La polizia ha denunciato la donna che ha aggredito, nella notte del 16 settembre scorso, la dottoressa Angela Strazzanti. Alla professionista era stato chiesto di falsificare un referto medico dopo un incidente stradale. Il procedimento era stato già preannunciato dalla dottoressa: «Denuncerò alle forze dell'ordine». Guarda la foto
Aggressione al Vittorio, denunciata una donna di 48 anni Risponderà di minacce, interruzione di servizio e violenza
Una donna di 39 anni è stata denunciata dalla polizia per aver aggredito il 16 settembre scorso la dottoressa Angela Strazzanti, in servizio nel pronto soccorso dell’ospedale Vittorio Emanuele. La violenza, raccontata in esclusiva da MeridioNews, è nata dal rifiuto di Strazzanti di modificare un referto medico, come richiesto dalla madre di una paziente arrivata poco prima nei locali del reparto d’urgenza. La donna, che ha scaraventato il telefono cellulare della dottoressa contro il muro, rompendolo, deve rispondere ora di violenza o minaccia a un pubblico ufficiale, interruzione di pubblico servizio e danneggiamento con violenza sulla persona.
«La signora comincia a dare pugni e calci alla scrivania e a urlare a due millimetri da me – raccontava Angela Strazzanti a Meridionews – Le dico di calmarsi, “La smetta o chiamo la polizia“. Sentite queste parole la signora mi strappa il telefono di mano, il mio cellulare, e lo scaraventa contro il muro, rompendomelo». «Nel frattempo prende i fogli delle dimissioni che avevo dato alla figlia – continua Angela – li accartoccia, e me li spinge con forza contro la bocca, dicendomi che me li dovevo ingoiare». Ma non solo. «Urlava frasi orribili come “Sbirra, io ti ammazzo, tu a domani non ci arrivi” e cose del genere».
Sulla vicenda si era espressa anche Elisabetta Lombardo, collega della dottoressa e sindacalista della Anaao Assomed. «Da noi vige la legge della violenza, gli utenti arrivano, pretendono e sono aggressivi con gli operatori. Abbiamo bisogno di un poliziotto che sia fisso lì e non delle volanti che arrivano quando siamo belli stecchiti». «Di giorno è presente un poliziotto – continua la sindacalista – ma non fa pubblica sicurezza, non è adibito a difendere le persone ma solo a registrare da un punto di vista burocratico i pazienti agli arresti domiciliari». L’azienda Policlinico Vittorio Emanuele, per mezzo del direttore sanitario Giuseppe Lazzara, ha fatto sapere di volersi costituire parte civile a sostegno della medica Strazzanti.