Almaviva, Orlando scrive all’amministratore delegato «Disponibile a incontro con le parti»

Il sindaco di Palermo, Leoluca Orlando, ha inviato una  lettera ad Andrea Antonelli, amministratore delegato di Almaviva Contact in cui conferma la disponibilità dell’amministrazione comunale di Palermo ad un «incontro con tutti i soggetti istituzionali e sociali, volto ad affrontare il problema relativo all’avviso di sfratto comunicato dal fondo pensioni del Banco di Sicilia. Sarà utile avere piena conoscenza dei motivi alla base di detto provvedimento, delle posizioni aziendali, nonché degli impegni relativi a Palermo da parte del gruppo Almaviva».

«E’ ben presente a questa amministrazione comunale – si legge nella lettera del sindaco Orlando – la preoccupazione, di certo comune a tutti i soggetti coinvolti, delle conseguenze possibili per le lavoratrici e per i lavoratori del gruppo, a causa del determinarsi di una situazione di incertezza circa l’attuale dislocazione delle sedi Almaviva a Palermo. In questo senso l’Amministrazione comunale di Palermo è pronta a farsi promotrice di un apposito incontro finalizzato al confronto ed alla decisione che auspica positiva, certa dell’impegno di tutte le parti. Siamo altresì consapevoli ci siano in corso processi di attribuzione delle commesse che sin qui hanno determinato i vostri volumi di lavoro, a Palermo. Su questi auspichiamo una positiva soluzione» .

Ieri al termine di un incontro presso la sede romana dell’UIR (Unione degli Industriali e delle Imprese), dove si è discusso sulla vertenza Almaviva, la proprietà ha ribadito alle organizzazioni sindacali la situazione critica dell’azienda dovuta alla perdita di alcune commesse tra le quali quelle relative ai Comuni di Roma e di Milano e il rischio imminente di perdere anche la Wind, la cui gara sarà assegnata la prossima settimana. Se così fosse, Almaviva aprirebbe immediatamente i licenziamenti collettivi per 1700 lavoratori, quasi totalmente impiegati nel territorio siciliano.

E sempre ieri Giuseppe Tumminia segretario regionale della Uilcom aveva defienito ««Inconcepibile il silenzio delle Istituzioni locali, in particolare del presidente della Regione Sicilia, Rosario Crocetta, e del sindaco di Palermo, Leoluca Orlando, – tuona il Segretario regionale della Uilcom, Giuseppe Tumminia – che, a pochi giorni dall’eventuale licenziamento collettivo di un numero così elevato di lavoratori del nostro territorio, non hanno ritenuto di intervenire pubblicamente a sostegno dell’occupazione. La responsabilità dei committenti e di Confindustria non può essere bypassata e scaricata tramite l’attuazione o l’avallo di gare al massimo ribasso sul salario dei lavoratori. Attueremo tutte le azioni di opposizione e contrasta a quella che possiamo definire come una tragedia sociale di proporzioni insostenibili. Non rinunceremo neanche a un singolo» lavoratore”. 


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Ieri segretario regionale della Uilcom Tumminia aveva definito «Inconcepibile il silenzio delle Istituzioni locali, in particolare del presidente della Regione Sicilia, Rosario Crocetta, e del sindaco di Palermo, Leoluca Orlando che, a pochi giorni dall'eventuale licenziamento collettivo di un numero così elevato di lavoratori del nostro territorio, non hanno ritenuto di intervenire pubblicamente a sostegno dell'occupazione»

Ieri segretario regionale della Uilcom Tumminia aveva definito «Inconcepibile il silenzio delle Istituzioni locali, in particolare del presidente della Regione Sicilia, Rosario Crocetta, e del sindaco di Palermo, Leoluca Orlando che, a pochi giorni dall'eventuale licenziamento collettivo di un numero così elevato di lavoratori del nostro territorio, non hanno ritenuto di intervenire pubblicamente a sostegno dell'occupazione»

Ieri segretario regionale della Uilcom Tumminia aveva definito «Inconcepibile il silenzio delle Istituzioni locali, in particolare del presidente della Regione Sicilia, Rosario Crocetta, e del sindaco di Palermo, Leoluca Orlando che, a pochi giorni dall'eventuale licenziamento collettivo di un numero così elevato di lavoratori del nostro territorio, non hanno ritenuto di intervenire pubblicamente a sostegno dell'occupazione»

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