Sul palco dell'edizione sicula della manifestazione inventata da Matteo Renzi il sottosegretario all'Istruzione non ha dubbi sulla bontà delle scelta di includere Articolo 4. «Il voto non è più ideologico», spiega. Davide Faraone critica anche i civatiani usciti dal partito: «Nemmeno al congresso erano in 500». Sul palco anche il deputato ex Movimento 5 stelle Tommaso Currò
Alla Leopolda Faraone difende le scelte del Pd «Per vincere servono i voti di chi stava dall’altro lato»
«Noi in Sicilia alle elezioni, prendevamo percentuali irrisorie, il centrodestra ci surclassava. Se oggi vogliamo vincere dobbiamo costruire le condizioni per cui chi prima votava dall’altro lato oggi ci voti». Lo dice il sottosegretario all’Istruzione, Davide Faraone, nel secondo e ultimo giorno della Leopolda siciliana, da lui organizzata a Palermo all’interno delle ex fabbriche Sandron. «Vedo una grande voglia di aderire da sinistra, da centro e da destra. Si è liberato il voto che non è più ideologico per cui i cittadini si spostano a seconda dei progetti. Molti hanno recepito il bipartitismo e ritengono l’offerta del Pd più convincente», spiega Faraone, che si riferisce anche all’ingresso nel partito di Articolo 4. Alla kermesse dei renzinai siciliani c’era infatti anche il capogruppo all’Ars degli ex Udc, Luca Sammartino, oltre a tanti volti noti dell’ormai ex centro destra siciliano. Presente anche il deputato alla Camera Tommaso Currò, uno dei tanti fuoriusciti dal Movimento 5 stelle. Ma mancano molti nomi dello stesso Partito democratico. Sul tema dei riciclati alla Leopolda Faraone però preferisce non rispondere: «Non chiedete a me, chiedete a loro perché son qui», conclude.
Il tema dell’ingresso di Articolo 4 è però argomento di dibattito per quanto concerne l’uscita dal partito di almeno 500 iscritti, la maggioranza dei quali di area civatiana. «Cinquecento non c’erano neanche al congresso quando si è votato, fatemeli vedere», ironizza Faraone. Che preferisce concentrarsi sui numeri della Leopolda da lui organizzata, in quanto uomo di fiducia di Matteo Renzi in Sicilia. «Tra ieri e oggi abbiamo registrato una partecipazione di oltre cinquemila persone, gente arrivata qui da tutta la Sicilia. Al di là delle polemiche su chi c’era e chi no».
Tra gli interventi anche quello del senatore Giuseppe Lumia, in sostegno del governatore della Sicilia Rosario Crocetta. «Esistono tante antimafie, quella fatta in questi anni dal presidente della Regione non può essere certo annoverata tra quella di facciata», ha affermato Lumia. «Penso che esista l’antimafia delle carriere, non l’ho mai nascosto e l’ho sempre criticata – ha aggiunto – ma penso che questa critica vada rivolta a chi ha fatto in questi anni un’antimafia tiepida, mentre chi ha rischiato la vita, come il presidente Crocetta, va sostenuto».