Acireale, il pronto soccorso rischia la chiusura? L’ammissione poi smentita della direttrice dell’Asp

Quale futuro attende il pronto soccorso dell’ospedale Santa Marta e Santa Venera? È attorno a questa domanda che negli ultimi giorni ad Acireale si è sviluppato un ampio dibattito tra quanti hanno a cuore lo stato della sanità nel comprensorio ionico. Il problema si è posto per via delle attese riformulazioni del settore previste dalla Regione, ed è divenuto ancora più urgente in seguito alla morte di un uomo avvenuta la scorsa settimana, con tanto di indizione da parte della moglie di una petizione per richiedere la chiusura del pronto soccorso, ritenuto inadeguato. E così, mentre sul web la notizia ha dato sfogo alla rabbia e al disappunto di chi non accetta che il sistema sanitario pubblico versi in pessime condizioni, a muoversi giovedì scorso è stato il Tribunale del malato di CittadinanzAttiva, associazione di Acireale, che ha incontrato la direttrice generale dell’Asp di Catania, Ida Grossi alla presenza, tra gli altri, del deputato regionale del Movimento 5 Stelle, Angela Foti. Un incontro che ha dato origine a un piccolo giallo. 

Stando, infatti, al comunicato in un primo tempo divulgato dai volontari, Grossi avrebbe fatto intendere la concreta possibilità di chiudere il pronto soccorso acese nell’ambito della rifunzionalizzazione del settore sanitario previsto dal decreto emanato dall’assessorato regionale alla Salute lo scorso 23 gennaio. Poche ore dopo, però, dal direttore generale dell’Asp etnea è arrivata la smentita: «Mi dispiace constatare un simile difetto di comunicazione tale da rischiare una strumentalizzazione», ha dichiarato Grossi, che poi ha aggiunto di aver fatto soltanto riferimento alle decisioni dell’assessora regionale alla Sanità Lucia Borsellino e tuttavia di attendere i risultati di un’indagine conoscitiva sui dati degli ospedali di Acireale e Giarre prima di pianificare il futuro: «Rifunzionalizzare – ha specificato il direttore generale – significa far funzionare in modo nuovo in base alle risorse, ma sempre in modo efficiente ed efficace».

Una spiegazione che se da una parte sembra aver tranquillizzato il Tribunale del malato, che con un nuovo comunicato si è scusato per il fraintendimento, dall’altra non chiarisce il futuro del pronto soccorso acese. Perché, per quanto l’ipotesi di dirottare l’intero flusso di pazienti sull’ospedale Cannizzaro sembri un azzardo – per via della vastità del territorio da servire e per le condizioni di certo non ottimali in cui già oggi si trova a operare il pronto soccorso castellese – è altrettanto vero che dal decreto a firma dell’assessora alla Sanità, Lucia Borsellino, non emergono segnali tali da indurre alla tranquillità.

A sottolinearlo è il deputato regionale, Angela Foti: «Ero presente all’incontro voluto dal Tribunale del malato – dichiara l’esponente del Movimento 5 Stelle – e una delle richieste che la delegazione voleva rappresentare era che la stessa Grossi desse un segnale di riconoscimento e incoraggiamento al lavoro che il personale medico e infermieristico del pronto soccorso acese, e del nosocomio tutto, ogni giorno affronta con notevoli difficoltà dovute alla oggettiva carenza della pianta organica; difficoltà – continua Foti – che in quest’ultima settimana si sono aggravate per le tensioni scatenate dalla campagna mediatica e dalla raccolta firme contro il pronto soccorso stesso». 

Richiesta che però i vertici dell’Asp non si sarebbero sentiti di accogliere: «Non è stata giudicata ricevibile – ha aggiunto l’onorevole – principalmente perché parlare di potenziamento dell’ospedale di Acireale, alla luce della appena decretata Rete ospedaliera, è quantomeno da valutare, in quanto proprio nel decreto, per i pronto soccorsi di Acireale e Giarre è prevista la rifunzionalizzazione, che non significa esattamente potenziare».

Sul presunto qui pro quo tra Tribunale del malato e Asp, il deputato regionale sostiene che in fondo a essere stato svelato è «il segreto di Pulcinella» poiché «basta leggere il decreto regionale e comparare quanto previsto per il nostro ospedale con quelli che sono i requisiti per un ospedale di primo livello per capire che ci sono delle carenze che se non colmate segnano un percorso non roseo». Ed è in tal senso che il Movimento 5 Stelle ha deciso di discutere in commissione Sanità la questione: «Questo scenario non è accettabile – ha concluso Foti –. Proprio per questo abbiamo presentato degli atti parlamentari che mercoledì sono stati discussi per una condivisione di quelli che, a mio parere, sono errori macroscopici che porterebbero la struttura a soccombere».

Intanto, stamani, proprio all’interno dell’ospedale Santa Marta e Santa Venera si è svolto un congresso dal titolo Percorsi pediatrici dell’Alcantara e dell’Etna a cui ha preso parte anche il sindaco di Acireale, Roberto Barbagallo, con il chiaro intento di «sottolineare il valore delle eccellenze dell’ospedale». Punti di forza che però non potrebbero essere sufficienti ad assicurare un futuro al pronto soccorso acese. In fondo, rimane l’amarezza della moglie dell’uomo morto la scorsa settimana. «Certo che ci vuole una gran faccia tosta da parte dei nostri politici a definire il nostro ospedale ottimo e il pronto soccorso con qualche problemino», scrive la vedova in un post su Facebook. «Non vi fate incantare dalle belle parole, appena si spegneranno i riflettori, tutto tornerà come prima e la gente continuerà a morire». 


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Le affermazioni di Ida Grossi al Tribunale del malato hanno scatenato un acceso dibattito. Per Angela Foti del M5s è «il segreto di Pulcinella», mentre il sindaco sottolinea «il valore delle eccellenze dell’ospedale». La moglie dell'uomo morto nella struttura la scorsa settimana: «Appena si spegneranno i riflettori, la gente continuerà a morire»

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