Acireale Calcio, il nuovo corso targato Cannavò «Non voglio fare il sindaco, penso alla squadra»

«Siamo in primis un gruppo di tifosi, che cerca di risollevare la società da una situazione drammatica». Queste le parole con cui Gianluca Cannavò, neo-presidente dell’Acireale Calcio, ha cominciato stamane il suo intervento nella sala stampa dello Stadio Tupparello, davanti ai giornalisti. Concetti ribaditi anche nell’intervista concessa successivamente a MeridioNews: «Ho accettato questo incarico per passione e amore nei confronti di squadra e città. Il mio – puntualizza il dirigente –  è un ruolo di presidente-traghettatore fino a fine stagione, con l’obiettivo di chiudere l’annata in maniera dignitosa, sia da un punto di vista calcistico che burocratico». Le emergenze, in casa Acireale, non mancano affatto, come ricorda il presidente: «La nostra priorità è quella di trattare i giocatori con dignità: al nostro arrivo – ricorda Cannavò – c’erano problemi legati al vitto, all’alloggio e, addirittura, mancava il gasolio per l’acqua calda delle docce. Senza di noi la squadra non sarebbe potuta partire per la trasferta di Eboli».

L’ascesa di Gianluca Cannavò – ex consigliere provinciale di Alleanza nazionale, processato e poi assolto per una questione legata ai rimborsi istituzionali – è legata a doppio filo alla cosiddetta operazione Salviamo l’Acireale Calcio: un’idea di un gruppo di professionisti acesi, provenienti da vari settori, che si sono riuniti per chiedere all’imprenditore messinese Pietro Gugliotta, che faceva parte della cordata che la scorsa estate acquisì la squadra etnea, di riprendere in mano le redini del club, offrendo in cambio il proprio supporto a livello logistico, organizzativo e di risorse umane. Nella riunione tenutasi lunedì scorso a Messina, il gruppo acese ha proposto a Cannavò di assumere il ruolo di presidente: «Hanno fatto ricadere su di me questo compito gravoso e non mi sono potuto tirare indietro. L’ho ritenuto doveroso – puntualizza Cannavò – sia come tifoso che come imprenditore, perché la Serie D è prestigiosa e va difesa».

Il dialogo con i calciatori e l’allenatore Pietro Infantino è stata la base per la ripartenza. «La parte sportiva in questi frangenti – puntualizza l’imprenditore ed ex consigliere provinciale – diventa primaria: col mister abbiamo stabilito il da farsi da qui alla fine della stagione. L’equilibrio di una squadra dipende ovviamente dall’ambiente in cui si lavora: questo, finora, è stato ostile». Adesso, però, tutto può cambiare: «Questo gruppo di calciatori – ribadisce il neo-presidente – ha tutte le carte in tavola per potersi salvare anche bene (è al momento nono in classifica, nel girone I di Serie D, ndr): abbiamo garantito loro tutte le certezze per quanto riguarda vitto e alloggio, ai ragazzi non dovrà più mancare nulla. I giocatori, adesso, dovranno solo pensare al campo: nessuno – ricorda Cannavò – dovrà più parlare di aspetti societari con l’esterno. Ognuno in società ha dei ruoli ben precisi e vanno rispettati: ora si vedrà chi è veramente attaccato a questa maglia».

A proposito di ruoli societari, nella conferenza stampa di oggi è stato ribadito che il ruolo di direttore generale sarà ricoperto da Carmelo Manganaro, col ritorno di Pasquale Leonardo come direttore dell’area tecnica, a cui fanno seguito le dimissioni dell’ex calciatore del Catania Sergio Almiron che lascia per motivi legati ad altri impegni personali. Del gruppo di lavoro faranno parte anche l’imprenditore Franco Di Maria e i soci Nino Micali, Giuseppe Fasone, Salvo Raimondo. Sul suo ruolo di presidente-traghettatore, Cannavò non ha dubbi: «Ci sono tante persone che hanno più tempo e risorse di me per guidare questa piazza. Voglio fare il miracolo di organizzare in maniera seria questa società, in modo tale – ripete il presidente – da attrarre gente seria, creando un modello societario di riferimento per il centro-sud».

La volontà è quella di risanare i conti, creando al tempo stesso la massima condivisione possibile sul progetto, da parte di tutte le componenti: «Tutti dobbiamo essere partecipi: spero che anche i tifosi possano riuscire a votare un proprio rappresentante in seno alla società. La squadra di calcio – ribadisce Cannavò – non è una semplice azienda, ma è portatrice di valori identitari ed educativi. Spero – conclude il presidente – che la mia presenza possa attrarre altri investitori». Quando gli chiediamo se ha ragione chi pensa che il suo rinnovato impegno in città possa essere un preludio a quanto accadrà alle prossime amministrative acesi, lui smentisce in maniera netta: «Non sono interessato alla candidatura a sindaco – precisa il massimo dirigente granata – Faccio politica da quando avevo 18 anni, ma non miro ad alcun tipo di incarico pubblico. Penso al mio lavoro da imprenditore e al mio nuovo incarico in società».


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