Acqua, la sconfitta del Forum per l’acqua pubblica

Acqua in Sicilia: lo scenario resta ambiguo. Ma una schiarita c’è. Il Governo di Rosario Crocetta, che in campagna elettorale aveva promesso la gestione pubblica e che poi ha optato per i privati, è comunque venuto a miti consigli. A ‘convincere’ il governatore a fare un passo indietro è stato il Pd.

Nella quarta Commissione legislativa, dove il presidente Giampiero Trizzino (Movimento 5 Stelle) ha combinato un po’ di’ ‘casini’, non si ripartirà dal testo del Forum sull’acqua pubblica. Né da quello del parlamentare del Pd, Giovanni Panepinto. Si ripartirà dal testo dell’assessore, Nicolò Marino. Ma questo testo, che nella stesura originaria prevede il mantenimento della gestione nelle mani dei privati, verrà cambiato.

E’ inutile nascondersi dietro un dito. Sull’acqua si apre una partita difficilissima. Gli interessi in ballo sono enormi. Se il presidente Crocetta ha cambiato opinione, passando da fautore dell’acqua pubblica a sostenitore delle ragioni dei privati, se persino i grillini tentennano un motivo ci sarà. E il motivo è semplice: la volontà dei poteri forti. E i soldi. Tanto potere e tanti soldi. E, ovviamente, la presenza degli stessi politici nelle società private.

La partita, adesso, diventa tutta politica. Non si andrà allo scontro giudiziario. Non ci sarà la rescissione dei contratti con Sicilacque e con i privati. La politica proverà ad agire sulle tariffe.

I privati sono nel settore perché, in Sicilia, le tariffe sono elevate. E loro guadagnano un sacco di soldi. Bisogna abbassare le tariffe. Sarà così?

Di fatto – anche in questo caso è inutile girarci attorno – il Forum per l’acqua pubblica esce sconfitto. Il disegno di legge d’iniziativa popolare è stato ‘cassato’. E di questo sono responsabili anche i grillini dell’Ars che, al di là delle chiacchiere, non hanno alzato le barricate. Anzi.

Passa la linea del Governo Crocetta di apertura ai privati. Alla fine, il presidente della Regione e il suo fido, il senatore Giuseppe Lumia, si giocano una partita di potere. Gli elettori che li hanno votati – a parte gli illusi che vanno ancora dietro a questi due personaggi – hanno capito che il Megafono suona la musica dei poteri forti.

Sono stati ‘sgamati’ sul Muos di Niscemi. Sono stati presi con le mani nella ‘marmellata’ con l’alta dirigenza regionale. Sui rifiuti, pur di difendere gli interessi di Confindustria Sicilia – altra banda di ‘sepolcri imbiancati’ – stavano per rompere anche con l’assessore Marino.

Insomma sull’acqua hanno fatto trenta e due ventotto: hanno scoperto le carte e, con il disegno di legge presentato in quarta Commissione dell’Ars hanno detto a chiare lettere: a noi la favola dell’acqua pubblica ci è servita solo per prendere i voti. Ora vorremmo fare altre cose…

Si gioca una partita brutta, sull’acqua siciliana. Bruttissima. Con la mafia che non starà a guardare. La riduzione delle tariffe dovrebbe rendere la vita difficile ai privati. Sarà così? Vedremo.

 


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