«Sicilia Libertaria: 40 anni e non li dimostra» è lo slogan scelto per celebrare il giornale «per la liberazione sociale e l'internazionalismo». Che vanta continuità e trasparenza, nonchè il sostegno a tante battaglie politiche e culturali. Con l'ultimo restyling firmato da un grafico di Le Monde
Al Montevergini si festeggia l’editoria anarchica siciliana «Ancora qui a raccontare che non ci sono poteri buoni»
«Qualcuno che si è perso per strada, rincontrandoci ci chiede: ma esce ancora Sicilia Libertaria? E perchè avrebbe dovuto fermarsi? Perchè avremmo dovuto fermarci?». Che a una domanda non si risponde con un’altra domanda è una regola del bon ton che a un anarchico come Pippo Gurrieri importa poco. Ex ferroviere in pensione, Gurrieri è il direttore responsabile di Sicilia libertaria, storico mensile «per la liberazione sociale e l’internazionalismo» che questo mese festeggia 40 anni di pubblicazioni. Un compleanno che verrà festeggiato il 22 gennaio al teatro Montevergini a partire dalle 19.
Attraverso una mostra-concerto verrà affrontata la storia dell’editoria anarchica siciliana, dall’800 ad oggi, attraverso la raccolta di oltre 200 testate giornalistiche arricchite da didascalie e biografie dei principali redattori, letture di brani e proiezioni video. In seguito aperitivo e, a conclusione della serata, l’esibizione del gruppo sassarese Ificrate & i suoi Peltasti che arrangerà un ampio repertorio di canzoni popolari e di lotta.
Il percorso di Sicilia Libertaria nasce nel gennaio 1977, all’epoca dei periodici che venivano stampati in ciclostilato. Già dal secondo numero il gruppo di Ragusa decise di passare all’edizione stampata in tipografia. Fu dieci anni dopo, nel febbraio 1987, che si decise di passare all’attuale periodicità mensile; mentre il formato diffuso ancora oggi, otto pagine di fogliettone, venne stabilito nel febbraio 1994. Una continuità, quella del mensile anarchico, che giornali ben più robusti non possono vantare. Così come la trasparenza, tanto predicata dai partiti politici quanto poco attuata, col rendiconto delle entrate e delle uscite pubblicato ogni mese.
La grafica del mensile, come racconta l’altro storico redattore Aldo Migliorisi, fu aggiornata nel 2003 con un episodio curioso. «A un certo punto arriva Henry – racconta – un nostro amico francese che faceva il grafico per Le Monde. Henry vede il giornale e senza neanche leggerlo fa: questo, se si dovesse giudicare dalla grafica, è un giornale fascista. Per un po’ non ci prendeva un coccolone». Fu lo stesso francese poi, dopo giorni chiusi a lavorare febbrilmente in tipografia, a regalare ai compagni anarchici l’attuale veste che loro poi ogni mese riempiono di contenuti.
Il punto forte di Sicilia Libertaria è infatti senza dubbio nei contenuti: dalla battaglie politiche sostenute (in primis quella di Comiso del 1983 contro l’installazione degli euromissili Cruise nella base Nato e quella contro l’installazione del Muos a Niscemi), alle due pagine di battaglie culturali (dalle sferzanti critiche), alle prese di posizione sui temi più ostici e senza timori di scontrarsi con amici e compagni.
Nell’era delle post ideologie e della post-verità il mensile anarchico siciliano non è meramente un atto di resistenza, ma è una sfida continua. «Con battute d’arresto, reazioni, passi indietro, mezzi successi – commenta il redattore Gianpiero di Maida – ma anche spinte in avanti e concrete conquiste. Spetta a tutti noi tenere alta l’attenzione». E pur apprezzando poco il tempo dei bilanci e più quello delle pratiche, Pippo Gurrieri ribadisce: «Noi siamo ancora qui, a raccontare che non ci sono poteri buoni».