlando, che qui prova a catalizzare un consenso trasversale di una sinistra dalle mille anime. «Noi non andiamo all’inseguimento di nessuno, Miceli ha detto delle cose su cui concordiamo, bisogna arginare i populismi, se il tema del Pd è che questo confine si costruisce con delle somme elettorali, questo schema è perdente, se invece l’argine sono le politiche di sinistra allora siamo tutti nell’alleanza giusta». Carollo sgombra così il campo dalle annose polemiche delle alleanze tra il sindaco uscente e il Pd e su questo interviene anche uno scalpitante Orlando: «Parlo anche se non sono direttamente interpellato», dice, forte di un consenso trasversale derivante da «quelle persone che ci faranno vincere perché, pur non partecipando a incontri politici condividono la necessità di un cambio culturale. Quando si fanno delle alleanze innaturali si dice facciamo prima il programma, con la riserva di impedire poi all’altro di realizzare quello che vuole. Noi invece abbiamo una visione comune che è stata pratica amministrativa per cinque anni».
«Questo non è un luogo di scissioni e non abbiamo garanti che ci dettano la linea politica dall’alto – sottolinea Carollo – ma è uno spazio aperto di uomini e donne che si battono per i diritti civili e che ha saputo riunire tutte le anime della sinistra, grazie ai gruppi di ideazione che elaborano programmi e li rendono vivi nei territori». In vista delle prossime amministrative la sinistra si aggrega così intorno ai suoi portavoce: Alessandra Sciurba ricercatrice universitaria, Tommaso Mazzara, socio fondatore Arci Porco rosso e dirigente Arci, Bijou Nzirirane, dirigente della Cgil. Una varietà di anime che si scorge tra i presenti all’istituto Gramsci, come il deputato Sel Erasmo Palazzotto, l’assessore alla scuola, Barbara Evola, la presidente della consulta delle culture, Delfina Nunes, l’assessore alla mobilità Giusto Catania, Luca Casarini attivista no global, Fateh Hamdan, gestore di Al Quds e fondatore della casa della cultura araba di Palermo. «Noi non facciamo comunarie tra i nostri aspiranti candidati – dice Tommaso Mazzara prima di annunciare la lista – e questa assemblea non è una fusione a freddo tra i vari candidati, i nomi di chi si è reso disponibile passeranno al vaglio dell’assemblea prima di tradursi in lista, ma sono ancora parziali, perché altri se ne aggiungeranno».
Orlando poi ringrazia donne e migranti «perché siamo tutti chiamati a interrogarci sui nostri diritti», e snocciola alcuni risultati come la pedonalizzazione del centro, la Ztl, e gli appalti pubblici, specie in settori come «acqua e rifiuti, perché siamo il secondo grande acquedotto pubblico dopo quello pugliese e l’unica realtà di Italia dove non c’è un solo appalto privato. Siamo scomodi rispetto a un sistema che costruisce un modello cianciminiano dei rapporti tra politica e mafia». Di diritti, beni comuni, accesso a energie rinnovabili, parla Alessandra Sciurba ricercatrice, che dice: «Anche noi vogliamo cancellare il campo Rom di Palermo, ma non con gli sgomberi. Questa non sarà mai la città dei centri di identificazione ed espulsione e degli hotspot, non vogliamo nessun ghetto». Sottolineando una differenza anche con il movimento 5 stelle, mai nominato: «La parola reddito di cittadinanza è ormai una parolina magica della campagna elettorale ma non si possono prendere in giro le persone sulla povertà, serve il welfare, l’innovazione ecologica, mettere pannelli fotovoltaici allo Zen per consentire a quei cittadini di non pagare più l’energia ma arrivare a rivenderla dentro un circuito di economia legale e sostenibile. Sono queste le nostre utopie concrete».