Amministrative, avanza l’ipotesi supergruppo Pd-M5s Da Cancelleri a Barbagallo: «È un’alleanza naturale»

Il governo di Giuseppe Conte è ormai solo un ricordo. Il nuovo esecutivo affidato a Mario Draghi si è insediato non senza qualche malumore interno ai partiti che hanno composto la coalizione del secondo mandato affidato all’avvocato di Volturara Appula, specie tra le fila del Movimento 5 stelle, tra espulsioni mal di pancia per un quesito, quello sulla piattaforma Rousseau, forse malposto, di sicuro poco apprezzato. Eppure qualcosa è rimasto a covare sotto le ceneri, il seme di un’intesa piuttosto ambigua, se si pensa agli scambi accesi che le parti in gioco non si sono risparmiate negli anni, ma che sembra essere un’ipotesi concreta per il futuro. Non solo sullo scenario politico nazionale, ma anche sul fronte delle Amministrative.

Il primo a lanciare il sasso nello stagno, a Palermo, è il consigliere del Movimento Antonino Randazzo, ex capogruppo pentastellato in sala delle Lapidi, un intero mandato all’opposizione di Leoluca Orlando, che sui propri social pubblica una foto dell’ormai ex premier con sotto l’annuncio della creazione del nuovo intergruppo parlamentare che riunisce M5s, Partito democratico e Leu. Un’immagine che Randazzo accompagna con un suo pensiero: «È la strada anche per le prossime elezioni amministrative a Palermo nel 2022». Una linea non del tutto inedita a livello locale, dove grillini e forze di centrosinistra hanno già provato la corsa fianco a fianco su un terreno tutt’altro che semplice, quello delle elezioni comunali di Termini Imerese. Esperimento riuscito, con la sindaca Maria Terranova che ha fatto incetta di preferenze. 

«Il progetto Termini Imerese è un percorso che a noi è piaciuto molto e che abbiamo condiviso – dice Randazzo a MeridioNews – Escludo che possiamo dialogare con il centrodestra o la destra, almeno a Palermo. Abbiamo detto sì all’ingresso in governo per salvare il lavoro fatto in questi anni con Giuseppe Conte, però riteniamo che su alcuni temi con il centrosinistra, Leu, il Pd, con tutto il mondo civico, si possa discutere. Possiamo provarci, i tempi sono maturi, noi siamo un gruppo maturo e pronti per governare questa città e non riusciamo a farlo da soli. È un momento storico particolare, abbiamo dimostrato in questi anni con il lavoro fatto che si possono portare dei risultati impensabili anche da opposizione costruttiva: dai fondi ex Gescal a quelli per l’Autorità portuale, alla questione cimiteri, con gli esposti in procura che hanno fatto emergere delle anomalie anche gravi, senza dimenticare la questione rifiuti».

Ma Randazzo non è l’unico a guardare all’esempio di Roma con negli occhi l’esperienza di Termini Imerese. Anche dall’altra parte arrivano segnali che suonano come più di una semplice apertura. Un riscontro importante arriva dal segretario regionale del Partito democratico, Anthony Barbagallo, per cui la prospettiva di alleanza giallorossa sarebbe «sicuramente un punto di partenza per tutti i grandi Comuni, e non solo. Ancora è presto – dice – ma è un’alleanza naturale, abbiamo tante cose in comune, lo abbiamo detto anche quando abbiamo ragionato su Termini Imerese. E se serve potremmo ampliare questa intesa anche ai moderati, il campo è quello». E per quanto riguarda Leu: «Con Claudio Fava ci sono buoni rapporti. Se abbiamo fatto un intergruppo è anche per questa prospettiva».

Dello stesso avviso anche Giancarlo Cancelleri, viceministro con il governo Conte, che resta sempre un saldo punto di riferimento per il Movimento siciliano e per i deputati pentastellati all’Ars. Cancelleri addirittura prospetta un blocco giallorosso per le elezioni del prossimo presidente della Regione. «Quella è l’intenzione – dice – Chiaramente da noi si parte dal basso, è il gruppo locale che sceglie se fare questo passo e poi ci si muove. Credo però che da qui alle Regionali il modello di Termini Imerese possa davvero dare tanti risultati, bisogna solo trovare candidati in grado di rappresentare al meglio questa alleanza, così come ha fatto Maria Terranova».

E quello sui nomi sarà probabilmente l’ostacolo più grande con cui la coalizione dovrebbe cimentarsi: Leoluca Orlando su Palermo non ha avuto rivali nelle ultime due tornate elettorali, ma non ha lasciato un erede designato e le alternative fin qui prodotte dalle varie opposizioni si sono di volta in volta dimostrate poco convincenti. Sul fronte regionale, invece, Nello Musumeci potrà contare sul supporto della Lega, che negli ultimi anni ha avuto un buon exploit anche in Sicilia e si presenterà come candidato forte. «Sappiamo bene che da soli non riusciremmo a vincere a Palermo – conclude Randazzo – E non voglio riconsegnare questa città ai vari Micciché e Cuffaro o alla Lega. Non vogliamo inserirci in un percorso in continuità con Orlando, non è nelle nostre intenzioni. Partiremo dai temi, come abbiamo sempre fatto: se ci sarà convergenza allora si andrà avanti, altrimenti non si partirà neanche. Noi parliamo di diritti, integrazione, ambiente, questioni pubbliche, impianti di gestione dei rifiuti che siano a impatto zero e di economia circolare, mentre qualcuno parla ancora di termovalorizzatori. Punti sui quali – conclude – si può trovare un dialogo con gruppi che in questa città al momento sono solo da una parte. Poi nulla è deciso, lo faremo tutti insieme, con la base, però per me è un segnale importante».


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