Al confine con l’Italia, in Carinzia, apre un Bordello con 140 ragazze dell’Est

OGGI E DOMANI INAUGURAZIONE. CON UN INVESTIMENTO DI 7 MILIONI DI EURO GLI ORGANIZZATORI SONO CONVINTI CHE FARANNO AFFARI D’ORO. SOPRATTUTTO GRAZIE ALLA CLIENTELA ITALIANA

Mentre in Italia ci sono grandi ‘Bordelli’ politici, economici e sociali, a due passi dal nostro Paese c’è chi i ‘Bordelli’ – quelli veri, però – li apre per davvero.

Oggi e domani, infatti, nella regione della Carinzia, nella civilissima Austria, a qualche chilometro da Tarvisio, si inaugura un Bordello di alta classe, ovvero una casa di appuntamenti costituita, per lo più, da selezionate ragazze dell’Est europeo. (a destra, foto tratta da brindisioggi.it)

Come leggiamo sul sito Leggo, nei giorni scorsi il nuovo Bordello è stato aperto al pubblico, ma solo per vedere una struttura moderna, calda e accogliente, frutto di un investimento di circa 7 milioni di euro (soldi approntati da imprenditori tedeschi e svizzeri).

Uno spettacolo che ha attirato centinaia di italiani. Ed è proprio agl’italiani – così si sussurra – che questo Bordello (che in tedesco si pronuncia “Bordell” o anche “Freudenhaus”, letteralmente “casa di piacere”) si rivolge.

I proprietari sono convinti che, in poco tempo, faranno affari d’oro. Nel “Wellnesscentrum” lavoreranno a pieno regime 140 ragazze in totale. Gli organizzatori dell’iniziativa fanno sapere che si tratterà di una normale attività imprenditoriale, nel rigoroso rispetto delle norme igienico-sanitarie e del continuo ‘ricambio’ (ovvero nel rispetto della classica ‘quindicina’, l’alternanza di ragazze ogni quindici giorni).

Il nuovo Bordello, nei giorni scorsi, come già sottolineato, è stato visitato da circa 3 mila persone, in molti casi famiglie intere. Tanti gli italiani che, finalmente, si sono potuti tuffare nei ricordi tramandati dai nonni. 

Nel piccolo centro della Carinzia c’è chi sostiene che, addirittura, il Bordello avrà anche un’improbabile ‘benedizione’ da parte delle autorità religiose. Quel che è certo è che, in un momento di crisi, offrirà lavoro a una quarantina di persone del paese della Carinzia (oltre alle 140 ragazze, ovviamente) e, soprattutto, porterà tanti soldi.

I proprietari si aspettano una grande flusso di clienti, in buona parte italiani. Per la cronaca, in Italia i Bordelli sono stati chiusi in forza di una legge – la legge Merlin, che ha preso il nome dalla senatrice socialista Lina Merlin – nel lontano 1958. 

La motivazione che portò il nostro Paese a chiudere le case di appuntamento era sacrosanta: liberare le donne dallo sfruttamento.

Oggi lo scenario è un po’ diverso. Intanto le prostitute ci sono lo stesso. E, in molti casi, vengono sfruttate dalla criminalità organizzata. Mentre le condizioni igienico-sanitarie lasciano spesso a desiderare.

In Paesi civili – come in Austria e in Germania – i Bordelli esistono, sono controllati e sono, soprattutto, fonte di notevoli introiti per i Paesi che li ospitano e per chi li gestisce.

In Italia i Bordelli, ovviamente abusivi, ci sono pure. Tutti fuori legge. Tanto che, spesso, assistiamo a retate, denunce e processi. Scene tipiche di un Paese ipocrita e bacchettone.

Forse, in tempi di spending review e di crisi, lo Stato italiano, oltre a mettere in vendita i propri ‘gioielli di famiglia’ (leggere le aziende di proprietà dello Stato), dovrebbe iniziare a riflettere laicamente su un’attività che in altre parti d’Europa è considerata ordinaria.

Insomma, perché in Italia, di questa benedetta Europa unita, dobbiamo avere solo i ‘Bordelli’ della Bce e non i Bordelli veri?     

 


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