Amat, nuovo contratto di servizio da 79 mln Agevolazioni per Ztl e strisce blu a un euro

Strisce blu a un euro, pass giornalieri e mensili per le Ztl con agevolazioni per i mezzi ecologici, la gestione del sistema della mobilità non solo con gli autobus ma anche con tram, car sharing e bike sharing. È questo il succo del nuovo contratto di servizio dell’Amat, che vale 79 milioni di euro e che è stato presentato oggi dal sindaco Leoluca Orlando, dall’assessore alla Mobilità Giusto Catania, e dal presidente Antonio Gristina. La delibera sarà inviata lunedì al Consiglio comunale. Il contratto ha validità biennale e «cambia la missione dell’azienda – ha affermato Catania -, che non si occuperà più solo degli autobus ma della mobilità nel suo complesso. Un modo per rilanciare il tema del trasporto pubblico in senso contrario a una Regione che continua a tagliare. Questo contratto è in grado di autosostenersi perché i costi sono standard, in linea con i parametri nazionali. La speranza è di imporre un cambiamento culturale, ovvero spostarsi non con l’auto privata ma col mezzo pubblico: ogni giorno ci sono 600mila veicoli in circolazione, un numero spropositato».

Il problema principale dell’Amat sono i soldi: l’azienda ha prodotto un utile di 76mila euro dopo anni di passivo ma alcuni dei ricavi del contratto di servizio sono legati ai fluttuanti trasferimenti regionali e alle previsioni di guadagno, come la stima di 8 milioni di passeggeri l’anno per il tram o quella di 30 milioni di ricavi lordi (e 28 netti) dalle Ztl. Tutto questo a fronte dei continui tagli di Palazzo d’Orleans, di autobus antiquati e di personale che invecchia. Il parco mezzi verrà lentamente sostituito: 18 autobus sono stati acquistati, per altrettanti è in corso la gara e con il Pon Metro si spera di comprarne 87 a metano, mentre si lavora ai due progetti per le stazioni di via Roccazzo e viale Francia. Non è un caso che la delibera di giunta sottolinei in modo chiaro che, se i proventi derivanti dalla gestione delle Ztl, delle strisce blu e della rimozione coatta dei veicoli fossero inferiori al previsto, «gli eventuali minori introiti potrebbero compromettere gli equilibri economici del piano industriale con ogni conseguenza sulla gestione dei servizi contrattualmente affidati».

Su questo punto il presidente Gristina è stato chiaro: «L’obiettivo è riuscire a fare a meno del contributo pubblico, perché non esiste più la possibilità di avere somme sicure a prescindere dai risultati. Dobbiamo essere in grado di generare utili da soli e di andare avanti anche se la Regione continua a tagliare». Che le sofferenze della partecipata di via Roccazzo siano antiche non è certo una scoperta: «Appena eletto sindaco di Palermo – ha raccontato Orlando – l’Amat era uno dei miei incubi a causa di un decreto ingiuntivo da 141 milioni di euro non pagati dal mio predecessore: basterebbe un quarto di questa cifra per mandare in dissesto l’intero Comune. Ora l’Amat può cambiare missione, non ci sono solo gli autobus. Siamo gli unici a sud di Firenze ad avere il car sharing elettrico, gli unici in Italia ad averlo per i disabili, abbiamo già esteso questo servizio alla provincia di Trapani e presto ci allargheremo a tutta la Sicilia occidentale. Per lavorare in sinergia con Ferrovie, porto e aeroporto – ha concluso il primo cittadino – basterebbe cedere l’1% a Gesap, Autorità Portuale e Rfi. I tecnici ministeriali mi hanno detto che il tram di Palermo è il più avanzato d’Italia dal punto di vista tecnico».

Anche per il presidente del Consiglio, Totò Orlando, questo contratto rappresenta comunque un passo avanti. «Fino a qualche anno fa ci ritrovavamo in quest’aula con i sindacati per parlare di stipendi arretrati  – ha detto -, ora si parla di un contratto di servizio che non viene rinnovato da più di 10 anni. Per non parlare delle Ztl che, senza il Put, sono costate alle casse di Palazzo delle Aquile 10 milioni di rimborsi alle aziende che se ne erano accaparrate la gestione. Noi siamo per la gestione pubblica del trasporto locale. Vogliamo garantire i livelli occupazionali e i servizi a una società che per anni ha pagato colpe non sue».

ZTL. Il pass mensile costerà 20 euro, quello giornaliero 5 euro. L’abbonamento annuale avrà un costo di 120 euro, che scendono a 60 per le auto elettriche e a 90 per quelle ibride o a gas/metano, mentre aumenta a 240 euro per le autolinee. Cifre a cui bisogna aggiungere il bollo. Al loro interno potranno circolare solo le 250mila auto con motore Euro 3 o superiore.

STRISCE BLU. Il costo del parcheggio a pagamento viene uniformato: spariscono le tariffe da 0.50 e 0.75 centesimi l’ora, i parcheggi costeranno tutti 1 euro l’ora.

SEGNALETICA ORIZZONTALE. Dopo il batti e ribatti con la Rap il presidente Gristina ha ribadito che «l’Amat non intende giustificarsi ma operare per risolvere un problema non legato esclusivamente alla propria operatività. Da gennaio operiamo soltanto con una vernice acrilica bicomponente, che, a differenza di quella monocomponente, quantomeno è più visibile di notte perché contiene scaglie di vetro visibili con la luce dei fari. Ora abbiamo le risorse per ammodernare il nostro parco mezzi, che non comprende solo autobus ma anche macchine specifiche per fare e pulire le strisce eliminando lo sporco. Da questo momento la responsabilità delle strisce pedonali sarà dell’Amat». 

RIMOZIONE COATTA. Per i mezzi fino a 1.5 tonnellata beccati in divieto di sosta si pagherà 60 euro più 3.20 a chilometro percorso dalla gru (che di notte diventano 75 euro più 4.16 a km); 80 euro più 3.72 a chilometro per i mezzi fra 1.5 e 3.5 tonnellate (in fascia notturna 100 euro più 4.83 a km); 125 euro (150 di notte) più 6.50 a chilometro incrementato del 10 per cento per ogni tonnellata in più per i mezzi che superano le 3.5 tonnellate. 

I NUMERI. L’importo del contratto, come visto, è di 79 milioni: 37 dalla Regione, 8 dai biglietti, 27.7 dal Comune per il programma di esercizio che prevede quasi 14 milioni di km all’anno, 3.2 dai servizi speciali, 3.6 dalla segnaletica, 30 dalla Ztl, altre risorse da strisce blu e rimozione coatta. E i tagli? La cura dimagrante di Palazzo d’Orleans si è tradotta in ben 157 milioni in meno per il Tpl in tutta la Sicilia. Anche Palermo paga dazio: nel 2009 riceveva dalla Regione 46.8 milioni, nel 2010 47.2 milioni, adesso 10 in meno. Quanto a produttività, l’Amat è ancora assai indietro rispetto alle altre grandi città: l’Atc di Bologna, per esempio, ha 1.251 mezzi e 2.159 addetti e garantisce 37.2 milioni di km l’anno a 108.4 milioni di passeggeri (il capoluogo, come detto, 17.6 milioni di km a 74 milioni di passeggeri con 522 mezzi e 1.816 dipendenti); l’Atm di Milano ha 2.995 mezzi e 9.379 addetti per 144.7 milioni di km annui e 682 milioni di passeggeri (contro i 74 milioni di via Roccazzo). 

«Sono molto preoccupato per l’impostazione finanziaria data all’equilibrio economico dell’Amat – ha detto il capogruppo Idv Filippo Occhipinti -, un’azienda che oggi soffre maledettamente i tagli e le inefficienze causate da anni di abbandono da parte dell’amministrazione comunale e della Regione. Tutto si basa sui 30 milioni di presunto incasso della Ztl, che a voler essere ottimisti si possono definire incerti più che per la Ztl, sarebbe giusto chiamarla ‘tassa per il tram’. Non si può scherzare – ha concluso – con i servizi alla città e con 1.500 posti di lavoro, serve un piano alternativo in caso di fallimento della Zona a traffico limitato. Il sindaco si fida troppo dei suoi assessori e dell’azienda».

Per Dario Chinnici, vicepresidente III Circoscrizione, «la giunta comunale è uscita allo scoperto perché i proventi della futura Ztl a pagamento, votata dall’intero Consiglio comunale, saranno utilizzati interamente per fare cassa con prospettive incerte di crescita per l’Amat. La Ztl deve essere uno strumento per combattere lo smog in città: si offrano agevolazioni in base alle fasce di reddito dei cittadini e si evitino incongruenze come questo piano che mette le auto storiche al pari delle auto Euro 6». Non è così per il segretario provinciale di Rifondazione Comunista Palermo, Vincenzo Fumetta: «Questo contratto rilancia l’azienda di trasporto pubblico sia nella gestione del trasporto gommato che dei nuovi servizi offerti alla città a partire dal tram. Questo avviene mantenendo fermi due importanti capisaldi politici che fanno parte del programma elettorale: l’azienda rimane pubblica e i livelli occupazionali vengono salvaguardati. Del nuovo contratto fanno parte anche le Ztl, i cui proventi saranno destinati a nuovi investimenti. In altre parole – conclude – vi sarà uno spostamento di risorse dall’uso dei veicoli privati verso il trasporto collettivo e questo va nella direzione di una maggiore mobilità sostenibile».

«Siamo fortemente preoccupati – sostiene il capogruppo del Pd Rosario Filoramo – per la scelta della giunta comunale di presentare il nuovo contratto di servizio senza avere messo mano ad una concreta razionalizzazione del servizio di trasporto pubblico. Non è possibile che le condizioni finanziarie per fare funzionare il tram vengano costruite sull’ennesima avventura tributaria che accomuna gli ultimi due sindaci di Palermo, la tassa della Ztl. Abbiamo votato il Pgtu e abbiamo convintamente previsto l’istituzione della Ztl a Palermo, fiduciosi che essa potesse garantire una concreta riduzione dei mezzi privati a vantaggio dell’utilizzo dei mezzi pubblici. Purtroppo – prosegue Filoramo – la giunta ha imposto all’Amat un piano industriale e conseguentemente un contratto di servizio che si reggono su un solo presupposto, fare cassa. Infatti intendono pareggiare i conti di Amat trasferendovi i proventi, trentamilioni annui, derivanti dalla vendita di 250mila pass a 120 ciascuno. Una nuova tassa sui tartassati palermitani. Una scelta scellerata che non ridurrà il numero di mezzi privati circolanti e che potrebbe nel contempo arrecare l’ennesima perdita alla nostra azienda trasporti».

Per Filoramo «si possono verificare due casi, entrambi negativi. Il primo di avere ancora 250mila auto circolanti all’interno della Ztl e Amat in pareggio. Il secondo, per ragioni virtuose e per la crisi economica, la pesante riduzione dell’obiettivo dei 250mila pass, con meno auto e meno inquinamento ma Amat in crisi. Noi proponiamo una moderna politica tariffaria che privilegi gli abbonamenti con forti sconti per studenti e lavoratori in modo di incrementare le entrate. Una Ztl che preveda esenzioni per la prima auto dei residenti all’interno della Ztl, costo dimezzato per le auto ibride ed elettriche. Infine – conclude il democratico -, quando saremo in grado di offrire concretamente l’attraversamento con i mezzi pubblici del centro città la definitiva chiusura della stessa al traffico privato di attraversamento».


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