Diversi gli episodi che, simili tra loro, si sono verificati a cavallo tra il 2016 e l'anno nuovo. A farne le spese il bancomat di una banca acese di via Sclafani e le casse di due uffici postali del capoluogo etneo. «Non c'è una sola banda dell'escavatore», spiegano i militari dell'Arma che indagano sui fatti
Acireale, furto con un escavatore a Credito siciliano Tre casi nel giro di poche ore nella provincia etnea
Non si sa ancora il numero delle persone coinvolte nel furto ma di certo non passa inosservato il mezzo impiegato per sradicare il bancomat del Credito siciliano di Acireale. I ladri, che hanno colpito la sede centrale di via Sclafani, hanno agito intorno alle quattro del mattino del 31 dicembre. Secondo una prima ricostruzione, il veicolo impiegato per abbattere il cancello di accesso alla banca e quindi estirpare il bancomat, era un cingolato gommato con un braccio, probabilmente rubato. Tutti col volto coperto, invece, gli autori del colpo. È quella che è stata definita la banda dell’escavatore, espressione che nasce dalle caratteristiche simili tra questo furto e gli altri messi a segno nella provincia etnea in questi giorni.
«La cosiddetta banda dell’escavatore è tecnicamente un’invenzione giornalistica», spiegano i carabinieri di Acireale che stanno indagando sul furto di via Sclafani. Con una certa difficoltà perché i ladri hanno fatto perdere le proprie tracce, portando via il bancomat e il suo contenuto. Cifra sulla quale, per il momento, si mantiene il massimo riserbo. «Come spiegavamo, non c’è un’unico gruppo che agisce ma – precisano i militari acesi – i delinquenti hanno purtroppo capito che il metodo dell’escavatore è più redditizio della rapina». Ragion per cui «si sentono sempre più casi del genere: un gruppo di criminali ruba o mette a disposizione degli altri un cingolato e prepara un colpo», sottolineano le forze dell’ordine. Occupate in indagini sempre più serrate con l’obiettivo di contrastare il fenomeno.
Nel corso dei giorni a cavallo tra il 2016 e l’anno nuovo, sono stati diversi i furti – riusciti o tentati – con le stesse metodologie. Tralasciando per un attimo il caso del Credito siciliano di Acireale, il 31 dicembre scorso altre bande hanno agito a Catania. I casi riguardano l’ufficio postale di via San Giovanni Battista nel quartiere di San Giovanni Galermo e la cassa automatica di via Dottor Consoli, nei pressi di via Androne. Nella prima circostanza il postamat è stato sfondato con un mezzo pesante, nella seconda è stato fatto esplodere grazie all’impiego di una sostanza esplodente. Sugli episodi indagano i carabinieri del comando provinciale di Catania.