Da poco l’Amat ha diffuso i primi dati certificati sulle obliterazioni all’interno dei tram – le notizie precedenti erano stime del Comune -, che registrano circa 315mila biglietti venduti e timbrati nei primi 60 giorni di vita del nuovo mezzo di trasporto, ai quali vanno aggiunti i passeggeri abbonati e chi ha obliterato in precedenza sul bus. Fare un confronto tra il gradimento del tram e quello degli autobus non è semplice, dato che è più difficile avere una stima esatta del numero di vidimazioni sul mezzo gommato che – a differenza del tram – non ha macchinette collegate in rete tra loro e con una regia centrale.
A sorpresa i dati a disposizione parlano di una risalita di vendite e relativi incassi dopo un calo di circa 1,6 milioni di biglietti tra il 2013 e il 2015, passando da 7,9 milioni di euro di ricavi ai 5,7 milioni del 2015. Un dato, quest’ultimo, non ufficiale ma diffuso nei giorni scorsi dai sindacati Cobas e Ugl in occasione dello sciopero indetto il 26 febbraio. Ma i primi due mesi del 2016 stanno invertendo il trend: a gennaio sono stati comprati 405mila tagliandi e a febbraio 373mila – compresi i titoli giornalieri -, con un balzo rispetto allo stesso periodo del 2015 rispettivamente di 59mila e di 115mila biglietti venduti in più, mentre gli abbonamenti sono sostanzialmente invariati. Tra le possibili cause della diffidenza ci sono la scarsa velocità commerciale dei mezzi – che si attesta sugli 11 chilometri orari -, la poca frequenza di diverse linee semiperiferiche e periferiche, i finora deboli contrasti alla diffusa pratica del viaggiare senza biglietto.
Secondo l’azienda, infatti, sono in servizio quotidianamente 20 controllori per le linee su gomma, alle quali si aggiungono delle squadre esclusivamente dedicate al tram. Un numero davvero esiguo, se si pensa che l’Amat grarantisce 59 linee di bus (sei stagionali) spalmate su quasi 18 ore di servizio giornaliero, e i controllori sono concentrati soprattutto sulle linee più frequentate. A ciò si aggiungono i non rari guasti alle obliteratrici che scoraggiano chi comunque il biglietto lo ha pagato. In pratica, almeno per ora, il calcolo delle probabilità sorride ai viaggiatori a scrocco.
Riguardo al tema della velocità degli autobus, che si incastra nel circolo vizioso del traffico che genera ritardi che scoraggiano i passeggeri, il Comune ha programmato l’istituzione di corsie protette da cordoli, ma in alcuni casi l’ampiezza delle strade non consente l’apposizione di delimitatori o – vedi corso Tukory qualche anno fa – le proteste di commercianti e residenti hanno costretto l’amministrazione al dietrofront.
Sulla questione frequenze l’Amat ha cercato di rimescolare le carte con la riorganizzazione complessiva delle linee autobus, la cui fase di sperimentazione è finita qualche giorno fa, ma come spiega il segretario provinciale Ugl Trasporti, Corrado Di Maria, «I soli 200 mezzi che scendono in strada ogni giorno non bastano. Venti anni fa se ne impiegavano quasi 500 ed eravamo un esempio ben visto anche all’estero. Da inizio 2016 abbiamo fatto meno chilometri di quelli previsti dal contratto di servizio (13.876.800 annui, ndr). Gli scioperi li abbiamo intrapresi per ottenere un’organizzazione più serena del lavoro, non per i soldi. Se serve denaro possiamo recuperare una parte delle risorse dalle zone blu, visto che al momento ci sono pochi controllori, con gli altri che sono stati spostati al call center Ztl e ad altri servizi». Attualmente il parco mezzi tra i depositi di Roccazzo e quello che si sta svuotando – perché in affitto – a Brancaccio conta 472 vetture più gli scuolabus, ma molti sono fermi perché vecchi o guasti, tant’è che a breve sarà aggiudicata la gara da 22mila euro per la rottamazione di 70 tra i bus più obsoleti. Di contro nei mesi scorsi sono state acquistate 18 nuove vetture ed è previsto l’utilizzo di fondi Ue per altre 87.
La riorganizzazione ha modificato linee, disabilitato fermate – a volte attaccando un semplice foglio di carta – e abolito nodi storici come piazza Sturzo. In compenso è stato istituito il nodo Oreto, dove «il dipendente – spiega Di Maria – è costretto a svolgere il suo lavoro all’interno della sua auto, con conseguente disorientamento dell’utenza». L’Amat assicura che entro fine marzo inizierà il posizionamento delle prime tabelle aggiornate alle fermate, con una grafica omogenea a quella utilizzata dal tram.
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