Ambientalisti contro smantellamento dell’antenna Rai «Potrebbe diventare luogo per ricerche su maltempo»

Per i nisseni è uno dei simboli della storia della città ma, se la Soprintendenza ai Beni culturali non farà dietrofront, sarà smantellata già a partire da domani. L’antenna Rai di Caltanissetta, entrata in funzione nel 1951 per trasmettere il segnale radio sui paesi che si affacciano sul Mediterraneo, è la struttura più alta d’Italia. Gestito nell’ultimo periodo da Rai Way, l’impianto è stato spento il 9 agosto del 2004, a causa del progressivo calo dell’audience dalle Am (modulazione di ampiezza) e per l’alto costo di mantenimento degli impianti.  

Considerata un’opera di altissimo ingegno, sorge sulla collina Sant’Anna, misura 286 metri di altezza, poggia su una sfera di ceramica e sembra una matita con la punta in basso. Adesso la soprintendenza ai Beni culturali in una nota ha dichiarato che non esistono vincoli né paesaggistici né culturali, e domani, così come comunicato da Rai Way inizierà lo smantellamento. Le associazioni ambientaliste Italia Nostra, Wwf Sicilia, Legambiente e il comitato Parco Antenna Sant’Anna hanno diffidato, da tempo, la soprintendente Daniela Vullo a revocare entro 48 ore i pareri emessi e, qualora ciò non dovesse avvenire, adiranno le vie legali

«È un’antenna che non trasmette più – spiega il presidente Legambiente di Caltanissetta Ivo Cigna – e quindi non inquina, ha un alto valore storico-culturale e insiste su una collina di straordinaria bellezza. Da tempo proponiamo tra le altre ipotesi quella di costruire un museo delle telecomunicazioni. In questo momento – aggiunge – esistono due cordate di imprenditori interessati a questo sito. È stata avanzata anche un’altra ipotesi: poiché il Mediterraneo sta diventando un luogo di eventi meteorologici estremi, gli enti di ricerca sarebbero interessati a utilizzare la cima dell’antenna per fare un luogo di ricerca e studio. Sarebbe l’unico presente nel Mediterraneo».


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