Acireale, villette al posto di nuove scuole? La preside del Classico: «Aule sovraffollate»

«Questa amministrazione in campagna elettorale dichiarò di volersi prendere cura dei ragazzi. E’ l’occasione giusta per farlo». A parlare è Elisa Colella, dirigente scolastico del liceo classico Gulli e Pennisi di Acireale, l’istituto che, insieme alla scuola media Galileo Galilei, rischia maggiormente di risentire della variante urbanistica adottata lo scorso 21 ottobre sulla zona adiacente alle due strutture.
La decisione, che riguarda un’area di oltre 16mila metri quadrati, è stata presa da Venerando Russo, il commissario ad acta nominato dal Tar di Catania in seguito alla sentenza con la quale, nel gennaio 2012, il tribunale amministrativo si pronunciò sull’istanza di riqualificazione urbanistica avanzata dai proprietari dei terreni.

In quell’occasione, il giudice dichiarò «l’obbligo del Comune di provvedere», dando 120 giorni di tempo per la risoluzione della disputa, tempo entro il quale l’allora consiglio comunale avrebbe potuto prendere posizione e produrre osservazioni che ribadissero l’utilità pubblica dell’area. Così non fu, ma per capire meglio questa storia bisogna tornare indietro nel tempo, almeno di quattro anni.

Nel 2008, infatti, scaddero i vincoli urbanistici, imposti nel 2003 dal Piano regolatore generale, che destinavano l’intera area a edilizia scolastica, prevedendovi la realizzazione di «asili nido, scuole materne, scuole dell’obbligo, scuole medie superiori». Scaduti i vincoli, il consiglio comunale, unico organo deputato a pronunciarsi sulla destinazione d’uso dei terreni, non si occupò della questione, rinunciando così alla possibilità di rinnovare la destinazione. Tale stallo convinse i proprietari a muoversi affinché l’area divenisse oggetto di variante urbanistica, trasformandosi in un’area residenziale che, in base alle ultime richieste, dovrebbe prevedere la realizzazione di villette.

«Non so quali siano stati i motivi che portarono il passato consiglio comunale a non pronunciarsi – commenta la preside del liceo classico acese – e non voglio entrare in merito alla decisione del giudice. Quel che posso dire è che mai come oggi la città necessiterebbe di un intervento a favore del pubblico, specie delle scuole». Venire a sapere che poco più in là degli istituti potrebbero essere costruite nuove case ha qualcosa di beffardo specialmente se si pensa alle difficoltà vissute oggi dalle scuole: «Il sovraffollamento – spiega Colella – è un problema che influenza in negativo su più aspetti: interessa la qualità dell’insegnamento, ma soprattutto la sicurezza. Negli anni abbiamo dovuto ricorrere a prefabbricati che non possono rispondere a tutti i criteri in materia di sicurezza, senza contare la mancanza di strutture come un teatro o un’aula magna».

La dirigente del Gulli e Pennisi si mostra stupita quando le si dice che tra le motivazioni a sostegno della richiesta di variante urbanistica vi è anche la previsione di sviluppo demografico ad Acireale nei prossimi anni: «Sarei curiosa – aggiunge la preside – di capire con quali criteri siano state fatte queste stime. Da parte mia, credo che l’aumento demografico riguardi più le scolaresche che la popolazione residente. Quest’amministrazione ha dichiarato di voler impegnarsi in favore dei ragazzi: lo dimostri. Quell’area – conclude Colella – potrebbe essere utilizzata per creare le condizioni logistiche a smaltire anche il pesante traffico quotidiano dovuto alla vicinanza di tre istituti in poche decine di metri».

Intanto, tra le formazioni politiche, al momento l’unica a prendere posizione sulla vicenda è stato il Partito Democratico che ieri con un comunicato ha sollecitato l’amministrazione e il consiglio comunale a intervenire sulla questione entro il 21 novembre, termine ultimo entro il quale si potrà predisporre «un’osservazione da trasmettere all’Assessorato regionale Territorio e Ambiente, nella quale venga rappresentata la necessità di mantenere la destinazione originaria dell’area». Il Pd chiama in causa anche l’attuale amministrazione, nonostante come visto la vicenda nasce anni addietro. «Buona parte degli attuali assessori – denunciano i democratici – all’epoca erano consiglieri. Ci chiediamo come sia potutto accadere che la questione di quei lotti passasse sotto silenzio. Ma soprattutto, perché?»


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