Amat, nuove variazioni delle linee La 101 torna a fermare al Politeama

Continuano gli aggiustamenti dell’Amat alle linee degli autobus. Scattano oggi le modifiche ai tracciati di diverse linee: 101, 102, 107, 422, 442, 534 e 731. Nello specifico, da questa mattina, le navette Stazione centrale-Stadio della 101 abbandonano via Emerico Amari e riprendono via Ruggero Settimo, ripristinando la fermata a piazza Politeama. Arrivato a piazza Verdi il bus scenderà verso via Cavour per poi immettersi in via Roma. Stessa modifica per la 102, che allungherà il tragitto fino alla stazione centrale (per tutto il mese di gennaio avevano collegato la Stazione Notarbartolo con piazza Verdi). La linea 107 abbandona definitivamente via Roma e il suo prolungamento per spostarsi a valle, attraverso il percorso stazione centrale-Balsamo-Lincoln-Foro Italico-Crispi-Montepellegrino-Imperatore Federico-Stadio e viceversa. Il bus 422 passa dalle vie Roccazzo-Sarullo lasciando via Castellana; la linea 442 prende via Gualtiero al posto di via Montuoro; la 534 arrivata in via Di Blasi, invece di scendere da via Ruggeri e via Da Vinci giunge in viale Regione Siciliana e da lì va a fare inversione al ponte Pitrè. Infine l’autobus 731 torna al vecchio tracciato, da piazza Vergine Maria a piazza Croci.

Caso curioso quest’ultimo, di certo una delle linee che nel corso di un mese ha cambiato più volte. Considerato che, da piano aziendale, avrebbe dovuto allungare il tragitto collegando la borgata marinara e piazza Sturzo, con un percorso circolare per le vie Crispi, Amari, Roma e Calvi. Ma evidentemente questa scelta era nata sotto una cattiva stella, dato che appena due settimane dopo il trasloco, a metà gennaio un incontro tra funzionari dell’Amat e una rappresentanza del quartiere di Vergine Maria stabiliva il ripristino del tracciato storico (quello che prevede capolinea di transito a piazza Croci) dall’1 febbraio. A volte poi ci si mette anche il destino e – complice il forzato blocco stradale nella zona del Castello a mare per il disinnesco dell’ordigno bellico – l’Amat si ritrova ieri mattina a cercare una nuova strada alternativa. Decide così di arrendersi e tornare al passato in anticipo di 24 ore.

Nei prossimi giorni, inoltre, è previsto il ripristino della linea 923 Boccadifalco-Baida, inizialmente soppressa dal piano di riordino delle linee, dopo che una decina di giorni fa Amat, Comune e IV Circoscrizione hanno effettuato un sopralluogo del tracciato per verificare la presenza di criticità (che sono state escluse). Zona nord della città che si è sentita molto penalizzata dal taglio di diverse linee come la 364, la 365 – su disposizione della Regione a causa della non percorribilità di alcune strade ritenute inadatte ai bus -, la 906 e dalla modifica di percorsi, come nel caso della linea 380. Le proteste dei residenti dei quartieri di Aquino, Borgo Molara e della zona di via Calatafimi alta hanno quindi portato l’Amat, in sinergia con Comune e Regione, a un ripensamento culminato nel ripristino degli autobus sulla tratta 364 parcheggio Basile–Aquino. E potrebbero non essere gli ultimi cambiamenti, visto che l’azienda si era data due mesi di tempo per valutare la bontà delle scelte fatte.

Il piano di riorganizzazione – o taglio delle linee – è legato alla rimodulazione dei servizi da offrire, che vede da un lato l’ingresso dei tram e dall’altro il continuo ridimensionamento dei contributi regionali. Da qui la scelta di diminuire le tratte ridistribuendo le vetture e di contenere i costi per far fronte al problema dei numerosi mezzi fermi in deposito per assenza di ricambi o perché troppo vecchi. E appunto per questo, nei giorni scorsi, il cda dell’Amat ha determinato di rottamare 70 autobus fermi per guasto da molto tempo in vari parcheggi esterni al deposito di via Roccazzo, «il cui recupero tecnico e la successiva gestione risulterebbe molto oneroso». Spetterà però all’amministrazione comunale autorizzare la riduzione del parco mezzi – che attualmente conta 472 vetture più gli scuolabus – ed eventualmente acquistare i bus dismessi esercitando il diritto di prelazione garantitogli da una vecchia delibera di Sala delle Lapidi.


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