La società presieduta da Luigi Crispino sostiene che il mancato rilascio del certificato di operatore aereo (Coa) da parte di Enac dipende dalle decisioni di chi gestisce lo scalo di Fontanarossa. Il Tar ha però accertato che le criticità sono molte di più
Aerolinee Siciliane, mancato decollo non dipende da Sac Tar: «Altre criticità dietro rifiuto di Enac a concedere l’ok»
Il mancato ottenimento del certificato di operatore aereo (Coa) da parte di Aerolinee Siciliane non è imputabile a Sac. A metterlo nero su bianco, pochi giorni fa, è stata la terza sezione del Tar di Catania con la sentenza che ha dichiarato inammissibile il ricorso presentato, a settembre dell’anno scorso, dalla società presieduta da Luigi Crispino, l’ex patron di Air Sicilia che, nel 2020, è ritornata sulla scena dei collegamenti aerei con una nuova creatura. Era inizio 2020 quando Aerolinee Siciliane dichiarò di voler provare a iniziare a volare dall’estate. Un progetto poi abortito per via dell’improvvisa esplosione della pandemia, ma che a distanza di oltre due anni è rimasto dentro a un cassetto che non si sa più se e quando potrà essere aperto. A mancare finora alla società è stato infatti il via libera di Enac, l’Ente nazionale per l’aviazione civile chiamato a rilasciare la licenza per consentire a una compagnia di inserirsi nel settore del trasporto aereo.
Per Crispino e soci – dall’ultima visura camerale, Aerolinee Siciliane conta 58 azionisti per un capitale sociale deliberato di cinque milioni, di cui solo 173mila euro sottoscritti e versati – il motivo per cui l’Enac ha finora negato il Coa andrebbe cercato nella decisione della Sac, la società che gestisce lo scalo Vincenzo Bellini a Catania, di non concedere uno spazio di un’ottantina di metri quadrati da adibire ad «area chiusa tecnico operativa, zona air side». Quest’ultima, infatti, sarebbe stata condizione imprescindibile per fare progredire l’iter a Roma. Di tutt’altro avviso la Sac, secondo cui la verità sarebbe stata del tutto opposta: le «subconcessioni sono rilasciate solo in favore di società che abbiano già le autorizzazioni necessarie a operare in ambito aeroportuale». Ovvero: prima si ottiene il Coa e poi si può chiedere l’area tecnica nello scalo.
La diatriba è stata risolta il 15 aprile dal Tar. I giudici amministrativi hanno respinto le pretese di Aerolinee Siciliane affermando sostanzialmente che, al momento, i problemi per la società vanno ben oltre la concessione di Sac. «Come però risulta dalla nota del 29 ottobre 2021 di Enac – si legge nella sentenza – il procedimento per il rilascio del Coa alla società ricorrente era ostacolato non soltanto dal mancato ottenimento della subconcessione ma altresì da una pluralità di altre criticità afferenti alla domanda presentata a tal fine da Aerolinee Siciliane». Le stesse, secondo Sac, sarebbero 17. «Il collegio ritiene che – continuano i giudici – la sussistenza di cause ostative per il perfezionamento di quest’ultimo (il Coa, ndr), ulteriori e diverse rispetto alla mancata subconcessione dell’area richiesta a Sac, impedisca di ritenere immediatamente e concretamente lesivo l’atto di diniego di quest’ultima impugnato con il ricorso». Dal canto suo, Aerolinee a gennaio ha affermato di avere «sistemato tutti i rilievi mossi da Enac» ma la tesi è stata smentita dallo stesso ente di aviazione civile, il 3 marzo scorso. L’ente, rispondendo a una richiesta di Sac, ha chiarito che «nessun nuovo atto è stato inserito nel fascicolo relativo al procedimento di rilascio del Coa e della licenza d’esercizio ad Aerolinee Siciliane rispetto quelli già trasmessi con nota del 21 dicembre 2021». Data nella quale, stando alla ricostruzione del Tar, non erano state superate le criticità messe in evidenza da Enac a fine ottobre.
«Dopo mesi in cui il presidente di Aerolinee Siciliane, Luigi Crispino, ha rilasciato interviste e presentato segnalazioni e denunce affermando che Sac toglie le ali ad Aerolinee Siciliane ovvero ne impedisce la nascita a tutti gli effetti e ne diventa responsabile attribuendo al suo amministratore delegato la responsabilità del mancato conseguimento della certificazione di operatore aereo – si legge in una nota della società che gestisce lo scalo di Fontanarossa – ha qualificato come inammissibile il ricorso proposto dall’aspirante compagnia aerea. Aerolinee Siciliane è stata inoltre condannata al pagamento delle spese processuali sostenute da Sac. Si è quindi finalmente appurato come siano stati gli stessi organi di Aerolinee Siciliane a causare, a tutt’oggi – continua la nota di Sac – i danni caricati sulle spalle degli azionisti e dei siciliani che amano la loro terra e a impedire il rilascio della certificazione ad Aerolinee Siciliane». Sac comunica anche che la pronucia del Tar è arrivata «dopo l’archiviazione, anche da parte dell’Autorità garante della concorrenza (Agcm) e della procura delle infondate segnalazioni e denunce mosse da Aerolinee Siciliane».