L'occupazione lampo del Monastero si conclude dopo poche ore con l'intervento del preside Iachello e delle forze dell'ordine. I manifestanti però proseguono la protesta con un presidio permanente e un'assemblea della facoltà di Lingue, con blocco della didattica, prevista per il 14 dicembre
Ai Benedettini si occupa fino all’ora di cena
È durata poco meno di otto ore l’occupazione del Monastero dei Benedettini da parte del Movimento studentesco, indetta nella tarda mattinata di mercoledì scorso come azione di protesta contro i tagli all’istruzione della riforma Gelmini e contro lo spostamento della facoltà di Lingue a Ragusa. Infatti, intorno alle 20 della stessa sera, i manifestanti hanno lasciato l’aula A1 dopo l’invito del preside di Lettere, Enrico Iachello, ad interrompere subito l’occupazione e a tornarsene a casa, sulla base di una delibera del Senato accademico che impedisce di permanere nelle strutture universitarie dopo l’orario di chiusura, previsto per le 20:30, e il successivo intervento delle forze dell’ordine.
“Il preside Iachello ci ha intimato di andarcene – racconta Matteo Iannitti del Movimento – e, al nostro rifiuto, ci ha detto che avrebbe chiamato la polizia. Dopo qualche minuto sono arrivate quattro macchine della Digos e i poliziotti ci hanno costretti a smobilitare minacciandoci che, se non ce ne fossimo andati di nostra volontà, ci avrebbero fatti uscire dal Monastero, anche con la forza”. Iannitti chiarisce anche l’origine del provvedimento varato dal Senato accademico, spiegando che “è stato approvato su proposta del Rettore Recca dopo la mobilitazione e le occupazioni del rettorato dello scorso maggio contro la chiusura di Lingue”.
Raggiunto telefonicamente, il preside Iachello conferma la versione dei ragazzi del Movimento, spiegando di aver chiesto al Magnifico di intervenire. Quest’ultimo avrebbe fatto partire la chiamata alle forze dell’ordine, che si sono subito recate ai Benedettini . “Ho chiesto ai manifestanti di liberare l’aula occupata perché, in base ad una decisione del Senato, non si può rimanere in facoltà dopo le 20:30 precisando che, se non se ne fossero andati subito, avrei fatto arrivare la polizia”. Il preside di Lettere spiega inoltre di aver imposto ai manifestanti il limite di non pernottare al Monastero, cosa vietata, e di spostarsi dall’aula A1, una tra le più capienti e utilizzate della struttura, per permettere il normale svolgimento delle lezioni. “Durante il giorno il Movimento può occupare l’aula 13: impegnare l’A1 causerebbe un danno agli studenti”.
Al Monastero, però, continuano le azioni di protesta: il Movimento studentesco ha organizzato un presidio permanente in aula 13, che andrà avanti insieme alla protesta contro il Ddl sull’università e per la situazione di crisi in cui versa la facoltà di Lingue. Inoltre, ieri mattina, durante un incontro con il preside Nunzio Famoso, i manifestanti hanno lanciato la proposta di una grande assemblea di facoltà, che si terrà il prossimo 14 dicembre, che vedrà la partecipazione di studenti, docenti e ricercatori, e in occasione della quale è previsto il blocco totale della didattica.
Sempre sul fronte della mobilitazione, ricordiamo che il Coordinamento Unico d’Ateneo ha indetto per oggi, venerdì 19 novembre alle 12, nell’aula C della Facoltà di Farmacia (Cittadella universitaria), una conferenza stampa dove presenterà i risultati della petizione “Per una nuova e condivisa riforma dell’università”, in cui chiede il ritiro del Ddl 3687, che sarà discusso e votato alla Camera la prossima settimana. Inoltre, il Coordinamento presenterà il quadro complessivo della situazione dell’offerta didattica dell’Università di Catania, anche in seguito alle indisponibilità dei ricercatori a tenere insegnamenti non obbligatori per legge.