Addio a Vito Parrinello, il papà del Teatro Ditirammu «Credeva nei ragazzi palermitani, ne ha salvati tanti»

«Non ci posso credere». Scrive solo questo Daniele Billitteri, giornalista e scrittore, che per primo questa mattina ha comunicato sui social la scomparsa dell’amico Vito Parrinello, fondatore del Teatro Ditirammu di via Torremuzza, nel cuore della Kalsa. Più propriamente una Casateatro aperta a tutti, dove conoscere e coltivare la cultura popolare siciliana e le forme d’arte che da essa traggono diretta ispirazione. Se n’è andato in un attimo, Vito. Fino a ieri sera si trovava al San Lorenzo Mercato, con gli amici di sempre per la Domenica del Ditirammu: sul palco per cuntare la storia di Turiddu Carnilivari di Ignazio Buttitta c’era un altro amico di sempre, Paride Benassai, e alle sue spalle Vito con la sua chitarra.

«Un ictus o un infarto nel sonno», dice Billitteri. Solo qualche ora prima il suo ultimo post per sponsorizzare i progetti e le iniziative del teatrino, così come lo chiama con affetto qualcuno che in quelle stanze si sente a casa. Perché è questo il Ditirammu di Palermo, una casa. E a custodirne il prezioso lavoro c’è una famiglia i cui membri non si possono immaginare slegati l’uno dall’altro, ognuno con il suo ruolo, con la sua passione. A dedicarsi con amore alla divulgazione delle nostre tradizioni più profonde, più belle, c’è infatti anche Rosa Mistretta, la moglie di Vito, e i loro due figli, Elisa e Giovanni. Attoniti tutti quelli che lo conoscevano. «Un uomo che ha creduto molto nei giovani e che ha dato credito ai ragazzi della città di Palermo, a volte anche facendo dei salti nel buio. E secondo me ne ha salvati tanti di ragazzi, li ha instradati, è il grande merito di un talent scout», racconta a MeridioNews Salvo Piparo.

«Stanotte è andato via un amico, un fratello, un padre. Stamattina una telefonata piena di lacrime me l’ha annunciato – scrive anche l’attore MarcoManera sui social – Vito Parrinello non c’è più. Io sono fuori dall’Italia e non posso correre a stringere forte Rosa, Elisa, Giovanni e tutta la grande famiglia del Teatro Ditirammu. Io di quella famiglia sono orgoglioso di far parte e tante volte ho condiviso il palcoscenico con Vito. L’ultima è stata domenica scorsa, con la febbre addosso, ma con lo stesso spirito di sempre, a raccontare, a cantare, a giocare improvvisando. Non sarò accanto a lui in questo momento terribile ma ho la certezza che lui è e sarà sempre accanto a me, nella mia vita e ogni volta che salirò sul palcoscenico. Ciao Vituzzo mio. Riposati». L’attore racconta anche di essere entrato stamattina nella prima chiesa trovata per strada, per pregare per il suo amico.

Cordoglio anche da parte dell’amministrazione comunale, che si stringe alla grande famiglia del Ditirammu: «Sono profondamente addolorato per la morte di un grande artista ed uno straordinario caposcuola, un interprete della migliore tradizione culturale ed artistica siciliana e palermitana.Vito è stato un uomo buono e generoso, che ha dato prova di grande impegno e sensibilità. A Rosa, Elisa e Giovanni un abbraccio affettuoso a nome di tutta la Giunta comunale», ha commentato il sindaco Leoluca Orlando. E anche se dal prossimo Natale il suo Ninnarò avrà un tono forse più malinconico, niente, nemmeno una morte così improvvisa, potranno cancellare i suoi occhi appassionati, la sua voce, la sua musica, e quanto costruito in tanti anni di paziente lavoro. «Ciao Vito, suona per tutti dassùpra», commenta oggi il web. Arrivederci a un uomo a cui Palermo deve molto. 


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