Un autodidatta del settore formatosi prima al liceo artistico e successivamente come scenografo presso l’Accademia di Belle Arti: «L'appalto di Piccoli Brividi ha rappresentato una spinta trasformando un movimento in un vero e proprio fenomeno»
Algozzino, il poliedrico autore del panorama palermitano «La scuola del fumetto è stata come l’acqua nel deserto»
È uno tra i primi fumettisti palermitani della generazione esplosa a cavallo del nuovo millennio. E di lui tutti sottolineano il carattere poliedrico: Sergio Algozzino è autore, disegnatore, colorista, blogger e musicista classe 1978. Nel campo dal 2000 sulla rivista Piccoli Brividi, Sergio è un autodidatta del settore formatosi prima al liceo artistico e successivamente come scenografo presso l’Accademia di Belle Arti, istituzione nelle quale oggi insegna così come ha fatto presso la Scuola del Fumetto di Palermo e la Scuola Internazionale di Comics di Roma.
Docente di Storia del Fumetto, Colorazione Digitale, Scrittura Creativa e Narrazione per immagini, Algozzino è stato colorista per Monster Allergy e supervisore del colore sulla miniserie Panini X-Campus, lavorando anche su Geronimo Stilton edito da Piemme edizioni. Nel 2007 esordisce in Francia con il suo primo lavoro autoriale: Pioggia d’estate, cui l’anno successivo, nella 2008, segue il delicato e suggestivo Ballata per Fabrizio de Andre, edito questa volta dalla casa editrice italiana Beccogiallo.
Nel 2012 edita con Tunuè 10 Giorni da Beatle e nel 2017 inizia la collaborazione con la bravissima artista palermitana Debora Allo che disegna sui suoi testi Il Piccolo Caronte, rinnovando la loro collaborazione nel 2019 con Mirna e il tocco della morte, editi entrambi sempre da Tunuè. «Prima che editori come Coconino, Bao o Tunè iniziassero a pubblicare in Italia materiale importato dalla Francia, il moderno graphic novel, come inteso dagli editori d’oltralpe, era praticamente sconosciuto e questa innovazione nel formato ha contribuito a sbloccare un momento di staticità nel mercato nazionale legato all’arte sequenziale” racconta Sergio avendo vissuto in prima persona questa contaminazione.
«Per quanto riguarda Palermo, che era già una realtà viva, grazie ad associazioni e iniziative di settore che cercavano di animare il mercato locale tra gli anni ottanta e novanta, l’appalto di Piccoli Brividi, nel 2000, ha rappresentato una spinta propulsiva trasformando un movimento in un vero e proprio fenomeno fornendo a mostre, eventi e associazioni, un vettore di incanalamento attraverso cui progredire compiendo un piccolo balzo in avanti», ci racconta parlando di un periodo storico in cui ancora il fenomeno degli autori palermitani era in divenire. «Avrei potuto tenerlo per me, invece conoscendo di persona Marco Failla, Manlio Mattaliano, Marco Sonseri, Cecilia Giumento, Giovanni Di Gregorio ed Emiliano Santalucia decisi di fare squadra creando un piccolo gruppo di lavoro», afferma concretizzando le suggestioni fornite da Failla nella sua intervista sulla realtà dell’arte sequenziale a Palermo.
«Quello è stato un momento pionieristico, che ha mostrato la fertilità del terreno sociale palermitano per lo sviluppo del fenomeno, tanto che quando è arrivata la Scuola del Fumetto è stato come urlare: Abbiamo acqua nel deserto» racconta Algozzino fornendo quasi un punto di vista storicizzato del fenomeno. «Il primo anno della scuola era composto da ragazzi che oggi sono diventati tutti autori significativi del settore, questo ha dimostrato, e continua a farlo, come in questo campo Palermo sia la pari con qualsiasi altra grande città italiana perché oggi, assistendo a una grande inversione di tendenza, centinaia di appassionati frequentano corsi e laboratori espandendo il mercato rendendo la nostra città un centro di studio e sviluppo nel campo dell’arte sequenziale» afferma Sergio parlando dei tanti appassionati che oggi sognano di entrare a lavorare in questo settore. «In questo mondo conta la voglia di fare, è un mestiere che qualsiasi ragazzo volenteroso può fare e non ho mai visto gente motivata che non sia riuscita a lavorare» prosegue lui basandosi sulla propria esperienza come insegnante.
«A Palermo il mercato funziona, certo, stare a Roma o Milano mette in contatto con i grandi editori, ma questo non pregiudica la possibilità di entrare e lavorare in questo ambito, essere nati a Palermo non è affatto una difficoltà per chi vuole davvero far parte di questo mondo» precisa lui passando poi alle note dolenti: «qui il lavoro c’è, ma manca un settore produttivo perché certamente mancano le interconnessioni tra gli autori volte alla creazione di un centro di produzione» commenta l’autore. «Lavoro a Etna Comics dal 2012 occupandomi dell’area Talent, spazio dedicato alle conferenze editoriali come ai colloqui degli aspiranti fumettisti con gli editori, lo faccio perché mi piace aiutare i giovani autori ed è estremamente gratificante supportare chi vuole entrare in questo mondo, soprattutto perché, avendo seguito un percorso da autodidatta, credo nelle potenzialità delle nuove leve» ci dice con un certo orgoglio proprio di chi ha fatto del fumetto il proprio mestiere a 360 gradi.