Amat di Palermo, le dimissioni del presidente Modica: spontanee o richieste?

LE REAZIONI DOPO L’ADDIO DEL NUMERO UNO DELL’AZIENDA PER IL TRASPORTO PUBBLICO DELLA CITTA’

Il presidente dell’Amat, Giuseppe Modica, si è dimesso, sembra per contrasti con il consiglio di amministrazione della società che si occupa del trasporto pubblico a Palermo.

“In un momento così delicato che richiede maggiore impegno da parte di tutti per il riassetto delle partecipate del Comune di Palermo, giunge l’ennesima beffa all’Amat con le dimissioni del Presidente, un fatto che conferma che anche all’interno del consiglio di amministrazione non c’è piena sintonia nell’affrontare le problematiche sul futuro dell’Azienda. Siamo molto preoccupati anche perché abbiamo avuto modo di apprezzare la professionalità del Presidente Modica”.

Questo il commento di Mimmo Milazzo Segretario Cisl Palermo Trapani, e di Salvatore Girgenti, Segretario Responsabile Aziendale Amat Fit Cisl .

“Tutto – dicono i due esponenti della Cisl – mentre gli utenti chiedono un servizio più efficiente e il suo potenziamento. La vicenda mostra purtroppo ancora una volta quanto l’assetto politico incida sulle stratege aziendali. Si pensi piuttosto al futuro dell’Azienda, dei suoi dipendenti e ad un piano industriale che sia adeguato alle esigenze dei cittadini”. 

“Siamo preoccupati per Palermo e per la mancanza di una visione complessiva della città”.

Così si esprime il segretario della Cgil di Palermo, Maurizio Calà, a proposito delle dimissioni del presidente dell’Amat, Modica, notizia giunta nel corso del congresso della Fillea Cgil di Palermo.

“Siamo già molto preoccupati per la crisi del settore edile, del tutto fermo – aggiunge Calà – in una città che sta rivelando tutte le sue fragilità, tra crolli nel Centro storico e disastri ecologici. Ed è con estrema preoccupazione che guardiamo alla situazione delle società partecipate del Comune di Palermo. E’ una vicenda che inquieta tra dimissioni indotte e scelte dei presidenti, evidentemente non dovute a problemi personali, ma a temi che riguardano questioni finanziarie e gestionali. Vorremmo capire qual è l’idea del Sindaco e dell’amministrazione su questa città”.

“E’ sulle singole partecipate e sui servizi che da tempo chiediamo di incontrarci per capire quali sono i piani dell’amministrazione. Ma dopo un primo incontro con i presidenti e col sindaco, rimandato a un successiva riunione, purtroppo registriamo di non essere più riusciti ad avere momenti di confronto. C’è ormai urgente bisogno di affrontare in maniera globale una discussione, a partire dalla ripresa del lavoro edile – conclude la Cgil -, settore base per fare ripartire l’economia a Palermo. Serve una discussione seria su come riorganizzare la città: dai crolli, al degrado delle periferie, agli autobus, alle scuole che cadono, alle infrastrutture sul territorio”.

Sulla vicenda intervengono anche il commento del segretario provinciale di Italia dei Valori, Sergio Mulè, e dei consiglieri comunali, naturalmente di Palermo, Paolo Caracausi e Filippo Occhipinti 

“Sta succedendo qualcosa nelle stanze di Palazzo delle Aquile – scrivono i tre dirigeti di Italia dei Valori -. lo dimostrano le dimissioni, ‘spontanee’ o ‘richieste’, che si succedono in questi giorni. Il qualcosa è sicuramente un ridisegno delle caselle di comando legate al Sindaco Orlando. Probabilmente si sta rendendo conto, alla buon’ora, che se continua a governare così il Comune va a sbattere e i cittadini non ricorderanno più che Orlando nella storia di questa città è stato un buon sindaco”.

“Noi in queste ultime settimane ci siamo preoccupati  proseguono i tre esponenti di IDV – di mettere al centro del dibattito i troppi problemi non risolti di questa città. Non abbiamo avuto la sensazione che il Sindaco e la Giunta ascoltassero le richieste che venivano dai diversi protagonisti del tessuto sociale ed economico della nostra città. Ci pare che sia venuto il tempo – concludono – che il centrosinistra unitariamente si incontri per condividere analisi e proposte da fare all’amministrazione perché si esca rapidamente da questo stallo che non fa bene alla città e ai cittadini”.

C’è anche l’intervento del parlamentare regionale del PD, Fabrizio Ferrandelli.

“Credo – dice Ferrandelli – sia tempo di accendere i riflettori sulle aziende controllate dal Comune di Palermo. Il caso Gesap, le dimissioni di due componenti del Cda di Amap e per ultimo l’addio del presidente di Amat non possono essere trattate semplicisticamente come vicende legate a problemi di governance, perché ci sono in gioco beni pubblici e servizi di pubblica utilità quali l’acqua e i trasporti e non il destino di amministratori e direttori”.

“Temo che sulle partecipate – aggiunge – la politica debba usare parole chiare e sciogliere tutte le contraddizioni. Aziende collettive, orientate al cittadino e non ai colori politici delle amministrazioni, non possono tradire la loro ‘mission’ che è quella di garantire esclusivamente servizi efficienti e gestioni economiche non fallimentari. La politica deve occuparsi solo di questo, premiando chi conosce qualcosa e non chi conosce qualcuno. In parole povere, le competenze”.

“Le dimissioni irrevocabili del presidente dell’Amat, Giuseppe Modica, sono un segnale preoccupante in un momento in cui l’azienda sta definendo il contratto di servizio con l’amministrazione comunale”.

Questo il commento di Antonino La Barbera, segretario regionale Cobas settore trasporti, che aggiunge: “Se è vero come è vero che Modica si è dimesso per insanabili contrasti con i componenti del Cda sulle modalità di gestione dell’azienda, allora riteniamo che il Comune abbia messo l’ormai ex presidente dell’Amat di fronte ad un aut aut. Insomma, una situazione che ricalca quanto successo all’Amap. A questo punto, quindi, l’intero Cda dovrebbe rassegnare le dimissioni. Dal socio unico Comune ci aspettiamo che sia fatta chiarezza e che subito venga sgombrato ogni dubbio su presunte condotte potenzialmente dannose per l’Amat e i suoi lavoratori”.

“Il Consiglio comunale – conclude La Barbera – convochi urgentemente i due componenti del Cda rimasti in carica, per capire cosa sta realmente succedendo all’interno di Amat”.


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