Di sicuro c’è solo che si voterà nel maggio del prossimo anno. Quanto ai candidati a sindaco di Agrigento, per ora si sa che sono tanti. Quattro, forse cinque, forse sei. Alcuni ci proveranno per davvero. Qualche altro babbìa un po’. In questa fase insomma non è agevole provare a capire chi potrebbe essere il sostituto di Marco Zambuto, l’ormai ex sindaco che si è dimesso lo scorso giugno – lasciando il Comune commissariato – in seguito a una condanna penale.
Un candidato che in tanti danno per certo è Lillo Firetto, attuale parlamentare regionale dell’Udc e sindaco di Porto Empedocle, cittadina che dista appena qualche chilometro dalla città dei Templi, nota alle cronache per avere dato i natali allo scrittore Andrea Camilleri. Firetto dovrebbe contare sull’appoggio di ben tre partiti: l’Udc, il Nuovo centrodestra democratico di Angelino Alfano e il Partito dei Siciliani, in questa città rappresentato dal parlamentare di Sala d’Ercole Roberto Di Mauro. Ad Agrigento sono tante le persone che considerano Firetto tra i candidati con grandi possibilità. Ma ce ne sono altrettante che fanno notare i suoi punti deboli.
A cominciare dal rigassificatore di Porto Empedocle, fortemente voluto da Firetto, ma osteggiato da tanti agrigentini. Un progetto contestato, e per ora pare bloccato, che l’Enel – del quale lo stesso Firetto è dipendente in aspettativa – ha acquistato chiavi in mano nell’estate del 2009 versando nelle casse del Comune di Porto Empedocle un sacco di soldi a titolo di compensazione. Il rigassificatore, se verrà realizzato, sarà un deposito di gas tra i più grandi d’Europa. Se dovesse saltare in aria, come sostengono le associazioni dei cittadini che si battono contro l’impianto, scomparirebbero Porto Empedocle e Agrigento con tutta la Valle dei Templi che dista appena qualche chilometro. Questo spiega perché, qualche anno fa, gli abitanti di Agrigento hanno chiesto e ottenuto un referendum comunale sul rigassificatore. Dove i no all’impianto di rigassificazione hanno stravinto. In aggiunta, gli agrigentini considerano Firetto un empedoclino che piomba alla conquista di Agrigento. Ultimo, possibile problema per il candidato: il ministro Alfano, un agrigentino che ad Agrigento non ha mai avuto un grande seguito elettorale. Paradossalmente, il suo appoggio, più che aiutare Firetto, potrebbe complicargli la vita.
Un altro candidato alla guida del Comune potrebbe essere Enzo Campo, negli anni ’90 esponente della lista Dini. In pista potrebbe scendere anche Pino Luparello, medico, già presidente del Consiglio provinciale di Agrigento, un tempo tra i fedelissimi di Totò Cuffaro. Quest’ultimo è un soggetto che ha girato vari partiti: è stato con Cuffaro e con il Pd con l’ex sindaco Zambuto che nel frattempo è diventato presidente dell’Assemblea regionale dei democratici siciliani in quota renziana. E Luparello potrebbe essere il candidato a sindaco dei renziani. Primarie permettendo, ovviamente.
All’ombra dei Templi il Pd può contare su tre o quattro parlamentari nazionali e sul deputato regionale Giovanni Panepinto, forse uno degli ultimi dirigenti democratici che può essere definito di sinistra. Ma nessuno di loro è di Agrigento città. E, infatti, la debolezza di questa forza politica è storica. Forse l’unico che potrebbe fare la differenza è Giuseppe Arnone, per lunghi anni leader incontrastato quanto incendiario di Legambiente Sicilia, oggi messo un po’ da parte dai suoi ex amici ambientalisti diventati nel frattempo pompieri e un po’ governativi. Arnone è l’unico che potrebbe risultare la sorpresa, se è vero che ad Agrigento, dove per lunghi anni ha fatto il consigliere comunale, ha sempre preso tanti voti.
Un altro candidato ancora potrebbe essere Giuseppe Di Rosa, guardia penitenziaria, già nella Dc, poi nella Margherita, poi nell’Udeur, poi nel centrodestra. E oggi battitore libero. C’è chi parla anche di Andrea Cirino, consigliere comunale uscente, già braccio destro dell’ex Sindaco di Agrigento, Calogero Sodano. Cirino era considerato amico di Angelino Alfano. Ma anche dell’ex europarlamentare, Salvatore Iacolino. E del deputato regionale, Michele Cimino, che da Forza Italia è passato – come Zambuto – al Pd. Le voci di corridoio danno anche in lizza Mario Gallo, funzionario di banca, esponente di un movimento cattolico che si batte per la rinascita del centro storico della città. Di Forza Italia sappiamo poco. L’uomo forte del Partito di Silvio Berlusconi, nella Valle dei Templi, è diventato Riccardo Gallo, parlamentare nazionale. Ma appunto perché impegnato a difendere il seggio a Roma, Gallo non dovrebbe essere molto interessato alla poltrona di sindaco.
Non manca, ad Agrigento, il Movimento 5 Stelle che potrebbe mettere in campo Elio Di Bella. O Marcello La Scala, personaggio che si è distino per le battaglie in favore della tutela dell’ambiente. Ma la vera, possibile sorpresa potrebbe farla un personaggio molto amato dai giovani agrigentini. Si tratta di un cinquantenne che non ha mai perso lo smalto della gioventù. Lui, Peppinello Vita, fa l’ingegnere. Ma prima dei ponti strallati e delle dighe, nella sua vita c’è sempre stata la musica, possibilmente il rock. Lui dice che non sarà mai candidato. Ma i giovani agrigentini, i tanti che nelle sere d’estate affollano le dune di San Leone – dove Peppinello si esibisce con la sua chitarra – lo vorrebbero a tutti i costi in lista per eleggerlo sindaco a furor di popolo. Peppinello Vita si presenterebbe come un vero candidato di rottura con tutta la politica agrigentina del passato.
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