Alcamo, sei arresti tra affiliati al clan Melodia Tra le accuse anche condizionamento elezioni

Associazione mafiosa, estorsioni e condizionamento delle elezioni comunali di Alcamo. Sono queste le accuse rivolte a Ignazio Melodia – ex medico dell’Ufficio di igiene ambientale locale, il cui padrino mafioso sarebbe stato Matteo Messina Denaro – e ad altri cinque affiliati all’omonima cosca, che guida il mandamento mafioso. Melodia è tornato in libertà nel 2012, dopo dieci anni di carcere. Destinatari di custodie cautelari anche Salvatore Giacalone, Antonino Stella, Filippo Cracchiolo, Giuseppe Di Giovanni e Vito Turricciano.

I componenti della cosca, nel tentativo di evitare di essere intercettati, avrebbero tenuto i summit all’interno di una cella frigorifera di un ortofrutta di Alcamo, di proprietà di Cracchiolo. A finire nell’inchiesta anche una serie di richieste estorsive ai danni di imprenditori edili locali. Tra i tentativi di imporre il pizzo, anche quello nei confronti di un’azienda di Mazara del Vallo. In quell’occasione, Melodia avrebbe preso contatti con il boss Vito Gondola, attraverso Stella.

Le attività illecite, come detto, avrebbero però riguardato anche il mondo della politica. Nello specifico, secondo gli inquirenti, il clan avrebbe influenzato – tramite Giacalone – la politica tra il 2012 e il 2016. Già in occasione delle precedenti amministrative, la cosca avrebbe fatto pressioni sull’allora sindaco Sebastiano Bonventre.  L’operazione è stata condotta dalla polizia di Trapani, Alcamo e Castellammare del Golfo, sotto la direzione della Direzione investigativa antimafia di Palermo.

Gli arrestati
Ignazio Melodia, 61 anni, a capo della famiglia mafiosa di Alcamo
Salvatore Giacalone, 62 anni, di Alcamo
Antonino Stella, 69 anni, originario di Marsala
Filippo Crachhiolo, 56 anni, di Alcamo
Giuseppe Di Giovanni, 32 anni, di Alcamo
Vito Turricciano, attualmente detenuto, 70 anni, di Castellammare del Golfo.


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