Con ogni probabilità finiranno a processo per l’aggressione a una dottoressa e per avere danneggiato il reparto di Terapia intensiva dell’ospedale Garibaldi Centro, a Catania. Emergono importanti novità su quanto accaduto il 3 luglio del 2024. Quel giorno decine di persone assaltarono il reparto di Terapia intensiva del nosocomio dopo avere appreso della morte del […]
Foto di Péter Csipák
Aggredirono dottoressa e danneggiarono un reparto al Garibaldi: due richieste di rinvio a giudizio
Con ogni probabilità finiranno a processo per l’aggressione a una dottoressa e per avere danneggiato il reparto di Terapia intensiva dell’ospedale Garibaldi Centro, a Catania. Emergono importanti novità su quanto accaduto il 3 luglio del 2024. Quel giorno decine di persone assaltarono il reparto di Terapia intensiva del nosocomio dopo avere appreso della morte del 21enne Salvo Laudani. Adesso la procura di Catania ha chiesto che due dei protagonisti vengano rinviati a giudizio.
Il ricovero e la notizia della morte del paziente
Il giovane, dopo le prime cure, si trovava ricoverato ed era stato intubato. Laudani avrebbe iniziato a soffrire di epilessia circa otto anni fa, dopo la morte del padre Santo, avvenuta in un incidente stradale in territorio di Castelvetrano, in provincia di Trapani. Appresa la notizia del decesso parenti e amici si scagliarono anche contro una dottoressa in servizio all’interno del reparto causandole ferite giudicate guaribili con una prognosi di 15 giorni. All’interno del nosocomio intervennero i vigilanti che normalmente prestano servizio in ospedale ma anche gli agenti della polizia di Stato. Oltre alle Volanti vennero schierati i poliziotti del reparto Mobile. Terminato l’assalto in ospedale, scattò una mobilitazione social per il giovane Laudani con decine di post contenenti insulti nei confronti del personale sanitario. Contestualmente la famiglia si affidò a un legale per smentire le accuse legate alla violenza in corsia e presentare una denuncia in procura con l’ipotesi di omicidio colposo legato a presunte responsabilità da parte dei medici. Il 21enne era arrivato in ospedale il 26 giugno 2024, trasportato da un’ambulanza dopo essersi sentito male mentre lavorava in un locale del capoluogo etneo con mansioni da banconista.
L’azienda Garibaldi parte civile nel processo per l’aggressione a una dottoressa dell’ospedale
«Secondo quanto accertato dagli organi inquirenti, l’aggressione si è verificata in un contesto di particolare tensione emotiva ed è culminata con minacce e violenze fisiche ai danni di un medico in servizio, oltre che con il danneggiamento di arredi e strutture ospedaliere – si legge in una nota stampa inviata dall’azienda Garibaldi – L’episodio ha determinato l’interruzione temporanea delle attività del reparto, con inevitabili ripercussioni sull’erogazione dei servizi sanitari».
Nell’ambito di questa vicenda giudiziaria l’azienda ospedaliera si è costituita parte civile nel procedimento penale, «a difesa dell’istituzione e del diritto del personale sanitario di svolgere il proprio lavoro in un ambiente sicuro e rispettoso. L’azienda auspica infine che la giustizia possa fare il suo corso in tempi brevi, affinché vengano chiarite le responsabilità e riconosciuti i diritti di chi è stato colpito da un gesto tanto grave quanto inaccettabile».