Aci Catena, stasera prima seduta del consiglio comunale Sono tre i consiglieri sotto processo per caso Gettonopoli

Il giorno dopo la richiesta di condanna per l’ex sindaco Ascenzio Maesano, la politica ad Aci Catena riprende ufficialmente vita. È previsto per le 19.30, infatti, l’insediamento del nuovo consiglio comunale, venuto fuori dal voto dell’11 giugno che ha sancito la vittoria di Nello Oliveri, tornato a indossare la fascia di primo cittadino 18 anni dopo la conclusione della prima sindacatura. 

A sedere negli scranni della sala Emanuele Rossi saranno in 16, quattro in meno rispetto al passato, con la riduzione che segue la nuova normativa in merito alla rappresentanza politica negli enti locali. Ma al di là dei numeri, l’attenzione va alla composizione del consiglio che, almeno in partenza, vedrà una maggioranza formata da dieci consiglieri e un’opposizione che conterà su sei nomi. Tra loro quello di Francesco Petralia, il candidato sindaco arrivato secondo nella competizione di giugno, attorno al quale però corrono voci di una possibile rinuncia alla carica.

Nel centro catenoto, l’attenzione per l’appuntamento di stasera è doppia per via delle vicissitudini che hanno percorso la politica cittadina nell’ultimo anno. Oltre all’inchiesta che ha portato all’arresto di Maesano e dell’ex consigliere Orazio Barbagallo, infatti, la cronaca è stata segnata dal caso Gettonopoli, che ha portato al rinvio a giudizio di sette consiglieri comunali che, a partire da ottobre, dovranno rispondere di falso e truffa. A essere interessati dal processo saranno anche tre nuovi consiglieri. Anche se in realtà l’aggettivo nuovo va preso con le pinze: si tratta infatti di tre figure che ben conoscono la politica e che hanno ottenuto l’ennesima riconferma.

In tal senso, alla vigilia del voto, erano in molti a chiedersi quanto gli strascichi giudiziari avrebbero inciso sulla distribuzione del consenso. I dati dicono che gli elettori, all’interno dei seggi, hanno tenuto poco conto delle accuse dei magistrati. A partire da Giuseppe Aleo, il candidato di Alleanza tricolore, che dopo avere sostenuto nella scorsa consiliatura Maesano farà parte della maggioranza di Oliveri: per lui, infatti, il successo è stato netto se si considera che è passato da 387 voti raccolti nel 2012 a 690. Meno voti sono bastati a Pippo Sorbello – candidato nella stessa lista di Aleo – per mantenere il proprio scranno; il consigliere, in questo caso, ha visto pressoché invariata la fiducia degli elettori a dispetto delle accuse mosse dalla Procura di Catania. Sorbello ha infatti ottenuto 274 preferenze, appena undici in meno rispetto a cinque anni fa. Il terzo riconfermato è Nando Sapuppo (Orgoglio catenoto) che, nonostante 155 voti in meno, ancora una volta è risultato tra i consiglieri più votati (542 voti). 

Estendendo la riflessione agli altri imputati si nota che il rinvio a giudizio non è stato fondamentale per la mancata elezione. Infatti, se nel caso di Luigi Citraro (Pdr-Sicilia Futura) e Salvatore Leonardi (La nostra Aci Catena-Forza Italia) le urne hanno dato un responso addirittura più favorevole rispetto a cinque anni fa – con il primo passato da 209 a 290 voti e il secondo che da 275 si è spinto fino a 346 preferenze ed è rimasto in ballo fino all’ultimo per l’assegnazione di un seggio -, anche per quanto riguarda Gianluca Grancagnolo (Pdr-Sicilia Futura) – ex consigliere di opposizione – il consenso si è mantenuto ai livelli delle ultime amministrative: 332 voti a fronte dei 350 del 2012. Unico caso in cui non può essere fatto il raffronto è quello di Pippo Urso, che non si è ricandidato.

E se gli elettori sembrano non avere dato importanza su quanto emerso dalle indagini, che hanno preso in esame il comportamento dei consiglieri durante le sedute di commissione, ad accendere la polemica è stato il Movimento 5 stelle che ha puntato il dito contro Aleo che, in quanto consigliere più votato, avrà il compito di guidare i lavori nella seduta che servirà a eleggere il presidente dell’assemblea cittadina. «Il signor Aleo, così come gli altri consiglieri, non è un condannato, e nessuna legge gli impedisce di candidarsi – scrivono in una nota i pentastellati – ma tutto un altro aspetto è presiedere il consiglio comunale. In quel caso il problema si pone, davanti alla cittadinanza, come un problema morale». La replica è arrivata poche ore dopo: «Il decreto legislativo 267/2000 stabilisce che la prima seduta del consiglio venga presieduta dal consigliere anziano quindi è importante sottolineare che nessun capo politico mi ha affidato questo compito ma la città – ribatte Aleo -. Nonostante ciò vorrei rasserenare il M5s, comunicandogli che non sarò candidato alla presidenza del Consiglio». 

E sull’allusione dei pentastellati in merito all’impegno in tribunale per i consiglieri imputati, Aleo taglia corto: «Le mie giornate, a parte il tempo da dedicare alla mia famiglia, verranno occupate solo dalle incombenze che spettano al consigliere comunale e a quelle che spettano a un dipendente pubblico (Aleo è carabiniere, ndr), quelle giudiziarie le demanderò al mio legale».


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