Tutto in sicilia è un paradosso. E' questa, solitamente, la frase preferita dai cronisti del nord che arrivano sull'isola e, che abbiamo incontrato, ad esempio, qualche giorno fa' a lampedusa in occasione della visita del papa. In effetti, al di là dell'abuso della citazione vagamente pirandelliana, che spesso rivela una totale disinformazione su fatti che hanno radici piantate ben al di là dei confini regionali (come ha denunciato anche la svimez) qualche volta hanno ragione.
All’Ircac un Commissario straordinario ‘caro’ ed ‘eterno’
Tutto in Sicilia è un paradosso. E’ questa, solitamente, la frase preferita dai cronisti del Nord che arrivano sull’Isola e, che abbiamo incontrato, ad esempio, qualche giorno fa’ a Lampedusa in occasione della visita del Papa. In effetti, al di là dell’abuso della citazione vagamente pirandelliana, che spesso rivela una totale disinformazione su fatti che hanno radici piantate ben al di là dei confini regionali (come ha denunciato anche la Svimez) qualche volta hanno ragione.
Prendiamo, ad esempio, gli enti economici della Regione Siciliana. Consideriamo il caso dell’Irfis, dell’Ircac e della Crias. Tutti e tre sono enti pubblici pensati e creati per finanziare le imprese locali. Enti preziosi, visto il saccheggio del sistema creditizio siciliano portato a termine con le grandi operazioni di fusioni e acquisizioni degli anni Novanta, che hanno lasciato l’Isola ‘debancarizzata’.
Strumenti preziosi, considerata la stretta creditizia, che in una Sicilia senza più grandi istituti di credito di riferimento, pesa come un macigno.
Eppure, queste semplici considerazioni, sono tabù per la politica. Troppo impegnata a sostituirsi in pieno a quel poco di economia che è rimasta. Interessi di parte, beghe di bassa lega, magna magna, gestione allegra delle risorse pubbliche, bloccano di fatto l’attività di tre enti regionali CHE POTREBBERO ESSERE VITALI PER LE PMI SICILIANE. A questo quadro, bisogna aggiungere anche la tormentata storia dell’Irsap, l’Istituto di Attività produttive che ha incorporato le vecchie Aree di sviluppo industriale, oggi guidato da Alfonso Cicero, uomo vicino a Confindustria Sicilia, su cui pesa anche un esposto alla Corte dei Conti (ve lo abbiamo raccontato oggi qui).
L’Irfis, la società finanziaria specializzata nel credito agevolato e nella erogazione di Fondi, partecipata dalla Regione siciliana al 100%, è in attesa di un nuovo cda, ormai da mesi. Le querelle sono tutte legate ai braccio di ferro interni al Governo regionale e alle ambizioni di Confindustria Sicilia, come vi abbiamo raccontato qui. ‘Giochetti’, che a nostro parere, hanno portato alle dimissioni di un tecnico come Francesco Maiolini, ex numero uno di Banca Nuova in Sicilia, riuscito nel miracolo di chiudere in attivo l’esercizio finanziario di una partecipata.
Ma, anche negli altri due enti, nati per sostenere le imprese artigiane (Crias) e le cooperative (Ircac), le cose non vanno meglio. Eternamente commissariati, tenuti in un limbo costoso, tutto politico, che ne blocca, di fatto, l’operatività, mentre le imprese siciliane muoiono per asfissia creditizia. Tanto che non mancano dubbi: sic stantibus rebus, i due enti, praticamente, costano alla Regione fin troppo rispetto agli aiuti che erogano.
Paradossale, in effetti.
E, proprio sull’Ircac,domani si dovrebbe sentire parlare all’Ars, con una interrogazione di Toto Cordaro, deputato del Pid-Cantiere Popolare:
Ecco il testo che riassume, nei suoi passaggi, l’ennesima assurdità della politica siciliana:
“Al Presidente della Regione e all’Assessore per le Attività Produttive, premesso che:
– nel giugno del 2008, ossia da ben cinque anni risulta scaduto e mai ricostituito il Consiglio di Amministrazione dellIRCAC, lIstituto Regionale per il Credito alla Cooperazione;
– che da tale momento risulta nominato e più volte confermato un commissario straordinario che ha già precedentemente ricoperto lincarico di Presidente dellEnte, e che quindi riveste il delicato incarico di vertice dellIRCAC da più di nove anni;
– che tale commissario straordinario non essendo un dirigente dellAmministrazione Regionale percepisce unindennità di funzione – da cinque anni – superiore a quella riconosciuta ai dirigenti chiamati alle funzioni commissariali, oltre le spese di trasferta e soggiorno;
– che da due anni risulta scaduto e non ricostituito il Collegio dei Revisori dellEnte, rilevante Organo di controllo interno;
– che tale perdurante gestione monocratica, priva peraltro del controllo interno prescritto dalla legge, rappresenta una violazione del sistema di gestione di un ente regionale che priva le Associazioni di rappresentanza delle cooperative siciliane del loro legittimo ruolo, peraltro istituzionalmente riconosciuto e garantito dalla legge istitutiva dellIRCAC e dello statuto;
per sapere:
se siano a conoscenza di quanto sopra rappresentato;
quali siano i motivi che impediscono la ricostituzione del Consiglio di Amministrazione dellIRCAC;
quali siano i motivi che impediscono la ricostituzione del Collegio dei Revisori dellEnte;
se intendono mantenere in capo allattuale commissario straordinario la gestione dellEnte nonostante i nove anni trascorsi
L’interrogante chiede lo svolgimento con urgenza”.
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