L'argentino era legato ai rossazzurri fino a giugno 2015. Fuori dai convocati nelle ultime quattro gare, era sospettato essere il fuori lista scelto al termine del calciomercato. Nel 2013 Gasparin voleva mandarlo in scadenza, Cosentino gli offrì invece il prolungamento biennale
Almiron rescinde il contratto col Catania Prolungamento flop: 19 gare in due stagioni
Il Catania ha risolto il contratto (in scadenza giugno 2015) che lo legava al centrocampista argentino Sergio Bernardo Almiron. La voce della possibile risoluzione anticipata aveva preso a circolare con insistenza dal termine del calciomercato di gennaio. La serie B impone ai club di potere impiegare solo diciotto giocatori al di sopra dei 21 anni con l’eccezione di due bandiera (giocatori con almeno quattro anni consecutivi di militanza nel club). Il Catania, tra arrivi e cessioni, si era ritrovato con 19 over 21 e, già dall’estate, senza nessun potenziale bandiera (sarebbe bastato tenerne un altro in organico) che prendendo il posto del ceduto Spolli ne avrebbe potuto liberare uno nella lista degli over. Secondo le regole, ha quindi dovuto mettere fuori lista un over, che significa allenarlo e pagarlo senza però poterlo mai schierare in campo. L’ipotesi sul nominativo scelto, mai ufficializzato, è parsa sin dapprincipio ricadere su Almiron.
Il centrocampista argentino, classe 1980, da sempre molto stimato dal presidente Antonino Pulvirenti, era stato portato al Catania da Pietro Lo Monaco. Operazione condotta nell’estate del 2011 valsa pochi spiccioli alla Juventus (proprietaria del cartellino) ma un ben più sostanzioso contratto biennale al calciatore. Almiron fu protagonista assoluto di quelle due stagioni di serie A, giocate sotto la guida di Montella e poi Maran: 32 presenze nella prima, 30 nella seconda. Segnò quattro reti in ognuna: la prima contro l’Inter e, tra le altre, ben tre contro il Chievo Verona, sua vittima preferita. Tuttavia, già nel corso della seconda stagione, che portò allo storico ottavo posto in classifica, il record di diciotto sostituzioni avute in corso di partita tradivano, a 33 anni compiuti, le ormai non più perfette condizioni fisiche che, come appreso in seguito, gli impedivano spesso di allenarsi con continuità nel corso della settimana.
In ragione di ciò, per volontà dell’allora amministratore delegato Sergio Gasparin, il contratto in scadenza giugno 2013 era destinato ad estinguersi senza possibilità alcuna di prolungamento. L’ingresso in società di Pablo Cosentino cambiò, a sorpresa, le carte in tavola. L’allora vice-presidente, subentrato a Gasparin, si accordò con Almiron per il prolungamento biennale del contratto. Il giocatore, prima destinato all’addio, ritornò al centro del progetto tecnico. Purtroppo per il Catania, da allora in avanti, Almiron entrò in campo appena tredici volte nel campionato che portò alla retrocessione in B e sei in quello in corso, per lui conclusosi al penultimo posto in classifica dopo il 3-0 subito a Lanciano (sua ultima presenza). A pesare sul suo utilizzo, una serie senza fine di infortuni muscolari e acciacchi, tali e tanti da portare all’esasperazione Giuseppe Sannino che, da allenatore dei rossazzurri, sbottò affrontando il tema in conferenza stampa: «Basta parlare di Almiron! Rischiamo di illuderlo, ha invece bisogno di tempo per recuperare».
La risoluzione del contratto di Almiron segna un passo indietro della società sulle valutazioni d’inizio stagione. Al momento di scegliere la composizione dei 18 over 21 in lista, l’adesso amministratore delegato Pablo Cosentino non ebbe dubbi: «Puntiamo su Almiron, è un giocatore che può darci ancora molto. Sciacca e Moretti invece non fanno parte del nostro progetto e non ne farebbero parte neanche se il Catania avesse i posti liberi per inserirli in lista». Il primo dei due fu subito ceduto al Vicenza, il secondo, messo fuori lista con l’inizio del campionato, l’avrebbe seguito in biancorosso dopo qualche settimana.
Adesso c’è attesa per la comunicazione del club che ufficializzi la risoluzione ed i termini sulla base di cui è avvenuta. Il Catania, per sgravarsi dall’obbligo di allenare e tenere in gruppo il calciatore, potrebbe avergli corrisposto anticipatamente parte oppure l’intero ammontare dell’ingaggio spettante fino a giugno.