Al Teatro Bellini la quinta edizione di Jingle Books «Qui il libro si trasforma in un’esperienza condivisa»

Presentazioni, incontri, laboratori, spettacoli, itinerari, ma soprattutto reading e letture. Dal 20 al 22 dicembre torna a Palermo la fiera del libro di Natale, Jingle Books, che giunge quest’anno alla quinta edizione. Un appuntamento ormai consolidato in città e che, anno dopo anno, raccoglie numerosi appassionati e curiosi. Organizzata dalla cooperativa Terradamare ed Editori allo scoperto, per questa edizione si svolge dentro al Real Teatro Bellini di Palermo, trasformato per l’occasione in uno spazio multifunzionale, con conferenze, firma copie, bancarelle espositive e perfino degustazione di vini e dolci per accompagnare l’acquisto e la lettura di un buon libro. «L’iniziativa è nata cinque anni fa dopo varie piccole manifestazioni che abbiamo organizzato noi della cooperativa insieme ad alcuni editori allo scoperto, eventi serali in cui si potevano anche ascoltare letture di libri e comprarli», racconta Eleonora Lo Iacono, responsabile della manifestazione, ripercorrendo i primi passi mossi da quello che è un appuntamento ormai imperdibile.

«Ci siamo detti “Ma perché non facciamo una vera fiera, visto che ci siamo trovati bene e sono state delle bellissime serate?”. E così prima di quel primo Natale, ci siamo incontrati e abbiamo pensato di chiamarla Jingle Books, dedicandola all’acquisto dei regali di Natale, senza nasconderlo, in modo molto sincero. Infatti la fiera è sempre nel weekend precedente il Natale», prosegue la responsabile, raccontando di come spesso le migliori idee possano nascere in maniera quasi casuale, attraverso l’interazione tra autori, lettori e operatori del settore. «Abbiamo sempre cercato dei posti all’interno di monumenti e siamo approdati in questo teatro, perfetto per una fiera invernale al chiuso, un evento nel quale stiamo vedendo lettori che consultano libri con il sottofondo musicale creato dai ragazzi del conservatorio, mentre aspettiamo la prossima presentazione che avverrà sul palcoscenico. Quindi diciamo che è un esperimento riuscito, ma i bilanci finali li faremo domani, alla fine della manifestazione», ammette Lo Iacono.

«Abbiamo sempre collaborato con tutti quelli che lavorano nel settore della cultura a Palermo, noi chiamiamo questa iniziativa “la cittadella del libro”, perché, per motivi di temperatura, abbiamo sempre voluto che Jingle Books si svolgesse in un posto chiuso e per questo abbiamo coinvolto anche realtà commerciale, come un’enoteca letteraria, adatta ai momenti di convivialità che sviluppiamo con il pubblico, composto da persone che vengono per condividere e acquistare. Posso dire che questa fiera del libro funziona perché i libri si vendono e i lettori vengono anche per conoscere editori e scrittori, ce ne sono molti qui in giro anche durante queste tre giornate, che magari hanno il loro libro nuovo sulle bancarelle e che firmano copie», spiega Lo Iacono, che sottolinea come un evento in campo librario risulti essere una eccezione rispetto i comuni trend di mercato che vedono costantemente in calo il numero dei lettori, soprattutto in Sicilia.

«Partecipare ad una manifestazione come questa, dove ci sono spettacoli, dove puoi vedere gratuitamente un luogo storico della città che magari di solito è visitabile solo a pagamento, è una situazione diversa rispetto al mondo delle librerie, quindi non voglio paragonare le due cose – spiega -. Vi posso dire però che funziona, noi è il quinto anno che lo facciamo e continua a essere molto seguita. Il pubblico risponde bene e noi presentiamo editori palermitani che hanno esperienza, un ampio catalogo e libri nuovi da presentare in fiera. Sono persone attive nel settore, che scelgono di presentare qui i loro libri e portare gli autori. È vero, i lettori sono sempre meno, soprattutto in Sicilia – ammette -. Facendo promozione per Jingle Books mi sono resa conto che, contrariamente ad altri paesi, noi non possediamo una tradizione di lettura condivisa. Culturalmente viviamo il libro come momento privato, quasi di isolamento e forse per questo i lettori rispondono positivamente ad evento di condivisione sul libro, perché oltre la lettura personale, sentono il bisogno di confronto con altri appassionanti».

«Forse avremmo bisogno di più eventi legati alla lettura, dove ci si possano scambiare opinioni e pareri, dove avvengano dialogo e discussione su argomenti legati al libro e al mondo che gli ruota intorno. Magari a volte non ci si crede molto perché chiaramente si ha anche paura di investire in un evento letterario. Anche noi che organizziamo eventi culturali dovremmo essere ancora più coraggiosi nello stimolare la lettura nelle persone, quindi a volte manchiamo anche noi, in questo», ammette Lo Iacono. 


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