Con poco più di 48 ore di tempo per presentare i nomi, i giochi sono praticamente chiusi. Ma non nel grande centro a poca distanza dal capoluogo, dove la sfida è molto sentita nel M5s che qui ha governato tra contraddizioni e polemiche, con l'ennesima divisione tra i dem e una corsa contro il tempo per una propria lista
Amministrative 2019, i comuni al voto nel Palermitano A Bagheria cinque candidati col rebus del Pd spaccato
Tra meno di un mese sono cinque i comuni palermitani chiamati alle urne per eleggere il sindaco e il consiglio comunale. Si vota il 28 aprile, con eventuali ballottaggi il 12 maggio, a Bagheria, Monreale, Bonpietro, Cinisi e Roccamena. Una sfida che nei grossi centri saluta il ritorno dei simboli dei partiti accanto alle liste civiche. Ormai il tempo stringe e i giochi in buona parte sono praticamente chiusi: per presentare le liste c’è tempo fino alle 12 di mercoledì prossimo. Eppure, in alcuni centri potrebbe esserci spazio per qualche colpo di scena. Come a Bagheria dove dopo la controversa esperienza grillina, sotto la guida di Patrizio Cinque, è difficile ipotizzare una nuova amministrazione pentastellata.
A correre per la poltrona più alta per il M5s è Romina Ajello, 31 anni, attivista storica del meet up locali che ha ricoperto il ruolo sia di consigliere comunale sia di assessore. Una sfida impegnativa per Ajello, una fedelissima del primo cittadino al momento auto sospeso dal movimento, del quale raccoglie il testimone e, inevitabilmente, tutte le difficoltà e contraddizioni che hanno accompagnato la giunta uscente che qui hanno governato tra scandali e proteste. Allo stato attuale, il candidato che sembra godere di maggiori consensi e che rischia di vincere al primo turno e quello del centrodestra, il geometra Gino Di Stefano, 45 anni. Una sintesi unitaria supportata da Lega, Diventerà Bellissiama, Forza Italia, Udc e una serie di liste civiche.
Sulla carta una scelta che potrebbe rivelarsi azzeccata ma a dargli del filo da torcere, c’è il volto di Filippo Tripoli, 38 anni, consigliere comunale uscente. È sostenuto da sette liste di cui fanno parte alcuni consiglieri comunali che potrebbero contribuire a fargli ottenere un buon numero di preferenze grazie a un bacino di voti molto ampio. Le liste, infatti vanno dall’area di Saverio Romano fino a quella del Partito Democratico, con il recente ingresso del sostegno di Fratelli d’Italia. Un po’ troppo da digerire, forse, per un’area dei dem che, dopo giorni di dubbi e mal di pancia, ha rotto gli indugi annunciando un passo indietro.
«La cosa che ha posto fine a quel progetto di coalizione civica tra moderati e progressisti – ha scritto ieri sera su Facebook il segretario cittadino del Pd Orazio Amenta – è stata l’entrata del circolo locale di Fratelli d’Italia. Una componente politica, che fino a pochi giorni prima sosteneva un suo sindaco e che nulla aveva a che spartire col percorso fatto insieme, lontana anni luce da valori e ideali condivisi. Come si fa a pensare che per essere alternativi a Salvini bisogna allearsi con la Meloni? Mi dispiace, IO NON CI STO». Una scelta che certifica l’ennesima spaccatura tra i democratici che vede una parte con Tricoli mentre un’altra, quella che fa riferimento al Pd locale, lavora all’ipotesi di creare – ma manca veramente poco tempo – una lista a sostegno di un altro candidato. Ma di alternative ne rimangono solo due.
Si tratta di Alessandra Iannì, 48 anni, leader del movimento civico Movimentiamo Baarìa che si colloca in un’area progressista – ha sostenuto la candidatura di Fabrizio Micari alle ultime regionali -, e il docente Antonio Belvedere con Centro Passi una lista che nasce dall’esperienza di Claudio Fava, un’esperienza civica a cui ha aderito anche Articolo 1 – Mdp. Il tempo, però, è tiranno, e non è detto che il Pd riesca a presentare una nuova lista entro mercoledì mattina. I nodi verranno sciolti probabilmente nelle prossime ore.