Si chiama torrentismo, dall'inglese «canyoning». Un'attività difficile, che incrementa di anno in anno il numero di appassionati. Soprattutto nelle provincie di Catania e Messina, piene di gole che gli sportivi della disciplina percorrono, in discesa, sull'acqua che scorre. Oggi nel Comune acese nasce una struttura ad hoc
Acireale, soccorso immediato dopo sport estremi «Per salvare chi cade nelle grotte e nei torrenti»
La passione per il torrentismo – noto anche come canyoning, ovvero la discesa a piedi di strette gole percorse dall’acqua – cammina parallela con l’esigenza di sicurezza. È prevista per le ore 18.30 di questo pomeriggio l’inaugurazione della struttura operativa regionale dedicata al soccorso in seguito a incidenti in questo sport. Il presidio avrà sede ad Acireale, in un locale dell’area Com di corso Italia. Alla sua presentazione alla città e agli amanti della disciplina saranno presenti il sindaco del comune pedemontano Roberto Barbagallo, il presidente del Corpo nazionale soccorso alpino e speleologico (Cnsas) Francesco Del Campo e il legale nonché consigliere nazionale del gruppo Giorgio Bisagna. «L’attività di torrentismo ha preso piede in Italia intorno agli anni ’80. L’incremento riguarda principalmente l’area della Sicilia orientale grazie alle numerose grotte a cielo aperto che si trovano nella provincia di Catania e di Messina», spiega Bisagna.
«La struttura di soccorso è preposta per gli interventi nelle gole su scala regionale e si presta pure per il servizio civile», continua il referente. Che aggiunge: «Il battesimo dell’acqua è stato la frana della Timpa dove gli esperti hanno operato attivamente, mettendo a frutto una lunga preparazione». Scendendo nei dettagli, spiega: «La squadra sarà costituita da dodici tecnici con una formazione completa sia in campo alpino che speleologico, risultato di sei anni di addestramento. A guidare la task force sarà Diego Leonardi, il responsabile dell’associazione italiana canyoning (Aic, ndr)».
«È difficile definire se ci sono zone più pericolose di altre perché questa attività unisce al suo fascino anche un inevitabile margine di rischio. I casi più comuni comprendono cadute, ipotermia, annegamento e – prosegue Bisagna – si possono verificare anche concause in grado di provocare conseguenze estreme». Ma «le ultime sono molto datate: negli anni ’90 c’è stata una vittima nelle gole del Simeto», ricorda l’esperto.
Il torrentismo permette di stare a diretto contatto con la natura ma non è privo di rischi per cui, oltre alla predisposizione dei soccorsi, chi lo pratica ha un occhio di riguardo anche nei confronti della prevenzione di eventuali incidenti. «Le norme di sicurezza da tenere in conto sono le stesse che riguardano tutti gli sport di montagna. Stiamo parlando di corde e chiodi ma sarebbe opportuno evitare i periodi con piogge eccessive, non avventurarsi in queste attività senza un adeguata preparazione, affiancarsi sempre a guide specializzate e per nessuna ragione improvvisare», conclude Bisagna.