Anche nel capoluogo siciliano gli operatori rifiutano in massa la proposta del Mise. Un risultato pesante che si aggiunge a quello delle altre sedi. Manca ancora Catania e Napoli ma ormai il quadro sembra chiaro. Da domani, quindi, si riparte per trovare un'intesa e scongiurare i 2988 licenziamenti annunciati dall'azienda
Almaviva, a Palermo vince fronte no Accordo bocciato da 2500 lavoratori
Con oltre 2500 voti contrari, dopo Roma, anche a Palermo l’accordo del Mise incassa una sonora bocciatura. Secondo fonti sindacali, infatti, al termine del secondo giorno di assemblee tra i lavoratori del gruppo Almaviva, sulla proposta scaturita dal tavolo negoziale del ministero dello Sviluppo economico di qualche settimana fa, sarebbero prevalsi i giudizi negativi. Al termine degli scrutini – le operazioni di voto si sono conclue verso le 20 – nel capoluogo siciliano si sarebbero espressi complessivamente per il no 2519 lavoratori (1037 via Cordova e 1480 via Marcellini) e appena 110 i voti favore. Un trionfo ampiamente atteso e già preannunciato dal voto dei colleghi romani: anche lì il giudizio negativo era prevalso nel 75 per cento dei casi.
La bozza partorita durante il tavolo ministeriale, che prevedeva lo stop alla procedura di mobilità per 2.988 dipendenti e contratti di solidarietà per 6 mesi a partire dal primo e contratti di solidarietà per 6 mesi a partire dal primo giugno non ha mai convinto i lavoratori. Per la maggioranza di loro, si sarebbe trattato solo di un rinvio dell’iter, a fronte della certificazione dell’esistenza degli esuberi stabilità dalla società.
Nel capoluogo siciliano, sono stati circa 3.400 gli operatori di Almaviva chiamati a pronunciarsi sulla proposta discussa dalle parte sociali su circa 9 mila dipendenti del gruppo in Italia. Ieri la proposta di accordo (solidarietà per sei mesi, fino a novembre, a tutte le sedi di Almaviva in Italia ma con percentuali diversificate da sito a sito) è stata sottoposta agli operatori della sede di via Marcellini, oggi è toccato ai colleghi impiegati in via Cordova.
All’appello mancano solo Catania e Napoli dove le votazioni si svolgeranno domani anche se, visti i numeri già espressi, difficilmente il quadro potrà cambiare. A questo punto, la vertenza si azzera e giovedì riparte il confronto al ministero dello Sviluppo economico tra governo, azienda e sindacati. Ma sarà una lotta contro il tempo: ai primi di giugno, infatti, scatteranno i licenziamenti.