«Carissimi clienti e cittadini di Acireale, siamo spiacenti, ma comunichiamo lo stato di agitazione della nostra attività a partire dal prossimo 4 luglio». Inizia così il testo del manifesto affisso sui muri dello storico Caffè Cipriani di piazza Vigo. Un lungo comunicato alla cittadinanza in cui i proprietari del locale si scagliano contro la decisione, presa dall’amministrazione comunale, di chiudere alcune aree del centro al traffico veicolare. «Siamo costretti a questo gesto per noi umiliante – continuano i titolari dell’attività – e ce ne scusiamo, ma è l’unico segno di protesta nei confronti del sindaco e dei suoi collaboratori che ci hanno imposto una ztl senza alcun confronto». Gli autori dell’annuncio non hanno timore di esprimersi in modo diretto e, dopo aver paventato i licenziamenti dei propri dipendenti, accusano il primo cittadino di «arroganza, incompetenza e superficialità».
Non tarda ad arrivare la risposta di Roberto Barbagallo, sindaco di Acireale, che affida a Facebook il suo sfogo: «È davvero disarmante sentirsi additato come arrogante, vile e quant’altro si possa leggere in alcuni manifesti affissi da alcuni commercianti. Sono molto dispiaciuto ma si va avanti». Nel suo post sul noto social network Barbagallo spiega i passaggi che hanno portato all’istituzione dell’area a traffico limitato, sottolineando tutti i momenti di concertazione avuti con commercianti e cittadini: «In verità ho chiesto una seduta di consiglio comunale, al quale hanno partecipato i rappresentanti dei commercianti e di diverse associazioni che hanno avuto la possibilità di esprimersi in seno al Consiglio comunale, cosa mai accaduta».
«Ci stiamo sforzando – continua il primo cittadino acese – insieme all’università di Catania, al comando dei vigili urbani, alle commissioni consiliari, al Consiglio comunale per provare e trovare tutte le soluzioni possibili e necessarie per un provvedimento, che arriverà tra sei, otto mesi, quanto più condiviso possibile». «La condivisione – affonda Barbagallo – non è ricercata solo con i commercianti che hanno legittimità a invocare i propri interessi ma anche con i cittadini tutti, anch’essi hanno diritto ad invocare i loro». Già nella serata di ieri, però, la famiglia Cipriani – titolare dell’omonimo bar – smorza i toni: «Vogliamo che la strada sia chiusa in orari adeguati, che non danneggino le attività commerciali – dicono padre e figlia – Se chiudono le vie d’accesso le persone non possono arrivare. Siamo in tanti a protestare, non siamo solo noi».
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