Alfonso cicero occupa un posto senza averne i titoli. Ma per le associazioni imprenditoriali, o presunte tali, tutto fa brodo. Basta partecipare alla grande spartizione. E la giustizia amministrativa? per quei coglioni che ci credono ancora. . .
Affaire Irsap, anche Legacoop e Confartigianato si sostituiscono ai giudici del Tar
ALFONSO CICERO OCCUPA UN POSTO SENZA AVERNE I TITOLI. MA PER LE ASSOCIAZIONI IMPRENDITORIALI, O PRESUNTE TALI, TUTTO FA BRODO. BASTA PARTECIPARE ALLA GRANDE SPARTIZIONE. E LA GIUSTIZIA AMMINISTRATIVA? PER QUEI COGLIONI CHE CI CREDONO ANCORA…
La notizia è strana. Ma, in Sicilia, si sa, specialmente in tempi di finanziaria, i giorni dell’assalto alla diligenza, per intenderci, tutto può accadere. Che succede? Succede che un pugno di associazioni siciliane di categoria, forse più interessate alle manovre di ‘Palazzo’ che alle imprese che rappresentano, si schiera ufficialmente a favore di una nomina considerata illegittima e bocciata anche all’Ars. La nomina è quella di Alfonso Cicero al vertice dell’Irsap, l’ente che ha assorbito le Asi siciliane: nomina voluta da Confindustria Sicilia, meglio conosciuta come la lobby piglia-tutto anche se rappresenta una minoranza all’interno di Confindustria Sicilia e nel mondo imprenditoriale dell’Isola.
Come sappiamo (ve lo abbiamo raccontato qui) stamattina il Tar Sicilia, su ricorso di Confartigiani Agrigento, ha deciso di entrare nel merito della denuncia di illegittimità e di esprimersi sul caso con una sentenza ufficiale, così come hanno chiesto i ricorrenti.
Il fatto nuovo è che da ieri sera circola un documento sottoscritto da Confindustria Sicilia, Casartigiani Sicilia, Clai Sicilia, Confesercenti Sicilia, Confcooperative Sicilia, Confartigianato Sicilia, Lega Cooperative Sicilia e Ance Sicilia, dove queste organizzazioni plaudono “alla coraggiosa attività del presidente dellIrsap Alfonso Cicero, che da anni lavora in prima linea per debellare le azioni illecite, le truffe e il malaffare che per molto tempo hanno dominato le Asi”. Una grande manifestazione di ‘legalità amministrativa’, insomma…
Ma non è questa la cosa più strana. Il passaggio più controverso è quello in cui queste associazioni, fulminate dalla gloria di Cicero e di Confindustria Sicilia, emettono la sentenza prima che lo facciano i giudici:
«Auspichiamo che lAutorità giudiziaria potrà superare le perniciose ed infondate censure rivolte alla nomina del Consiglio di Amministrazione, affermando la piena validità dellOrgano di Amministrazione dellEnte affinché così, liberati da tali strumentali opposizioni, ci si possa concentrare sullo sviluppo della nostra Terra».
Loro, insomma, hanno già deciso che le censure dei ricorrenti sono perniciose e infondate. Si sono travestiti da Giudici del Tar ed hanno emesso il verdetto. Hanno appurato che, nel caso della nomina di Cicero, tutte le leggi sono state rispettate, anche quella che prevede una laurea per quei ruoli, e che non c’è conflitto di interessi con il suo doppio ruolo di Presidente Irsap e componente della segreteria tecnica dellassessorato alle attività Produttive (ovviamente guidato da persona vicina a Confindustria Sicilia, Linda Vancheri). Controllori-controllati, amici & parenti: per Confindustria Sicilia, Casartigiani Sicilia, Clai Sicilia, Confesercenti Sicilia, Confcooperative Sicilia, Confartigianato Sicilia, Lega Cooperative Sicilia e Ance Sicilia tutto fa brodo!
Bravi, che dire? Il documento, a quanto pare, è stato acquisito agli atti nell’udienza di oggi. Non ha nessun valore rispetto al caso giuridico, ovviamente. I giudici si occupano di fare applicare le leggi non di politica e di spartizione di risorse pubbliche agli ‘amici’. Anzi, potrebbero pure risentirsi per questa sentenza emessa al loro posto.
In ogni caso, oltre a rilevare scarso rispetto del ruolo del Tar, il documento delle associazioni di categoria rivela che in tempo di finanziaria e di incarichi sono tutti amici. Ed è certo solo una coincidenza che Filippo Ribisi, segretario regionale di Confartigianato, sia nel cda dell’Irsap.
Che poi un ente che potrebbe essere strategico per le imprese siciliane sia in mano, magari pure illegittimamente, ad una lobby che non rappresenta quasi nessuno, poco importa.