Vittime, non carnefici. E di certo non indagate. Nei giorni scorsi ad Acireale è esploso uno scandalo su un giro di prostituzione che ha coinvolto professionisti e insospettabili. Una vicenda dai contorni sfumati – raccontata per primo dal quotidiano La Sicilia – che, unita alla pruriginosità del fatto in sé, rischia di arrecare danno a molti. Il tutto a pochi giorni dal caso di Tiziana Cantone, la donna campana suicidatasi in seguito alla diffusione di alcuni video intimi.
L’inchiesta che riguarda la città dei cento campanili attende che venga fissata l’udienza preliminare a carico di cinque persone. Per una sesta è stata richiesta l’archiviazione. Nessuno degli indagati, una donna e quattro uomini, è residente ad Acireale. Per loro le accuse sono di sfruttamento e favoreggiamento della prostituzione, mentre in un caso tra i capi di imputazione c’è anche lo stalking e la violenza carnale. E questo perché nonostante sui social network impazzi la corsa allo svelamento delle identità di chi vendeva il proprio corpo, nonché di personaggi divenuti popolari tramite il proprio mestiere – e dunque il postino, il vigile, la parrucchiera -, la prostituzione in sé non è un reato.
I magistrati, invece, hanno lavorato per ricostruire la rete di relazioni che dai rapporti sessuali, che si consumavano non solo ad Acireale ma anche in altre città della costa ionica e dell’entroterra, ne ha tratto benefici o utilità economiche. Come il pagamento di affitti a prezzi fuori mercato o compensi – anche in natura – per la gestione di siti web legati all’attività o l’organizzazione degli incontri.
L’indagine della procura di Catania, coordinata dal sostituto procuratore Marco Bisogni, riguarda fatti avvenuti tra il 2010 e il 2014 ed è nata dopo la denuncia da parte della principale protagonista dell’intera storia. Anche lei, però, vittima. La donna, infatti, a un certo punto ha dovuto affrontare le pretese di uno dei clienti abituali, un agente di commercio della Sicilia Occidentale, il quale, ambendo a qualcosa di più, ha iniziato a esercitare pressioni, finendo per passare alle minacce. Concretizzatesi nella diffusione di un video erotico. Tra le vittime dello stalking, anche il marito della donna, tra i destinatari della registrazione nonché costretto a ricevere telefonate per lungo tempo.
Il resto, invece, riguarda gli appetiti di chi non resiste alla tentazione di guardare dal buco della serratura. In una città che, nonostante il legame a doppio filo con il mondo clericale, già in passato si è mostrata non esente da quei comportamenti che pubblicamente attirano il biasimo generale, ma che poi, rileggendo le carte dell’indagine, riguardano molti più di quanti si crederebbe.
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