La conferenza ha dato il suo parere definitivo alla proposta del governo Renzi contenuta in un articolo dello Sblocca Italia. In tutto il Paese verranno realizzati otto impianti. Nell'Isola serviranno a bruciare 685mila tonnellate di rifiuti. Ministro Galletti: «Si crea una rete unica di smaltimento a livello nazionale»
Almeno due termovalorizzatori nell’Isola Stato-Regioni, anche la Sicilia vota sì
«Almeno due o più impianti di incenerimento» per smaltire 685mila tonnellate di rifiuti l’anno. È la decisione definitiva della conferenza Stato-Regioni sul destino dei termovalorizzatori in Sicilia. A cui ha votato sì anche Mariella Lo Bello, assessora alla Formazione, rappresentante del governo Crocetta nell’assemblea. Hanno fatto lo stesso i delegati di tutte le Regioni italiane, tranne Lombardia e Campania, chiamate ad esprimere un parere sulle norme contenute nell’articolo 35 dello Sblocca Italia. Soddisfatto il ministro dell’Ambiente, Gian Luca Galletti: «Con questo articolo, si rompe il principio dell’autosufficienza dello smaltimento dei rifiuti a livello regionale e si crea una rete unica di smaltimento a livello nazionale. Questo ci aiuta molto ad impostare un lavoro serio e ci serve anche per contrastare le infrazioni comunitarie cui l’Italia è esposta». Affermazione che conferma la possibilità di portare i rifiuti oltre i confini regionali, come previsto dallo Sblocca Italia.
L’indicazione di realizzare due impianti è arrivata dal governo Renzi già la scorsa estate. Sono succeduti i tentativi di modificare il progetto da parte della giunta Crocetta che propendeva per sei strutture più piccole. Proposta che trova un piccolo spiraglio nel documento sottoscritto oggi, che non impone un numero rigido di impianti: «La Regione Sicilia risulta priva di impianti di incenerimento – si legge nel documento approvato – ed è caratterizzata da un pressocché totale ricorso allo smaltimento in discarica, per questo è oggetto di pre-contenzioso europeo. Risulta evidente – continua – l’assoluta necessità di localizzare nell’Isola almeno due o più impianti di incenerimento di capacità pari al relativo fabbisogno». Quantificato, sulla base dei dati Ispra del 2013, in 685mila tonnellate. Ed è proprio su questa via di fuga che si aggrappa l’assessora Lo Bello: «Noi siamo per le strutture piccole e non per due grandi – commenta -. Sappiamo inoltre che ogni cosa sarà subordinata al tentativo che faremo fino in fondo di potenziare la raccolta differenziata. La Regione mantiene un margine di agibilità per realizzare le opere meno invasive».
Nell’iniziale bozza di Decreto del presidente del consiglio dei Ministri si parlava di 12 termovalorizzatori da realizzare in tutta Italia. Alla fine saranno otto. «È chiaro, e lo voglio dire con molta previsione – ha commentato il ministro Galletti – che questo piano parte dal presupposto che tutte le regioni arrivino al raggiungimento degli obiettivi fissati dall’Europa, quindi che tutte le regioni arrivino al 65 per cento di raccolta differenziata e che tutte colgano gli obiettivi di produzione dei rifiuti del 10 per cento; fatto questo conteggio, si individua ancora la necessità, del Paese in questo caso, di incenerimento, che equivale a otto termovalorizzatori».