Aeroporti siciliani privatizzati. Colombino (CISAL): «Si rischia di regalare beni pubblici»

La questione privatizzazione degli aeroporti siciliani ha innescato un botta e risposta a distanza tra sindacati, società e rappresentanti delle Istituzioni. Dopo il sindaco di Palermo, Roberto Lagalla, che si è detto favorevole alla cessione ai privati della gestione del Falcone-Borsellino di Punta Raisi, anche il presidente della Regione, Renato Schifani, ha manifestato il suo assenso. «Capisco che nella nostra Isola – ha detto Schifani – ci siano logiche profondamente radicate, ma il mondo delle gestioni aeroportuali in Italia ha subito una profonda trasformazione negli ultimi anni. Anche per la Sicilia è giunto il momento di cambiare. Come è avvenuto in tutto il Paese, con le privatizzazioni si sono ottenuti risultati concreti ed evidenti che sono sotto gli occhi di tutti: non contano soltanto gli utili, ma anche efficienza e servizi per i cittadini. Il nostro obiettivo adesso è quello di lavorare concretamente per adeguare le nostre strutture al mercato e crescere sempre di più, senza impantanarci nella sterile difesa di posizioni acquisite».

Di diverso avviso sono i rappresentanti dei lavoratori che prestano servizio all’interno delle attuali società. «Privatizzare oggi la Gesap – ha dichiarato Gianluca Colombino, segretario generale della Legea Cisal – sarebbe un errore imperdonabile: proprio nel momento in cui il turismo sta ripartendo e la società di gestione dell’aeroporto Falcone-Borsellino sta tornado ai numeri pre-pandemia, avvicinandosi in un paio d’anni allo storico traguardo dei 10 milioni, la privatizzazione si trasformerebbe in una svendita a danno dei cittadini. Le ultime gestioni della Gesap hanno dimostrato, numeri alla mano, che il pubblico non è sempre sinonimo di inefficienza e che il privato non lo è di efficienza e il caro-voli con le società di gestione non c’entra assolutamente nulla». Dunque per i sindacati la problematica dell’elevato costo dei biglietti sarebbe solo un pretesto collegato in maniera impropria con la volontà di privatizzare, più volte rilanciato anche per l’aeroporto di Catania. «Terremo alta la guardia – continua Colombino – e rimarremo vigili. Qualsivoglia ipotesi di revisione del sistema regionale o avvio di un percorso di privatizzazione che metta a rischio i livelli occupazionali o che si trasformi in un regalo al privato di un bene pubblico non potrà non passare dal tavolo sindacale. La vera ricetta per rilanciare la Gesap è invece la sua quotazione in Borsa, come già fatto con successo altrove, che consentirebbe di rivitalizzare ulteriormente uno scalo i cui buoni risultati sono sotto gli occhi di tutti. Non consentiremo il ripetersi di scelte che si sono già dimostrate sbagliate».

A storcere il muso, senza però volere entrare nel merito delle prospettive annunciate, è anche il management della Gesap tramite la propria amministratrice delegata Giovanna Scalia: «Non mi esprimo sulla privatizzazione dello scalo, messa in campo dal presidente della Regione, perché è un argomento che riguarda i soci. Bisogna però precisare che il lavoro e i risultati concreti di questa squadra di manager hanno portato a efficienza, servizi e utili che tanto conteranno per chi acquisirà in futuro lo scalo».


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